venerdì 25 ottobre 2013

Tutti i rischi di Halloween

Le insidie di una festa che non appartiene alla nostra tradizione


*

Quali sono le feste più importanti del nostro calendario? Qualcuno potrebbe rispondere “Pasqua” o “Natale”. Benissimo. Ma non solo!
Non possiamo dimenticare altre due ricorrenze fondamentali per la nostra tradizione: il primo novembre, festa di tutti i Santi, e il due novembre, la Commemorazione dei Defunti.
Questa, da sempre, è la nostra cultura. Negli ultimi anni, invece, nello stesso periodo, si è diffusa la moda di festeggiare Halloween, una ricorrenza che non ci appartiene.
Un tempo questa ricorrenza era legata soprattutto al mondo anglosassone. Oggi la ritroviamo anche in Italia. Ha oltrepassato i confini e si è diffusa in tanti altri Paesi. Per accorgersi del fenomeno basta guardare le vetrine delle pasticcerie e dei negozi di giocattoli. Sono letteralmente invase da oggetti, costumi e pupazzi legati a questa ricorrenza.
L’incontro con tradizioni e culture di altri popoli è sempre interessante, quando produce frutti buoni. E’ inaccettabile, invece, l’idea di una vera e propria colonizzazione culturale che punta a distruggere le radici della nostra tradizione cristiana.
Negli ultimi anni la tendenza è proprio questa. Non a caso si è cercato di eliminare i crocifissi dai muri delle scuole. La festa di Halloween si inserisce in questo stesso tipo di non-cultura, perché distrae i giovani dall’attenzione che dovrebbero rivolgere ai Santi e ai Defunti, nello stesso periodo dell’anno.
Il simbolo più tipico di Halloween è una zucca intagliata, con occhi, naso e bocca, illuminata da una candela posta al suo interno. Nella notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre i bimbi sono soliti vestirsi da fantasmi, vampiri o piccoli mostri. Bussano alle porte delle case con un sacchetto in mano e dicono: “Dolcetto o scherzetto?”, per cercare di ricevere dolci e caramelle.
Già questo dovrebbe farci riflettere. Dal punto di vista educativo è giusto invitare i bambini a compiere un gesto che, di fatto, rappresenta un “piccolo ricatto”, seppure mascherato da gioco? E giusto chiedere dolci agli adulti, minacciando di fare qualche scherzo, se non si dovessero ricevere?
Intorno al tipico Halloween infantile si è scatenato un fenomeno parallelo che tocca i giovani e gli adolescenti: quello delle feste in discoteca all’insegna del cattivo gusto. Rappresentano una vera e propria esaltazione del macabro, in cui le persone indossano i costumi più orribili e dissacranti, a volte anche offensivi nei confronti della religione.
Halloween, quindi, si è trasformato in un’occasione in più per fare tardi e frequentare ambienti discutibili. La moda finisce per distrarre l’attenzione dei ragazzi in un periodo dell’anno che, per tradizione, era sempre stato riservato al ricordo di tutti i Santi e alla commemorazione dei Defunti.
In certe feste con tematiche esoteriche, oltre a ballare, è possibile incontrare maghi e cartomanti che sostengono di poter prevedere il futuro attraverso la lettura delle carte. Approfittano della ricorrenza per avvicinare i giovani alle pratiche magiche e superstiziose.
Le varie feste esoteriche ed “horror” rischiano di spingere i giovani sulla strada della paganizzazione. Uscendo di notte e concentrandosi su certi party macabri e stregoneschi, diventa difficile dedicarsi agli appuntamenti proposti dal calendario cristiano.
Il ricordo dei Santi e dei Defunti viene sostituito dalla volgarità di certi costumi. I momenti di raccoglimento e di preghiera sono travolti dal volume assordante della musica da discoteca.
Inoltre non bisogna trascurare l’aspetto dell’avvicinamento dei giovani al mondo dell’esoterismo, favorito dalla grande familiarità con Internet delle nuove generazioni.
Attraverso il computer è diventato più facile cercare informazioni e si può approfondire rapidamente la conoscenza dell’occultismo. Ciò rappresenta un grave rischio, perché la maggior parte dei ragazzi naviga su Internet in condizioni di solitudine. Quando si è soli, è molto facile essere indottrinati e strumentalizzati.
Ecco perché Halloween non può essere considerato semplicemente un fenomeno commerciale o un secondo Carnevale. Può essere il trampolino di lancio verso mondi pericolosi ed oscuri.
