sabato 21 settembre 2013

Giornata internazionale di preghiera per la pace: iniziative ecumeniche


L'esortazione di Papa Francesco in occasione della "Giornata Internazionale della Pace" che si celebra oggi 21 settembre.



Ripropongo le parole di Papa Francesco, mercoledì scorso durante l'Udienza generale, in occasione della Giornata Internazionale della Pace che si celebra oggi:
"Ogni anno, il 21 settembre, le Nazioni Unite celebrano la «Giornata Internazionale della Pace», ed il Consiglio Ecumenico delle Chiese si appella ai suoi membri affinché in tale giorno preghino per la pace. Invito i cattolici di tutto il mondo ad unirsi agli altri cristiani per continuare ad implorare da Dio il dono della pace nei luoghi più tormentati del nostro pianeta. Possa la pace, dono di Gesù, abitare sempre nei nostri cuori e sostenere i propositi e le azioni dei responsabili delle Nazioni e di tutti gli uomini di buona volontà. Impegniamoci tutti a incoraggiaregli sforzi per una soluzione diplomatica e politica dei focolai di guerra che ancora preoccupano. Il mio pensiero va specialmente alla cara popolazione siriana, la cui tragedia umana può essere risolta solo con il dialogo e la trattativa, nel rispetto della giustizia e della dignità di ogni persona, specialmente i più deboli e indifesi".
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Iniziative ecumeniche per la Giornata internazionale di preghiera per la pace. Nei cuori cresce la fraternità

(Riccardo Burigna) «La Giornata internazionale di preghiera per la pace offre un’opportunità per le comunità ecclesiali di tutto il mondo per pregare e per fare insieme qualcosa per alimentare la pace nel cuore degli uomini e delle donne, delle famiglie, delle comunità e della società»: con queste parole il World Council of Churches (Wcc) ha indicato l’importanza di vivere ecumenicamente la Giornata del 21 settembre dedicata alla pace, così da testimoniare la vocazione dei cristiani in ogni luogo dove sono chiamati a vivere la propria fede. Il Wcc ha voluto confermare la volontà di celebrare questa giornata come un momento del cammino ecumenico, rinnovando, anche quest’anno, una tradizione che risale al 2004. In quell’anno, l’allora segretario generale del Wcc, il pastore Samuel Kobia, decise di coinvolgere direttamente i cristiani nella celebrazione di questa giornata, che era stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1981 per dare una possibilità al mondo di fermarsi per riflettere su come interrompere il circolo vizioso di violenza che ogni conflitto crea. Il pastore Kobia propose che il 21 settembre diventasse una giornata di preghiera ecumenica per mostrare al mondo quanto i cristiani considerassero prioritario il loro impegno quotidiano per la costruzione della pace. Per Kobia questo era particolarmente importante perché l’impegno per la pace era alle origini del movimento ecumenico contemporaneo e ne costituiva una priorità. Questo impegno era stato arricchito dall’attiva partecipazione della Chiesa cattolica, soprattutto dopo la celebrazione del concilio Vaticano II, nella definizione di gesti ecumenici con i quali testimoniare l’invito neotestamentario a essere costruttori di pace. Per il Wcc, che ha fatto della denuncia e della lotta alla violenza uno degli elementi centrali della sua azione ecumenica, le guerre non solo provocano la morte di uomini e donne, ma distruggono comunità e tolgono possibilità per un futuro migliore a tanti bambini, aggravando le condizioni di povertà. La povertà può esser vinta solo grazie a un sviluppo che sia libero dal ricatto della guerra.
In questa azione il Wcc, in piena sintonia con la Chiesa cattolica, ha invitato i cristiani a pregare per la pace e a operare affinché le stesse istituzioni politiche si facciano promotrici di azioni concrete per mettere fine alle tante guerre che affliggono il mondo. Nel corso degli anni, nella Giornata internazionale di preghiera della pace, si sono venuti moltiplicando gli incontri, in molte parti del mondo, spesso a carattere locale, con i quali tante comunità cristiane hanno voluto testimoniare la loro scelta in favore non solo della costruzione della pace per il domani, ma della lotta per ridurre le guerre dell’oggi. Talvolta queste iniziative, spesso caratterizzate da momenti di lettura della Parola di Dio e di preghiera ecumenica, si sono aperte anche al confronto con le altre religioni nella prospettiva di ribadire la totale estraneità delle religioni a ogni forma di violenza e di discriminazione. Si è trattato di un passaggio particolarmente significativo dal momento che accanto a una dimensione prettamente ecumenica se ne è sviluppata un’altra interreligiosa, che ha consentito di vivere questa giornata come un tempo privilegiato nella riconciliazione della memoria, soprattutto in alcuni Paesi, definendo anche gesti concreti con i quali combattere la cultura della guerra.
Come molti hanno osservato le recenti parole e preghiere di Papa Francesco per il dialogo e per la pace hanno rafforzato l’impegno dei cristiani a vivere ecumenicamente questa giornata, moltiplicando le iniziative per pregare il Signore di sostenere la Chiesa nell’annuncio della buona novella e di coinvolgere uomini e donne di buona volontà nella costruzione del dialogo per sconfiggere la guerra.
Quest’anno l’ormai imminente Assemblea generale del Wcc, che si terrà a Busan, in Corea del Sud, dal 30 ottobre all’8 novembre prossimi, ha pesato nella definizione dei programmi della Giornata dal momento che proprio il tema dell’assemblea — «Dio della vita, guidaci alla giustizia e alla pace — ha costituito la fonte primaria di tante delle iniziative che sono state promosse dagli Stati Uniti al Canada alla Gran Bretagna, dalla Nigeria all’India fino all’Australia, con il coinvolgimento di Chiese e comunità ecclesiali. Molte di queste iniziative sono state programmate per la giornata di domenica, così da legare alla celebrazione comunitaria la preghiera ecumenica per la pace; altre iniziative sono state pensate come un’introduzione spirituale alla Settimana di preghiera per la pace in Terra Santa, in programma dal 22 al 28 settembre, che ha come tema «Gerusalemme, la città della giustizia e della pace». Questa settimana, promossa dal Palestine Israel Ecumenical Forum del Wcc, prevede convegni scientifici e preghiere ecumeniche con i quali si vuole confermare l’impegno di tanti cristiani a mettere fine alla questione palestinese e a creare le condizioni per una pace, fondata sulla giustizia, tra Israele e la Palestina, rimuovendo ogni forma di discriminazione e favorendo «la guarigione delle anime ferite».
Le iniziative ecumeniche per la Giornata di preghiera per la pace e per la Settimana di preghiera per la pace in Terra Santa mostrano quanto diffusa e radicata sia l’idea che i cristiani debbano proseguire il cammino ecumenico proprio così da potere rispondere insieme alla c