di Antonio Gaspari
È vissuto più di 2000 anni fa. Diceva di essere il Figlio di Dio e per questa sua “presunzione” venne condannato a morire in Croce. I suoi seguaci annunciarono la sua resurrezione. Non ha lasciato niente di scritto. Le persone a Lui più vicine hanno raccontato di quello che diceva e faceva. Non era un intellettuale, né un filosofo, non cercava i potenti ed i ricchi, anzi si rivolgeva ai poveri, ai malati, ai disperati, ai peccatori.
La sua vicenda è così straordinaria che è difficile pensare che qualche uomo possa averla inventata. Le sue parole trascritte e riportate dai Vangeli sono così sagge da colpire e stupire il cuore e la mente di miliardi di persone ancora oggi. Insomma, c’è chi crede a questa storia così incredibile al punto da orientare la propria vita secondo gli insegnamenti e le indicazioni di Gesù di Nazareth. Ed anche chi non crede a questa storia, prende sul serio Gesù e prova a dimostrare che la sua storia è un mito inventata dai seguaci e non corrisponde a realtà.
Per trovare risposta ai tanti misteri che avvolgono ancora la figura di Gesù di Nazareth, ZENIT ha intervistato don Gesualdo De Luca, teologo, assistente ecclesiastico regionale del Movimento Apostolico per la Calabria; parroco e vicario episcopale nell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, è anche assistente spirituale diocesano dell’Ente Nazionale Sordi.
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Chi era veramente Gesù?
Gesù è il figlio di Maria di Nazareth, concepito per opera dello Spirito Santo. Questa identità umana, terrena – o semplicemente la carne –, è stata assunta dal Verbo eterno o Figlio Unigenito del Padre.
Era veramente il figlio di Dio?
Che sia veramente il Figlio di Dio lo attesta in modo inequivocabile il Vangelo secondo Giovanni. Non solo è il Figlio di Dio. Lui stesso è Dio eterno. Chi si fa carne è il Verbo Eterno che è in principio, che in principio è presso Dio, che in principio è Dio.
Quali sono gli argomenti, le storie, gli avvenimenti che dimostrano che fosse veramente il figlio di Dio?
Al di là degli argomenti che sono tutta la sua vita vissuta in mezzo a noi, lo attesta la sua gloriosa risurrezione. La risurrezione è la conferma e l’attestazione da parte del Padre che ogni Parola di Gesù è purissima verità. Lo attesta ogni Parola del Vangelo ed ogni suo miracolo. Oggi lo attesta l’Eucaristia. Lo attesta ogni profezia dell’Antico Testamento che infallibilmente si compie. Lo attesta ogni santo e ogni martire di Cristo. Lo attesta ogni cristiano che decide di vivere il Vangelo: infatti nessun uomo, lasciato alle sole sue forze, potrà mai vivere una sola Parola di Cristo Gesù.
Gesù Cristo ha tanto predicato e parlato ma non ha scritto nulla. Perché?
Gesù non ha scritto nulla perché ha affidato la Parola non agli uomini, ma al suo Santo Spirito. Ad esempio: Paolo non ha conosciuto Cristo Signore, non è andato alla scuola degli Apostoli. Eppure conosce profondamente Cristo perché lo ha “letto” nel Libro dello Spirito Santo, nel quale lui abitava. Lo Spirito era la sua biblioteca sempre aggiornata all’ultima volontà del Padre e di Cristo Signore.
La fonte principale della storia e delle sue parole le abbiamo dai Vangeli. Cioè dagli apostoli che hanno riportato le parole che hanno ascoltato da Cristo. Come è stato possibile che persone semplici abbiano incontrato uno che diceva di essere il figlio di Dio che è morto in Croce e che è resuscitato? Gesù è stato capace di infiammare così tanto il cuore di questi primi apostoli, al punto tale che hanno convertito il mondo intero? Oggi il cristianesimo è la religione più diffusa al mondo. Cosa può dirci in proposito?