La migliore soluzione al problema sta sicuramente nello stimolare un maggiore senso critico nei giovani, aiutandoli a non bere passivamente i messaggi ingannevoli che vengono associati a questa festa. Si incomincia per scherzo, raccogliendo l’invito di un cartomante in discoteca, e poi si rischia di finire schiavi di qualche mago o santone.
Ci vuole anche un po’ di coraggio. Non bisogna avere paura di ricordare ai ragazzi il significato del periodo dell’anno in cui ci troviamo: quello in cui si festeggiano i Santi e si ricordano i Defunti. Sarà un’occasione preziosa per riscoprire la ricchezza spirituale delle nostre più autentiche tradizioni.
Climati

*

Cassie Bernall, una ragazza che ha detto sì a Dio

Storia di una studentessa americana passata dal culto della morte alla gioia di una vita sacrificata per amore di Gesù. Fu uccisa a 17 anni, nel massacro della Columbine High School

In molte parrocchie degli Stati Uniti, durante la festa di Ognissanti, viene esposta un’immagine in più oltre a quelle dei Santi e dei Beati riconosciuti dalla Chiesa cattolica. Si tratta di un volto, poco noto al di qua dell’oceano, di una giovane ragazza. La fisionomia è quella tipica della teen ager americana: bionda, capelli lunghi, occhi grandi ed espressivi e un bel sorriso contagioso. Di sfondo, l’inconfondibile azzurro dell’acqua, forse quella di un lago. Già, l’acqua. Il simbolo con il quale Dio ci purifica, appaga la nostra sete e ci fa rinascere in Cristo.
Del resto la storia di questa ragazza, che si chiamava Cassie Bernall, è proprio quella di chi, seppur giovane, ha già conosciuto il dolore, lo smarrimento e la rinascita. È una storia finita a soli diciassette anni, a causa di un tragico episodio di cronaca che fece il giro delle tv e dei giornali di tutto il mondo con il triste nome di “massacro della Columbine High School”.
Era il 20 aprile 1999, un martedì di primavera apparentemente tranquillo. Nel liceo di Columbine, nel Colorado, come ogni mattina gli studenti stavano seguendo le lezioni. A un tratto però, la loro serenità venne bruscamente interrotta. Per sempre. Due alunni della stessa scuola entrarono armati di fucili e pistole, presero in ostaggio l’intero istituto e iniziarono a sparare all’impazzata. Fu una strage. Dodici studenti e un insegnante vennero uccisi. Poi, dopo l’esecuzione, si tolsero la vita anche i due giovani assassini.
Tra le vittime di questa aberrante carneficina, anche Cassie Bernall. Fu raggiunta dagli assalitori in biblioteca, dove si era recata per completare uno studio sul Macbeth di William Shakspeare. Erano come invasati, questi due ragazzi che chissà per quali abominevoli motivi avevano deciso di trasformarsi in spietati strumenti di morte. Fior di sociologi, negli Stati Uniti e non solo, provarono nei giorni seguenti a interpretare quella follia omicida, a spiegare ciò che appare inspiegabile. In pochi, tuttavia, si soffermarono sugli elementi di lucida, sinistra premeditazione che emersero tra le piaghe di quel massacro.
Alcuni ragazzi che si trovavano in biblioteca con Cassie riuscirono a scampare alla furia omicida. Fuggirono da una porta d’emergenza approfittando di un momento di distrazione degli assalitori, usciti nel corridoio per ricaricare le armi. Cassie rimase invece immobile, forse pietrificata per lo spavento. C’è chi racconta di averla vista sotto un banco, con le mani giunte in preghiera. Un gesto che potrebbe aver attirato le ire dei suoi aguzzini.
Josh, un ragazzo sopravvissuto che si trovava a poche decine di metri da lei, ha descritto così quei momenti: «I ragazzi si avvicinarono a Cassie: non riuscivo a vederla, ma riconobbi la sua voce. Sentivo ogni cosa, ed era come se accadesse proprio accanto a me. Uno di loro chiese a Cassie se credeva in Dio. Lei fece una pausa, come se non sapesse cosa rispondere, e quindi disse di sì. Doveva essere spaventata, ma la sua voce non tremava. Era forte. Quindi le domandarono perché, ma non le diedero neanche la possibilità di rispondere. Le spararono».
Stando a questo racconto, terminò a seguito di una coraggiosa testimonianza di fede l’esistenza di Cassie Bernall. Una vita passata anche attraverso esperienze di trasgressione, come l’autolesionismo e l’abuso di alcolici. Dopo la morte i genitori ritrovarono nella sua camera un promemoria in cui Cassie raccontava quel periodo buio della sua adolescenza. Pagine intrise di inquietudine, con la musica satanica che fa da sfondo a propositi omicidi nei confronti dei suoi familiari.
