di Osvaldo Rinaldi
La storia di Anna e Gioacchino, genitori della Vergine Maria e nonni materni di Gesù, non viene raccontata dai Vangeli e nemmeno dai libri dell’Antico Testamento ma alcune rivelazioni private, ricevute da Anna Caterina Emmerick, hanno rivelato la loro vicenda personale.
La memoria di queste due grandi figure le possiamo definire il prefondamento della Chiesa nascente. Se Maria è la donna che richiama tutte le figure dell’Antico Testamento ed è immagine della Chiesa nascente, Anna e Gioacchino, in quanto genitori della Vergine, hanno accolto la “piena di grazia”, che sarebbe diventata la Madre del Redentore.
Questo è il primo insegnamento che ci rivela questa ricorrenza. Le opere di bene richiedono fatica, rinunzie e sopportazioni ma il dono che si riceve ripaga di tutti i pesanti sforzi e le lunghe attese. Anna e Gioacchino hanno ricevuto da Dio la gioia di avere come figlia la Vergine Maria, la quale sarebbe stata rallegrata dall’annunzio dell’angelo Gabriele, per rallegrare a sua volta tutta la Chiesa e il mondo intero.
I genitori spesso trascurano l’importanza della missione che Dio può avere assegnato al loro figlio. Spesso sono presi nel rimproverare quei atteggiamenti tipici della giovinezza, ma trascurano i carismi, soffocano la vocazione e scoraggiano i loro figli nei propositi di bene.
Non raramente, i figli sono considerati come una proprietà dei genitori e non come un dona ricevuta da Dio, a cui restituirli nell’avviarli alla ricerca della loro vocazione e nel compimento della loro missione.
È facile supporre che Anna e Gioacchino abbiano educato Maria alla vita religiosa, invitandola a cercare sempre la volontà di Dio. Possiamo immaginare la loro gioia alla nascita del bambino Gesù, lo stupore per gli avvenimenti dei suoi primi giorni di vita e soprattutto il loro dolore per il distacco della figlia, quando da Nazareth si è trasferita prima a Betlemme e successivamente in Egitto.
Quanto è importante il distacco del genitore quando lascia i suoi figli liberi nel prendere le decisioni all’interno della nuova famiglia senza consultarsi più con loro! Una delle cause di litigio più frequenti per gli sposi novelli è quella di rimanere ancora dipendenti alle abitudini della famiglia di origine. Il matrimonio tra uomo e donna è la nascita di una nuova creatura, formata da due persone distinte, che assumeranno un nuovo stile di vita, anche se rimarranno sempre presenti gli insegnamenti e le esperienze di vita vissute con i propri genitori.
Non viene raccontato il modo di essere nonni di Anna e Gioacchino verso il loro nipote Gesù. La vita familiare spesso è così singolare e caratteristica per ogni famiglia, che delle volte si ha l’impressione che i Vangeli non vogliano raccontare i particolari della loro vita privata, per evitare di esaltare alcune famiglie e sminuire altre. Ogni famiglia ha un carattere unico e irripetibile agli occhi di Dio, perchè è una nuova creatura pensata, voluta ed amata da Dio, malgrado tutti i suoi limiti ed i suoi difetti.
Quanto è importante il ruolo delle famiglie d’origine verso i loro figli, verso le loro nuore, verso i loro generi, ma soprattutto verso i loro nipoti.
I nonni sono svincolati dal dover dare un’educazione severa ai loro nipoti, ma sono chiamati a trattarli con quella naturalezza, spontaneità e fiducia tipica di chi ricorda l’esperienze vissute del passato e comprende le loro difficoltà presenti. Il dono dell’età anziana è la memoria, la quale è il fondamento per costruire il futuro. Il racconto delle esperienze dei nonni verso i nipoti è stato da sempre la trasmissione di quella esperienza che diventa parte della vita stessa delle nuove generazioni. Parlando e conoscendo i nonni si comprendono i limiti e i pregi dei propri genitori, si capisce il coraggio di come affrontare le difficoltà della vita. Ascoltare la voce saggia dei nonni libera dalla menzogna di credere ad un vita, che tutti desiderano tranquilla, ma che in realtà presenta momenti di difficoltà, che ci aiutano a crescere umanamente e maturare spiritualmente.
Anna e Gioacchino sono i patroni di tutti i nonni che sono aperti ad accogliere la volontà di Dio mettendosi sempre al servizio dei loro figli e dei loro nipoti, non con quel modo di fare troppo assillante e ansioso, e nemmeno riversando troppa ansia e paura verso gli errori dei loro figli. L’essere nonni è quella presenza discreta sempre pronta ad ascoltare, sempre attenta a costruire la pace in famiglia, provando a correggere con dolcezza quando è necessario e accogliendo con tanta tenerezza tutte le volte che è offerta l’occasione.
L’essere nonni è l’ultima missione da compiere all’interno della famiglia, ma non per questo è la meno importante. Rivalutare i nonni significa accogliergli nella propria casa evitando che rimangano soli nei momenti importanti della vita familiare, significa lasciare che i nipoti ascoltino i lori rimproveri, significa farli sentire importanti per i loro nipoti ed i loro figli.
Anna e Gioacchino sono stati i nonni di Gesù per volontà di Dio e per la libera volontà di Maria, la quale ha accettato la proposta dell’angelo di diventare la Madre di Dio.
I nonni, anche se non hanno più una tenera età, sono amanti della vita, consapevoli delle importanza delle scelte che vengono fatte in giovane etò, consapevoli di quanto sia importante per una famiglia l’apertura alla vita. I nonni comprendono benissimo come le uscite tra moglie e marito, lasciando i figli a casa loro, sono quei tempi necessari per riallacciare il dialogo, per scoprire la bellezza dello stare insieme e ripartire con rinnovato entusiasmo nella vita quotidiana.
Anna e Gioacchino ci ricordano che non tutte le vicende dei figli sono comprensibili ai genitori. Le storia di Maria avrà suscitato inquietudini nel cuore dei suoi genitori ma la loro fede li ha spinti ad affidarsi alla volontà di Dio. Quando una famiglia vive con questa fiducia la sua vita familiare, riesce molto più facilmente ad avere la stessa fiducia in Dio nei confronti dei figli che hanno lasciato la loro casa per formare una nuova famiglia.
Anna e Gioacchino invitano tutte le famiglie del mondo a non avere fretta nell’esprimere giudizi, ma ad attendere i tempi necessari nei quali si svelerà un raggio della volontà di Dio. Ed allora quelle preoccupazioni si trasformeranno in gioia, quelle notti insonni in serate in cui lodare Dio per il suo immenso amore.
Zenit