sabato 25 gennaio 2014

Papa Francesco alle partecipanti al 29° Congresso nazionale promosso dal C.I.F. (Centro Italiano Femminile)



Papa Francesco alle partecipanti al 29° Congresso nazionale promosso dal C.I.F. (Centro Italiano Femminile): “Auspico che si allarghino gli spazi per una presenza femminile più capillare ed incisiva nella Chiesa

“Questi nuovi spazi e responsabilità che si sono aperti, e che auspico vivamente possano ulteriormente espandersi alla presenza e all’attività delle donne, tanto nell’ambito ecclesiale quanto in quello civile e delle professioni, non possono far dimenticare il ruolo insostituibile della donna nella famiglia”.
Alle ore 12.15 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza le partecipanti al 29° Congresso nazionale promosso dal C.I.F. (Centro Italiano Femminile) sul tema: “Cif: quel passo in più - ri-generare la vita, coltivare la speranza” (Roma, Domus Mariae, 24-26 gennaio 2014). 
Care amiche del Centro Italiano Femminile,
in occasione del Congresso della vostra Associazione vi do il mio benvenuto e vi saluto cordialmente. Ringrazio la vostra Presidente per le parole con cui ha introdotto il nostro incontro.
Rendo grazie con voi al Signore per tutto il bene che il Centro Italiano Femminile ha compiuto durante i suoi quasi settant’anni di vita, per le opere che ha attuato nel campo della formazione e della promozione umana, e per la testimonianza che ha dato circa il ruolo della donna nella società e nella comunità ecclesiale. Infatti, nell’arco di questi ultimi decenni, accanto ad altre trasformazioni culturali e sociali, anche l’identità e il ruolo della donna, nella famiglia, nella società e nella Chiesa, hanno conosciuto mutamenti notevoli, e in genere la partecipazione e la responsabilità delle donne è andata crescendo.
In questo processo è stato ed è importante anche il discernimento da parte del Magistero dei Papi. In modo speciale va menzionata la Lettera apostolica del 1988 Mulieris dignitatem, del beato Giovanni Paolo II, sulla dignità e vocazione della donna, documento che, in linea con l’insegnamento del Concilio Vaticano II, ha riconosciuto la forza morale della donna, la sua forza spirituale (cfr n. 30); e ricordiamo anche il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1995 sul tema “La donna: educatrice di pace”.
Anch’io, ho ricordato l’indispensabile apporto della donna nella società, in particolare con la sua sensibilità e intuizione verso l’altro, il debole e l’indifeso; mi sono rallegrato nel vedere molte donne condividere alcune responsabilità pastorali con i sacerdoti nell’accompagnamento di persone, famiglie e gruppi, come nella riflessione teologica; ed ho auspicato che si allarghino gli spazi per una presenza femminile più capillare ed incisiva nella Chiesa (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 103).
Questi nuovi spazi e responsabilità che si sono aperti, e che auspico vivamente possano ulteriormente espandersi alla presenza e all’attività delle donne, tanto nell’ambito ecclesiale quanto in quello civile e delle professioni, non possono far dimenticare il ruolo insostituibile della donna nella famiglia. Le doti di delicatezza, peculiare sensibilità e tenerezza, di cui è ricco l’animo femminile, rappresentano non solo una genuina forza per la vita delle famiglie, per l’irradiazione di un clima di serenità e di armonia, ma una realtà senza la quale la vocazione umana sarebbe irrealizzabile.
Se nel mondo del lavoro e nella sfera pubblica è importante l’apporto più incisivo del genio femminile, tale apporto rimane imprescindibile nell’ambito della famiglia, che per noi cristiani non è semplicemente un luogo privato, ma quella “Chiesa domestica”, la cui salute e prosperità è condizione per la salute e prosperità della Chiesa e della società stessa. La presenza della donna nell’ambito domestico si rivela quanto mai necessaria, dunque, per la trasmissione alle generazioni future di solidi principi morali e per la stessa trasmissione della fede.