Furono gli stessi genitori, del resto, due anni prima di quel tragico giorno, ad accorgersi del grave disagio che stava vivendo la figlia. Provarono dunque a cambiarle scuola, iscrivendola in un istituto privato cattolico, dove rimase per circa un anno. È qui che Cassie legò molto presto con una ragazza di nome Jamie. Sciolto l’iniziale riserbo, Cassie cedette alle insistenze della sua nuova amica e cominciò a frequentare il suo stesso gruppo cristiano.
Fu l’inizio per Cassie di una nuova vita. Un percorso di fede vissuto in profondità la fece innamorare di Gesù. Ben presto ripose i suoi propositi omicidi. L’ossessione per la morte, le streghe e i vampiri lasciarono posto alla gratitudine verso Dio. L’amica Jamie racconta che fu particolarmente importante un ritiro spirituale vissuto insieme, durante il quale Cassie si aprì e parlò liberamente, pentita, degli errori commessi in passato.
«Dopo la liturgia, Cassie, io e altri tre amici, uscimmo e ci fermammo a guardare le stelle - racconta Jamie -. Siamo rimasti lì in silenzio per lunghi minuti. È stato un momento unico: sentivamo tutta la nostra miseria e l’immensità del cielo. La grandezza di Dio era per noi qualcosa di reale. Più tardi ho notato che l’espressione di Cassie era cambiata. Restava la timidezza, ma i suoi occhi ora erano pieni di speranza. C’era in lei qualcosa di nuovo».
Gli occhi di Cassie Bernall in questi giorni guardano i frequentatori di alcune parrocchie americane. La luce di speranza che trasmettono squarcia le tenebre della notte di Halloween. È la forza gioiosa di quel sì che lei disse a Dio.Cenci

*

Tutto quello che non ci dicono su Halloween

di G. Guzzo
Esageri, è incredibile, ma non scherzare: le reazioni che s’incontrano nell’esporre le dinamiche esoteriche della festa Halloween sono in genere di questo tipo, vale a dire del massimo scetticismo. Svelare le implicazioni occulte quella che per molti è solo una carnevalata genera disturbo rispetto ad convincimento che non si vuole mettere in discussione: Halloween è bella festa, innocua ed allegra, e sbaglia chi ne dubita. Ora, spiace contraddire quanti – in perfetta buona fede, naturalmente – si sono fatti di quest’idea, ma poiché è sempre disonesto sottrarsi ad confronto con la realtà, eviteremo di farlo. E cercheremo di rispondere alle seguenti domande: che cosa si cela davvero dietro Halloween? Vi sono implicazioni e retroscena religiosi? Se sì, di che cosa si tratta esattamente?
Prima di procedere, preciso che quelle a seguire sono considerazioni che possono in parte risentire dell’orientamento religioso, di matrice cristiano-cattolica, di chi scrive. Non per questo dette considerazioni debbono – almeno mi auguro – risultare inattendibili dato che «sarebbe molto facile citare numerosi» casi nei «quali si vede che la posizione sociale dell’osservatore influenza non solo le sfumature, ma il cuore stesso dell’analisi» [1] e che quindi la totale obbiettività, nel concreto, non esiste [2]. Questa precisazione non vuole pertanto essere una preliminare dichiarazione di tendenziosità ma, al contrario, un doveroso atto di onestà nei confronti del lettore, al quale si cercherà naturalmente di offrire una chiave di lettura la più equilibrata possibile. Ma torniamo ora all’oggetto del nostro approfondimento.