Chi legge i Vangeli sa che gli Apostoli pur vivendo a contatto con Cristo hanno compreso poco di Lui. La loro comprensione è naufragata sulla croce. Esempio di questo naufragio sono i discepoli di Emmaus. Dai Vangeli sappiamo anche che gli Apostoli non hanno creduto in Cristo neanche dopo averlo visto risorto. Matteo ci rivela che anche in Galilea, prima della missione, alcuni ancora dubitavano. Il Vangelo secondo Luca ci rivela che tutto è cambiato quando Gesù ha aperto la mente dei discepoli alla comprensione della Scrittura. È questo il vero segreto del cambiamento: leggere la Parola Antica di Dio con gli occhi dello Spirito. Tutte le Parole di Dio, le profezie, gli oracoli, le promesse – e le profezie esplicite sono più di ottanta, e attraversano tutto l’arco dell’Antico Testamento –, si compiono in Gesù di Nazaret. Se poi leggiamo gli Atti degli Apostoli notiamo che la Chiesa non è condotta dalla Parola, ma dallo Spirito Santo che dona di volta in volta la Parola da annunziare e anche manda dalle persone cui la Parola va annunziata. La forza della Chiesa non è il Vangelo, è invece lo Spirito Santo che ci dona oggi il Vangelo nella sua verità piena. Ma anche la storia della Chiesa attesta la stessa verità; i suoi santi non sono nati dal Vangelo, ma dallo Spirito Santo, da Cristo Signore, dalla Vergine Maria: il Vangelo parla di Cristo alle menti, lo Spirito Santo invece scrive Cristo nei cuori. Finché questa scrittura non avviene, il Vangelo rimane nella mente, ma non entra nei cuori. Per la conversione sempre è necessario che lo Spirito Santo scriva Cristo nei cuori, secondo l’Antica Profezia di Geremia: “Scriverò la mia legge – cioè Cristo Gesù –, nei loro cuori”.
Ci sono molte cose che non sono chiare. Perché il figlio di Dio ha aspettato fino a trenta anni per iniziare la vita pubblica?
La missione dei veri profeti non è dalla volontà dell’uomo: i tempi mai sono stabiliti dagli uomini. Abramo aveva settantacinque anni quando lasciò il paese di Carran. Mosè inizia la sua missione a ottant’anni. Samuele fu chiamato quando era giovanissimo. Anche Davide era quasi un ragazzo quando è stato chiamato. Amos era persona matura. Geremia era un giovane timido e pauroso. San Paolo ci rivela che Gesù ha compiuto la redenzione quando venne la pienezza del tempo. Il tempo è uno dei più grandi misteri nel quale un uomo è chiamato a vivere. Noi forse conosciamo il perché viviamo in questo tempo e non in un altro?
Dalla visita al tempio fino ai trenta anni che cosa ha fatto Gesù?
Il vangelo ci dice che in questi anni “Gesù cresceva, in età, sapienza e grazia, davanti a Dio ed agli uomini”. C’è una crescita armonica, in tutte le dimensioni della persona che è visibile, sperimentabile, perché non è solo davanti a Dio, ma anche davanti agli uomini.
È presumibile che abbia intessuto relazioni, che abbia avuto amici, che abbia parlato con tante persone. Poi però quando ha iniziato la vita pubblica è andato a cercare dei pescatori che erano a lui sconosciuti ed in pochi anni li ha trasformati in apostoli imbattibili, capaci di affrontare il martirio con lo stesso spirito con cui egli aveva accettato la Croce. Cosa ci può dire in proposito?
Il Padre ha donato al suo Figlio la missione di salvare l’uomo: ogni uomo, di ogni tempo. L’uomo si salva attraverso la carne, il corpo. È questo il duplice miracolo di Gesù: ha “moltiplicato” il suo corpo nell’Eucaristia e tutti possono mangiare di Lui per vivere per Lui; ha “moltiplicato” lo stesso suo corpo nei suoi apostoli e nei loro successori. In ogni Apostolo e suo successore è Cristo che vive ed è Cristo che opera e così può compiere la sua missione sino alla fine della storia. Come nell’Eucaristia si deve offrire il pane e il vino perché siano trasformati in corpo e sangue di Cristo, così nel sacerdozio ministeriale – in modo diverso anche nel battezzato e nel cresimato, anche loro sacerdoti, re e profeti – è necessario che il corpo venga offerto, non una sola volta, al momento della consacrazione, ma ogni giorno. Quando l’offerente non si offre più, Cristo Gesù, pur essendosi fatto corpo dell’offerente, non può più agire perché l’offerente non fa la sua offerta.
Sono migliaia le persone che i Romani hanno crocifisso. Perché l’unica memoria che rimane e resiste nel tempo è quella di Gesù?
Se Gesù non fosse risorto, realmente risorto, sarebbe stato un uomo come tutti gli altri, crocifisso giustamente o ingiustamente, come tutti gli altri. La differenza la fa la risurrezione. È con Cristo Risorto che inizia la risurrezione del mondo: il Risorto dona il suo Santo Spirito, che è il Datore della vita nuova nei cuori. Anche oggi è lo Spirito di Dio che rinnova la faccia della terra: lo Spirito dato da Cristo, dal corpo di Cristo, dalla Chiesa.
Si dice che l’accettazione delle sofferenze e della Croce da parte del Figlio di Dio è segno distintivo dei cristiani. In che senso?