A questo punto viene spontaneo chiedersi: come è possibile crescere nella presenza efficace in tanti ambiti della sfera pubblica, nel mondo del lavoro e nei luoghi dove vengono adottate le decisioni più importanti, e al tempo stesso mantenere una presenza e un’attenzione preferenziale e del tutto speciale nella e per la famiglia? E qui è il campo del discernimento che, oltre alla riflessione sulla realtà della donna nella società, presuppone la preghiera assidua e perseverante. E’ nel dialogo con Dio, illuminato dalla sua Parola, irrigato dalla grazia dei Sacramenti, che la donna cristiana cerca sempre nuovamente di rispondere alla chiamata del Signore, nel concreto della sua condizione. Una preghiera, questa, sempre sostenuta dalla presenza materna di Maria. Lei, che ha custodito il suo Figlio divino, che ha propiziato il suo primo miracolo alle nozze di Cana, che era presente sul Calvario ed alla Pentecoste, vi indichi la strada da percorrere per approfondire il significato e il ruolo della donna nella società e per essere pienamente fedeli al Signore Gesù Cristo e alla vostra missione nel mondo.

*

Francesco: «Più spazio alle donne nella Chiesa e nella società»

Il «genio femminile» nel lavoro e nella sfera pubblica è «importante» ma il ruolo della donna nella famiglia è «insostituibile»

DOMENICO AGASSO JRROMA

L'auspicio che «si allarghino gli spazi per una presenza femminile più capillare ed incisiva nella Chiesa» è stato rinnovato oggi da papa Francesco in occasione dell'udienza concessa al Centro italiano femminile. «Pensiamo alla Madonna - ha suggerito - che nella Chiesa crea qualcosa che non possono creare i preti, i vescovi e il Papa». Nel suo discorso, Bergoglio ha poi confidato: «Mi sono rallegrato nel vedere molte donne condividere alcune responsabilità pastorali con i sacerdoti nell'accompagnamento di persone, famiglie e gruppi, come nella riflessione teologica».

«Auspico vivamente - ha scandito il Pontefice - che questi nuovi spazi e responsabilità che si sono aperti possano ulteriormente espandersi alla presenza e all'attività delle donne, tanto nell'ambito ecclesiale quanto in quello civile e delle professioni».

Tuttavia, ha però aggiunto Francesco, questi progressi «non possono far dimenticare il ruolo insostituibile della donna nella famiglia. Le doti di delicatezza, peculiare sensibilità e tenerezza, di cui è ricco l'animo femminile, rappresentano non solo una genuina forza per la vita delle famiglie, per l'irradiazione di un clima di serenità e di armonia, ma una realtà senza la quale la vocazione umana sarebbe irrealizzabile».

Infatti senza l'apporto delle donne, «la vocazione umana non può essere realizzata», ha ricordato Francesco. Nel suo discorso ha rammentato infatti «l'indispensabile apporto della donna nella società, in particolare con la sua sensibilità e intuizione verso l'altro, il debole e l'indifeso». Ma il Pontefice si è anche chiesto «come è possibile - alle donne di oggi - crescere nella presenza efficace in tanti ambiti della sfera pubblica, nel mondo del lavoro e nei luoghi dove vengono adottate le decisioni più importanti, e al tempo stesso mantenere una presenza e un'attenzione preferenziale e del tutto speciale nella e per la famiglia?».

Secondo Bergoglio, del resto, «se nel mondo del lavoro e nella sfera pubblica è importante l'apporto più incisivo del genio femminile, tale apporto rimane imprescindibile nell'ambito della famiglia, che per noi cristiani non è semplicemente un luogo privato, ma quella Chiesa domestica, la cui salute e prosperità è condizione per la salute e prosperità della Chiesa e della società stessa».

Inoltre, «la presenza della donna nell'ambito domestico si rivela quanto mai necessaria, dunque, per la trasmissione alle generazioni future di solidi principi morali e per la stessa trasmissione della fede».

Come dunque conciliare i due aspetti? Per Francesco è necessario esercitare in proposito un «discernimento che, oltre alla riflessione sulla realtà della donna nella società, presuppone la preghiera assidua e perseverante». «È nel dialogo con Dio, illuminato dalla sua Parola, irrigato dalla grazia dei Sacramenti, che la donna cristiana - ha detto il Papa - cerca sempre nuovamente di rispondere alla chiamata del Signore, nel concreto della sua condizione».

«Una preghiera - ha concluso - sempre sostenuta dalla presenza materna di Maria. Lei, che ha custodito il suo Figlio divino, che ha propiziato il suo primo miracolo alle nozze di Cana, che era presente sul Calvario e alla Pentecoste, vi indichi la strada da percorrere per approfondire il significato e il ruolo della donna nella società e per essere pienamente fedeli al Signore Gesù Cristo e alla vostra missione nel mondo».