Le origini
Iniziamo da una panoramica di carattere storico che ci dice – o ci ricorda, per chi già lo sapesse – l’origine molto antica delle celebrazioni officiate il 31 ottobre. Origine che lo storico Rogers, concordemente ad altre fonti, fa risalire «alla festa celtica di Samhain, originariamente scritto Samuin (pronunciato sow-an o sow-in)»[3]. La ricorrenza di Samhain corrispondeva al capodanno Celtico perché era il 1° novembre, a quel tempo, che terminava ufficialmente la stagione del caldo per lasciare posto a quella del gelo. In quell’occasione il protagonista dei festeggiamenti e delle ritualità era appunto Samhain, venerato come occasione che il 31 ottobre – tramite l’apertura delle porte annwn (regno degli spiriti) e sidhe (regno delle fate) – convocava temporaneamente gli spiriti dei defunti che, da un luogo di giovinezza e beatitudine denominato Tir nan Oge, potevano così tornare alle loro vecchie abitazioni per scaldarsi e rifocillarsi in vista dell’inverno [4]. «L’interruzione di Samhain – osserva al riguardo Kondratiev (1949-2010), studioso di cultura celtica – rimuove le barriere che» separano i morti «dai vivi, così che […] tutti i membri della Tribù, sia visibili che invisibili, hanno la possibilità di ritrovarsi» [5]. Dobbiamo quindi a quella celtica, cultura antichissima (formatasi, pare, attorno al III millennio a.C.) l’origine di quella che ai nostri giorni chiamiamo Halloween. Tuttavia la cultura celtica, pur forte di origini assai remote, a partire dalla conquista normanna della Inghilterra (1066) – estesa successivamente al Galles e, con il XII secolo, all’Irlanda e alla Scozia – conobbe una progressiva marginalizzazione che l’ha resa sempre meno istituzionale e, in conseguenza di un mancato ed univoco appoggio in tal senso, sempre meno popolare. Ne consegue la notevole difficoltà, almeno per quanto concerne il nostro percorso, di tracciare un collegamento – sempre che sia possibile farlo – tra l’Halloween odierna e la ritualità di Samhain (non a caso più di qualcuno si limita, con riferimento alla data, ad osservarne la sola corrispondenza [6]).
Ognissanti
Altra cosa, rispetto a Samhain, è la Festa di Tutti i Santi. Posto che l’origine della storia dei culto dei santi è assai remota ed ha il suo inizio nell’epoca dei martiri a partire dal martirio di Policarno di Smirne [7], si ritiene che la Festa di Tutti i Santi sia stata all’inizio «promossa dalla Chiesa orientale» per poi essere «accolta a Roma quando il papa Bonifacio IV ebbe dall’ambasciatore Foca il Panteon di Agrippa, che consacrò a tutti i martiri e alla Vergine […] la festa di Ognissanti passò quindi nell’ambiente della corte di Carlo Magno» [8]. Fu allora che il monaco sassone maestro di Carlo Magno, Alcuino di York (735–804) – al quale dobbiamo, fra le altre cose, l’introduzione nel Canone della messa del Memento dei morti – [9], traslò la data originaria della festa di Ognissanti, fissata allora al 13 maggio, al 1° novembre. Tale spostamento fu manifestamente finalizzato alla cristianizzazione della festa celtica di Samhain anche se, come abbiamo ricordato poc’anzi, non c’è dubbio che la cultura celtica fosse avviata al tramonto ben prima dell’avvento del Cristianesimo, come dimostra il declino, già in tarda antichità, della lingua celtica, che oggi sopravvive in contesti – soprattutto se rapportati al passato – decisamente marginali. Ad ogni modo l’intuizione di Alcuino di York venne ripresa, su richiesta di Papa Gregorio IV, dall’imperatore Ludovico il Pio. Ma fu soltanto secoli dopo – precisamente nel 1475 – e grazie al pontefice Sisto IV [10], che la festività di Ognissanti resa obbligatoria in tutta la Chiesa. E non mancarono, coi secoli, ulteriori metamorfosi, ma ciò che qui è importante ricordare è che quella di Ognissanti è una festa antica, rilevante e che merita quindi di essere osservata dai credenti e non confusa con altre festività.
Halloween
Abbiamo fin qui visto, sia pure in estrema sintesi, origini e differenze fra la festa celtica di Samhain e quella cristiana di Ognissanti. E Halloween? Halloween è una festività di altra natura. Prima di vedere quale, una precisazione di carattere terminologico: Halloween deriva, come termine, da All Hollows che «era la traduzione inglese di “tutti i santi”» e da All Hollow’s Eve, la «”vigilia di Ognissanti”, poi storpiato nella parola Halloween» [11]. Dunque il termine Halloween ha indubbiamente un che di cristiano. Solo il termine, però. Perché la festività, in concreto, rappresenta un appuntamento tutt’altro che cristiano, bensì satanico. Proprio così: satanico.
Ora, è probabile che alla lettura di questo passaggio in qualcuno possa emergere dello scetticismo. Eppure c’è una vastissima mole di materiale che depone a favore di questa tesi. Anzitutto lo affermano con sorprendente convergenza molti ex satanisti. Pensiamo alle testimonianze di Cristina Kneer e di Eugenio Masias. Oppure a quella di Doreen Irvine, prostituta passata per anni al satanismo e convertitasi poi al Cristianesimo, che su Halloween è stata piuttosto esplicita: se i padri sapessero il significato di questa festa, ha detto, non la nominerebbero nemmeno davanti ai loro figli. Dettagliato è anche il resoconto di “Michela”, ex satanista ora suora consacrata quando scrive: «Tra fine ottobre e inizio novembre, ossia nelle notti precedenti Halloween (31 ottobre) e la memoria dei defunti, c’era […] l’unico appuntamento in un cimitero, dove profanavamo le ossa, facendo uno specifico rituale che alla fine le distruggeva» [12].
