martedì 25 novembre 2014

Trascrizione della intervista di Papa Francesco sul volo di rientro a Roma da Strasburgo

Francesco durante il volo di ritorno da Strasburgo


«Dialogo con i terroristi? Quasi impossibile, ma la porta è sempre aperta»


Sul volo di ritorno a Roma, Francesco risponde a tutto campo alle domande dei giornalisti. «Io un Papa socialdemocratico? Mi fate sentire un insetto da collezione». Ecco la trascrizione letterale del dialogo

GIACOMO GALEAZZIDAL VOLO STRASBURGO-ROMA
"Non dobbiamo mai stancarci di costruire ponti". Visibilmente soddisfatto per l'entusiasmo suscitato a Strasburgo dalla sua visita all'Europarlamento e al Consiglio d'Europa, sul volo di rientro a Roma il Papa ha risposto alle domande dei giornalisti.

Domanda: Lei ha parlato della forza reale dei popoli e dei poteri multinazionali. Possiamo dire che  è un Papa socialdemocratico?

Risposta:
«Caro, questo è un riduzionismo!  Così io mi sento in una collezione di insetti, lì...questo è un insetto  socialdemocratico! Non so se il Papa è socialdemocratico o no....no, io non oso qualificarmi di una o di un'altra parte, io oso dire che questo viene dal Vangelo, questo è il messaggio del Vangelo che prende  la dottrina sociale della Chiesa. Io in questo e in altre cose sociali o politiche che ho detto, non mi sono staccato dalla dottrina sociale della chiesa, che viene dal Vangelo e dalla tradizione cristiana....questo che ho detto sulla identità dei popoli è un valore evangelico, in questo senso...ma mi hai fatto ridere, grazie!».

 D. Questa mattina nelle strade di Strasburgo non c'era quasi nessuno, la gente si diceva delusa: si pente di non essere andato alla cattedrale di Strasburgo che festeggiava il millenario? E quando farà il suo primo viaggio in Francia, e forse a Lisieux?

R.
«Non è ancora programmato, ma si deve andare a Parigi, certamente. Poi c'è una proposta di andare a Lourdes...Io ho chiesto di visitare una città dove non sia andato mai alcun Papa, per salutare i cittadini.. Ma non è preparato. Quanto a Strasburgo si è pensata la cosa, ma andare alla cattedrale era già fare una visita in Francia, e questo è stato il problema...».

 D. Lei ha richiamato il concetto di trasversalità. Ha fatto riferimento a incontri con giovani politici di diversi Paesi, ha parlato della necessità di una sorta di patto tra generazioni. Curiosità personale: è vero che  è devoto di San Giuseppe?


«Sì,  ogni volta che ho chiesto una cosa a San Giuseppe me l'ha data. Il tema della trasversalità è importante. Io ho visto nei dialoghi  con i giovani politici, qui e in Vaticano, di differenti  partiti e nazioni, che loro parlano con una musica diversa, tendente alla trasversalità. È un valore, loro non hanno paura di uscire dalla propria appartenenza, senza negarla, ma uscire per dialogare, e  sono coraggiosi, e credo che questo dobbiamo imitarlo, e anche il dialogo intergenerazionale. Uscire per trovare persone e  dialogare: ecco di cosa ha bisogno oggi l'Europa».

 D. Lei ha parlato, nel secondo discorso,  dei peccati dei figli della Chiesa. Come ha ricevuto le notizie della vicenda di Granada (l'arresto di tre sacerdoti per abusi sui minori, ndr), notizie che Lei ha in qualche modo portato alla luce?

R.
«Ho ricevuto direttamente la notizia indirizzata a me. Così  ho chiamato la persona e gli ho detto: "Tu domani vai dal vescovo". E ho scritto al vescovo. Ho scritto di raccogliere la denuncia e cominciare subito a lavorarci. Ho sentito un grandissimo dolore. Ma la verità è la verità e non dobbiamo nasconderla».

 D. Lei ha parlato sia della minaccia terroristica sia della minaccia della schiavitù. Atteggiamenti tipici  anche dello Stato islamico che minacciano gran parte del Mediterraneo, Roma e anche la Sua persona. Lei crede che anche con questi estremisti si  possa avere un dialogo o è tempo perso?

R.
«Io non do mai per perso nulla. Forse non si può avere un dialogo...Ma non chiudo mai una porta. È difficile, puoi dire quasi impossibile, ma la porta è sempre aperta, no? Lei ha usato due volte la parola minaccia. È vero, il terrorismo è una delle tante cose che ci minacciano. Ma la schiavitù è una realtà inserita nel tessuto sociale di oggi. Il lavoro schiavo, la tratta delle persone, il commercio dei bambini...È un dramma, non chiudiamo gli occhi su questo! La schiavitù oggi è una realtà,lo sfruttamento delle persone... C'è la  minaccia di questi terroristi...ma c'è anche un'altra minaccia, il terrorismo di Stato, quando le cose salgono salgono salgono, e ogni Stato, per suo conto, si sente  in diritto di massacrare i terroristi, e con i terroristi cadono tanti che sono innocenti...E questo è una anarchia di alto livello che è molto pericolosa. Con il terrorismo si deve lottare, ma ripeto quello che ho detto: quando si deve fermare l'aggressore ingiusto, si deve fare con il consenso internazionale. Nessun Paese ha il diritto per conto suo di fermare un aggressore ingiusto».

 D. Quando viaggia, nel suo cuore viaggia come successore di Pietro, vescovo di Roma o arcivescovo di Buenos Aires?

«Non so, davvero...viaggio credo con tutte e tre cose....ma come mai mi ha fatto questa domanda? Lei mi obbliga a pensare un po'. La memoria è di arcivescovo di Buenos Aires, ma questo non c'è più...Adesso sono vescovo di Roma e successore di Pietro. Credo  che con quella memoria ma con questa verità viaggio. Per me  Europa in questo momento mi preoccupa, per  aiutare  a che vada  avanti, e questo come vescovo di Roma e successore di Pietro...sono romano....Grazie tante del vostro lavoro, è stata una giornata forte, non dimenticate di pregare per me».