Non è la sofferenza e la croce il segno distintivo del cristiano. È invece l’assunzione della croce e della sofferenza dei fratelli per recare loro salvezza e liberazione. La sofferenza è della condizione umana, perché è il frutto del peccato. Il cristiano è chiamato innanzitutto a non creare sofferenza verso i propri fratelli, liberandosi da ogni trasgressione, vizio e peccato. Gli adulteri, i ladri, gli omicidi, gli spargitori di calunnie, coloro che non condividono con l’altro i propri beni creano sofferenza agli altri e non sono cristiani. Cristiano è colui che non solo non crea sofferenza in nessun modo, ma sa anche assumere sempre ogni sofferenza, condividendola con i fratelli. Appunto come Cristo Gesù che non solo è innocente e senza macchia, ma ha preso su di sé ogni nostro peccato, ogni nostra sofferenza, ogni nostra malattia espiando e portando tutto nel suo corpo.
Ancora più inverosimile è la Risurrezione. Quali sono gli argomenti per credere ad un evento unico e straordinario come la Resurrezione?
Ogni argomento umano, storico, resta umano e storico. Gli argomenti umani sono neutri. È l’argomento divino che rinnova cuori e menti. I discepoli non credettero per il sepolcro vuoto. Fin dal primo istante la risurrezione è Vangelo, annunzio, predicazione. “Andate, dite che è risorto”. Valido invece è l’argomento divino. Gesù Risorto risorge nel cuore dei suoi discepoli scrivendosi in essi per mezzo del suo Santo Spirito. È la potenza dello Spirito Santo che cambia un cuore, anche oggi. Ma lo Spirito lo porta e lo dona chi ha scritto dallo Spirito Cristo Gesù nel suo cuore. Nella risurrezione si crede sempre allo stesso modo: il cristiano, presenza vera di Cristo Risorto, porta il suo Santo Spirito e con esso scrive Cristo nei cuori. Si crede in Cristo per scrittura. Se Cristo non è scritto, si può parlare anche per secoli di Lui, rimane solo un pensiero filosofico o religioso. Pensiero, non Persona scritta nel cuore.
Tanto è più incredibile la Risurrezione quanto il fatto che i cristiani credono a questo evento come fondamentale per la propria fede. E con questa fede sono capaci di donare anche la propria vita per la realizzazione del bene. Come si può spiegare questo comportamento?
I comportamenti cristiani non si spiegano, si mostrano. Cristo Gesù non spiegò al Centurione la sua figliolanza divina, gliela mostrò morendo da Santo sulla croce; quale fu la confessione di quell’uomo? “Veramente costui era figlio di Dio”. Gesù nel Vangelo mai spiega il suo essere e mai illumina la sua relazione con il Padre: la vive e la mostra. Gli altri la vedono. Alcuni la negano. Altri si aprono alla fede. La nostra fede non si dice, ma si mostra. La verità non si dice, si mostra. La carità non si dice, si mostra. La risurrezione non si dice, si mostra. Cristo non disse la sua risurrezione. Si mostrò risorto, risuscitò nei suoi discepoli, lasciandosi scrivere nei loro cuori per opera dello Spirito Santo. La forza del cristiano è lo Spirito Santo che vive in lui. Non è un fatto del passato, ma è un evento di oggi. Oggi lo Spirito è dato ed oggi lo Spirito vive ed opera. Oggi crea i martiri e i testimoni della fede. Vero cristiano è colui che porta lo Spirito vivo e con esso scrive Cristo Gesù nel cuore dei fratelli.
Da queste considerazioni possiamo dedurre che la fede è comprensibile e spiegabile dalla ragione ma è fondamentalmente un fenomeno di cuore. Ed è attraverso il cuore che gli umani capiscono, vivono e crescono. Lei che ne pensa?
La fede non è né questione di cuore e né di mente. È questione di scrittura di Cristo nel cuore e nella mente e chi scrive Cristo è lo Spirito Santo. Ma chi porta lo Spirito Santo è il cristiano. Se il cristiano porta lo Spirito, lo Spirito scrive Cristo nei cuori, nasce la fede, perché nasce Cristo nei cuori. Se il cristiano non porta lo Spirito, Cristo non viene scritto e nessuna fede nasce. Il problema allora non è il mondo che non crede. Il vero problema è il cristiano che non porta lo Spirito: Cristo non viene scritto nei cuori, mai si crede in Lui. Al massimo si potrebbe credere in un Cristo verità. Mai si potrà credere in Cristo vita, perché lo Spirito non lo ha scritto in noi. Tutto è nel compimento oggi della profezia di Geremia: “Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: “Conoscete il Signore”, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato» (Ger 31,31-34). Chi è allora il cristiano? Colui che scrive Cristo in ogni cuore per opera dello Spirito Santo che lui porta vivo e dal quale è portato.
Zenit