In aggiunta a queste testimonianze – sulle quali, curiosamente, i sostenitori dell’innocuità di Halloween evitano di soffermarsi -, c’è poi un’ampia letteratura che suffraga la natura satanica di quella che per molti è una presunta carnevalata. Pensiamo a quanto scrive James. R. Lewis, studioso di movimenti religiosi [13], oppure alle considerazioni presenti in un monumentale studio di 600 pagine pubblicato sull’argomento del satanismo nel quale si specifica che «la religione satanica, oltre ai suoi riti, ha anche le sue proprie festività che sono, principalmente, la Walpurgisnacht ed Halloween» [14].
Concorda su questo passaggio anche Bamonte quando annota che «i momenti considerati più propizi per» i riti satanici «sono quelli delle grandi “solennità” del calendario satanico che coincidono con alcune delle dati delle principali festività dell’antica stregoneria: la prima è quella di Halloween, che si celebra la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre (vigilia di Tutti i Santi) ed è considerata il Capodanno magico» [15]. Nel loro accurato studio sul satanismo, anche Cantelmi e Cacace sottolineano come se, da un lato, nell’arco dell’anno i satanisti osservano 14 festività, d’altro lato è innegabile come la prima sia quella che ricorre «il 31 ottobre, commemorazione dei defunti e di tutte le potenze delle tenebre, detta Samhain o Halloween. Questo giorno è considerato il capodanno di Satana, perché secondo un’antica credenza popolare, le anime dei defunti tornano in visita nelle proprie case, per cui è possibile stabilire un contatto con loro. I satanisti utilizzano la celebrazione per fare delle richieste al demonio, perché credono che verranno esaudite» [16].
Perché è una festa da non festeggiare
Potremmo naturalmente continuare a lungo con le citazioni se non fosse già evidente che la notte di Halloween è per eccellenza la notte dei satanisti e, per chi ci crede, del Diavolo. Dunque una notte non così allegra e che oltretutto, secondo alcune ricerche, presenta altri risvolti non esattamente confortanti. Infatti, anche se non è stata dimostrata una crescita superiore dei tassi di violenza [17], sappiamo che la “notte delle streghe” coincide con un momento nel quale i giovani in maschera consumano molto alcol [18], nel quale nascono meno bambini [19]  e ne muoiono di più, dato che la mortalità infantile per incidenti, a causa dell’abitudine – tipicamente statunitense ma diffusa sempre più anche da noi – di lasciare i giovanissimi circolare a caccia di dolcetti per vie e strade, la notte di Halloween arriva ad essere quattro volte superiore alla media [20]. Senza dimenticare che vi sono rilevazioni – pensiamo in particolare a quelle effettuate dalle forze dell’ordine in Canada in occasione della settimana di Halloween 2008, rispetto alla precedente – che hanno registrato aumenti, fra le altre cose, del 20% di reati violenti, del’11% di violazioni delle proprietà e del 53% del consumo di stupefacenti [21].
Tornando al lato esoterico della “notte delle streghe”, si è visto come l’appuntamento abbia parecchio a che vedere con le messe e con la magia nera. Ma la magia di chi si veste da strega o da mostro, si obbietterà , nulla ha a che vedere col mondo satanista. In realtà non è così dal momento che come ha scritto Anton Lavey (1930-1997) – che non è un cattolico tradizionalista bensì il fondatore della Chiesa di Satana – non c’è alcuna «differenza fra magia “bianca” e “nera” tranne nella presuntuosa ipocrisia, presunta legittimità e autoinganno del praticante di magia “bianca”» [22]. In altre parole qualsivoglia espressione di magia – intesa come partecipazione o manifestazione di un potere straordinario e occulto -, presentandosi come spazio alternativo a quello sotto la potestà divina, si configura come potenzialmente concorrente a Dio e conseguentemente satanico, essendo Satana, per definizione, il suo avversario [23].
Non stupisce dunque apprendere che il 40% dei giovani, secondo un’indagine di Telefono Antiplagio, festeggi la notte delle streghe con dichiarate simpatie verso il mondo magico [24] e che il 16% delle persone avviate all’esoterismo – che è l’anticamera del satanismo, culto i cui elementi sono presenti anche in forme di spiritualità “nuova” come la New Age [25]  – ha esordito, a detta del Servizio antisette della Comunità Papa Giovanni XXIII , proprio durante Halloween. Il punto è che anche se non fosse dimostrato, come invece sembra essere, un maggior tasso di avvicinamento al mondo satanista nel periodo che segue ed anticipa notte del 31 ottobre, un fatto rimane evidente: Halloween tutto è meno che una festa cristiana. Non solo: è per eccellenza una festa anticristiana. Pertanto – una volta che si è presa consapevolezza di quanto abbiamo riportato poc’anzi – seguitare a ritenerla una carnevalata significa, almeno in una prospettiva cattolica, commettere un grosso errore. Sta infatti scritto: «Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro» [26].
In questo senso sottovalutare Halloween o addirittura festeggiarla in luogo della ricorrenza di Ognissanti – cosa che talora accade in alcune parrocchie, dove la Festa di Tutti i Santi è confinata alla sola celebrazione eucaristica, mentre gli oratori ospitano prolungati festeggiamenti dalle tinte macabre – verosimilmente agevola, per chi ci crede, l’azione tentatrice del Diavolo dato che questa, come appunta il celebre demonologo Corrado Balducci (1923-2008), si concreta «in un senso particolare e più ampio […] in un lavorio continuato, più insistente, più penetrante, volto ad allontanare l’uomo da Dio, a tenerlo lontano da lui» [27]. E come si può non ritenere favorevole al satanismo la sostituzione di massa di una festa importantissima come Ognissanti col capodanno di Satana? La domanda appare più che sensata dato che l’alternativa, ossia l’idea che la notte del 31 ottobre sia a tutt’oggi una festa celtica, appare francamente poco attuale.
A quanto detto va poi aggiunto che l’opposizione ad Halloween non ha solo motivazioni di carattere confessionale e può riguardare gli stessi linguaggi e costumi di festeggiamenti che risultano, per usare un eufemismo, di dubbio gusto. Decisamente significative, al riguardo, le considerazioni svolte da Jordan – che non è un sacerdote ma un esperto di dinamiche criminali – , il quale, con riferimento alla “notte delle streghe”, ha esplicitamente parlato «farsa satanica» ed ha affermato: «La programmazione cinematografica e televisiva nel periodo di Halloween ruota intorno a storie horror, con essere malefici […] demoni e spiriti del male, con tanto di sangue, sacrifici e morte. Gli adulti vedono tutto ciò come un divertimento […] ma i bambini lo sanno? Queste cose non hanno su di loro un effetto nocivo? […] I bambini hanno un’immaginazione che si lascia manipolare facilmente..» [28]. In tempi in cui «i pubblicitari conoscono i nostri figli molto meglio di noi» [29], si farebbe dunque bene a porsi delle domande in relazione alle conseguenze che i festeggiamenti di Halloween – così promossi a livello mediatico e dalle tinte discutibili – possono arrecare ai più giovani.
Conclusione
Per concludere questa nostra panoramica su Halloween – che nulla a che vedere, per com’è nota ai più, con il capodanno celtico di Samhain -, non possiamo non constatare come convenga, in particolare al cattolico, guardare con diffidenza questa festività dagli echi fortemente esoterici e recentissima – dall’Enciclopedia cattolica (1948-1954) alGrande Dizionario enciclopedico (1935), dal Grande Dizionario della lingua italiana (1972) alla Grande Enciclopedia universale Atlantica (1982), sono molti i testi enciclopedici di qualche decennio fa che neppure la contemplano – e che, proprio perché in apparenza innocente e presentata in modo accattivante, da un lato risponde benissimo alle esigenze tipiche di quella «nuova religiosità “nomade”» di cui parlava l’antropologa Cecilia Gatto Trocchi (1939-2005) [30]; e, d’altro lato, può a buon diritto ritenersi un tentativo di scristianizzazione, fenomeno che ha «radici molto antiche» dato che «sono molteplici i tentativi nella storia, sotto diverse latitudini e regimi, di ridurre o eliminare le feste cristiane. Basti pensare a quello che avvenne durante la Rivoluzione francese, quando il regime giacobino impose il nuovo calendario» [31]. Quale modo migliore, infatti, per favorire la scristianizzazione [32], se non quella di esaltare una festa che coincide col capodanno satanico, del tutto prossima alla festa cattolica di Ognissanti, che ha molto a che vedere – nelle forme e nei costumi – con quei linguaggi magici esplicitamente condannati dal Catechismo della Chiesa Cattolica [33], e che trova spazio perfino in tanti oratori?
La gravità del fenomeno è tale che persino un esponente della Chiesa difficilmente tacciabile di oscurantismo e simpatie conservatrici quale era il cardinal Carlo Maria Martini (1927-2012) a suo tempo fu molto chiaro rispetto alla necessità di boicottare Halloween – da lui emblematicamente apostrofata come «il brutto scherzo che facciamo alla nostra cultura» – al fine di meglio preservare la tradizione cattolica: «Halloween è una festa estranea alla nostra tradizione. Una tradizione che ha valori immensi e che deve essere continuata» [34]. Ora, alla luce di così tante evidenze – che nulla hanno di complottistico e che risultano suffragate da numerose fonti – alcuni, per paura di mettere in discussione i propri convincimenti, seguiteranno probabilmente a minimizzare oppure a considerare inesistente l’antitesi tra la “notte delle streghe” ed Ognissanti [35]. Non solo: alcuni continueranno a pensare che occorre davvero esagerare per trovare in Halloween qualcosa di negativo. Ma il punto, almeno per quanti si pongono in una prospettiva cristiana, è quello opposto: occorre davvero esagerare per trovarvi qualcosa di positivo.
giulianoguzzo.wordpress.com
Note: [1] Boudon R. – Bourricaud F. Dizionario critico di Sociologia, voce “Obiettività”, Armando editore, Roma 1991, p. 341; [2] Significative, a questo proposito, le parole dell’antropologo Robert Borofsky:«Non ho mai conosciuto nessuno, nelle scienze sociali, che ha pensato seriamente che gli esseri umani potessero divenire dei ricercatori […] pienamente obiettivi, come degli automi» (Borofsky R. L’antropologia culturale oggi, Meltemi, Roma 2004, p. 217); [3] Rogers N. Samhain and the Celtic Origins of Halloween. Halloween: From Pagan Ritual to Party Night, Oxford University Press, New York 2002, pp. 11–21; [4] Cfr. Percivaldi E. I Celti: un popolo e una civiltà d’Europa, Giunti, Firenze 2005, p. 76; [5] Kondratiev A. The Apple Branch, The Collins Press 2004 (trad. it. Il tempo dei celti, Urra-Apogeo 2005, Milano, p. 115); [6] Cfr. Salvadori F. Visioni del femminile nella storia e nell’arte, Giunti Editore, 2005 p. 201; [7] AA.VV. Santi e Patroni. Dizionario biografico dei patroni di tutti i Comuni italiani e di altri santi. Istituto Geografico De Agostini S.p.A, Novara 2006, p. 322; [8] Cfr. Kunzler M. La liturgia della Chiesa. Jaca Book, Milano 2003, p. 581; [9] Cfr. Vuchez A. La spiritualità dell’Occidente medioevale, Vita&Pensiero, Milano 2006, p. 22; [10] L’ipotesi è che lo spostamento definitivo di Ognissanti venne deciso sotto il pontificato di Sisto IV (1414-1484) in omaggio al concordato firmato dal papa con Luigi XI, re di Francia. Cfr. AA.VV. Santi e PatroniIbidem; [11] Gulisano P. – O’Neill B. La notte delle zucche. Halloween: storia di una festa, Ancora, Milano 2006, p. 63; [12] Michela. Fuggita da Satana. La mia lotta per scappare dall’Inferno. Piemme, Milano 2007, p. 109; teniamo qui a precisare che sottovalutare anche in termini quantitativi il fenomeno del satanismo pare rischioso dato che, con solo riferimento all’Italia, si parla di un mondo – per quanto variegato e ricco di sfumature sulle quali non abbiamo qui lo spazio di soffermarci – che secondo stime recenti ad opera della Polizia di Stato conta qualcosa 8.000 sette sataniche per un totale di circa 600.000 adepti. Cfr. abc.es/20120410/internacional/abci-sectas-satanicas-proliferan-italia-201204092005.htm; [13] Cfr. Lewis. J.R. Satanism Today, An Encyclopedia of Religion, Folklore, and Popular Culture, ABC-CLIO, Santa Barbara 2001 p. 306; [14] Monti D. – Fiori M. – Micoli A. L’abisso del sé. Satanismo e sette sataniche. Giuffrè, Milano 2011, p. 143; [15] Bamonte F. Possessioni diaboliche ed esorcismo, Paoline, Milano 2006, p. 50; [16] Cantelmi T. – Cacace C. Il libro nero del Satanismo. Abusi, rituali e crimini. San Paolo, Cinisello Balsamo – Milano 2007, p. 69; [17] Cfr. Chaffin M. – Levenson J. S. – Letourneau E. – Stern, P. (2009) How Safe Are Trick-or-Treaters? An Analysis of Child Sex Crime Rates on Halloween. Sexual Abuse. «Journal of Research and Treatment»; 21(3);[18] Cfr. Miller K.A. – Jasper C.R. – Hill D.R. (1993) Dressing in costume and the use of alcohol, marijuana, and other drugs by college students. «Adolescence»; 109 (28):189-198; [19] Cfr. Levy B.R. – Chung P.H. – Slade M. D. (2011) Influence of Valentine’s Day and Halloween on birth timing. «Social Science & Medicine» ;73(8):1246-8; [20] Cfr. Centers for Disease Control and Prevention (CDC). (1997) Childhood pedestrian deaths during Halloween. United States, 1975-1996. «Morbidity and Mortality Weekly Report»; 46(42):987-90; [21] Cfr. AA.VV. Incident-based Uniform Crime Reporting (UCR2) Survey. «Canadian Centre for Justice Statistics», statcan.gc.ca; [22] A. Lavey, The Satanic Bible, New York 1969, p. 110; [23] Cfr. Giovetti P. L’angelo caduto. Mediterranee, Roma 1997, p. 61; [24] Molto significativo anche un comunicato stampa del 2007 di Telefono Antiplagio su Halloween: «Quella che dovrebbe essere una notte di divertimento sta diventando, anno dopo anno, un’occasione per incidenti di varia natura e delitti. Lo scorso anno un bambino di 7 anni di Bergamo e’ morto carbonizzato nell’incendio causato da una candela contenuta in una zucca. A Lecce un altro bambino, di 11 anni, mascherato da maghetto e’ stato ucciso da un’auto in corsa durante i festeggiamenti. A Bari il gestore di un pub e’ stato ammazzato con un colpo di pistola sparato da un rapinatore vestito da scheletro. A tutto ciò vanno aggiunti i maltrattamenti agli animali, in particolare gatti neri e galline, che nella notte di Halloween vengono ”sacrificati” per macabri rituali […] in Italia il 55% dei giovani da 13 a 25 anni festeggia Halloween, di questi il 46% sono ragazzi e il 54% ragazze. Il 38% dei giovani e’ interessato a magia e negromanzia e il 17% e’ incuriosito dal satanismo. Il 9%, nella notte di Halloween, viene irretito da ciarlatani presenti nei locali pubblici e dirottato nei loro studi per un consulto con il ”mago” o con le anime dei morti. Negli adulti oltre i 25 anni la partecipazione ad Halloween scende al 15% e nei bambini fino a 12 anni al 12%.» antiplagio.org/halloween.htm; [25] Cfr. Correa Vélez J. (1996) Satanismo in America latina. «Religioni e Sette nel mondo», Il Satanismo contemporaneo, Anno 2 – Numero 4, GRIS, Bologna, p. 86; [26] Isaia 5, 20; [27] Balducci C. Il diavolo, Oscar Mondadori, Milano 1994, p. 196; [28] Jordan F.D. (1996) Sex crime investigations: the complete investigator’s handbook (ed. it. Sex crime investigations. Roma: Mediterranee 2008, p. 231); che poi i bambini esposti «più spesso a film horror» evidenzino (guarda caso!) più «conoscenze specifiche legate al satanismo» è pressoché certo (Cfr. Zappalà A. Abusi sessuali collettivi sui minori, FrancoAngeli, Milano 2006, p.55); [29] Cfr. Gatto Trocchi C.Nomadi spirituali. Mappe dei culti del nuovo millennio. Oscar Mondadori, Milano 1998, p. 18; [30] Randazzo A. Bambini psico-programmati, Il leone verde, Torino 2007, p. 112; [31] Gulisano P. – O’Neill B. La notte delle zucche. Halloween: storia di una festa, p. 75; [32] Sintomatica, a proposito della scristianizzazione posta in essere (anche) attraverso la pubblicizzazione di Halloween, la pubblicazione – poi corretta attraverso la divulgazione di un allegato integrativo – del diario europeo, edito dalla Commissione Europea, nel quale inizialmente campeggiavano feste di altre religioni (Halloween compresa) ma non quelle cristiane, né Ognissanti né quella dei defunti; [33] Cfr. CCC, 2115 – 2117;[34] Martini C.M. cit in. Climati C. La notte delle streghe, «Sì alla Vita», ottobre 2003, p. 41; [35] Cfr. Bonato L.Tutti in festa. Antropologia della cerimonialità, FrancoAngeli, Milano 2006, p. 122.