venerdì 18 ottobre 2013

Rapporto della Caritas sulla povertà.



 Aumentano in Italia le richieste di aiuto

Aumenta la richiesta di beni e servizi da parte di persone in difficoltà economica. La Caritas italiana, che con la sua rete di centri di ascolto sparsi sul territorio, costituisce un termometro assai attendibile della realtà, ha diffuso ieri, in occasione della Giornata internazionale dell’Onu per lo sradicamento della povertà, il suo rapporto riguardante appunto dati e politiche sulla povertà in Italia.Rapporto che, «nonostante gli scenari ottimistici» prospettati in tempi recenti da alcuni analisti economici, rileva come gli effetti della crisi economica siano tutt’altro che esauriti. Solo negli ultimi due anni, infatti, le richieste di beni e servizi materiali (abiti, cibo, igiene personale) sono passate dal 67,1% al 75,6% con un incremento dell’8,5%. Di converso, «si registra la perdita di peso percentuale delle richieste di sussidi economici, che passano dal 10% del 2012 al 4,8% del primo semestre 2013».
Da un monitoraggio sul 24% dei centri d’ascolto (369 in 53 diocesi), emerge che delle 41.529 persone che si sono rivolte ai centri Caritas, il 31% sono italiane, il 53,6% sono donne, il 62,4% è disoccupato e il 74,7% ha figli. In risposta alla situazione di crisi, le Chiese locali hanno messo in atto un variegato sistema di interventi e progetti. Destinatari di questi interventi sono state prevalentemente «famiglie in difficoltà, minori, immigrati, detenuti ed ex detenuti, anziani, vittime di violenza e tratta, malati terminali, senza dimora, richiedenti asilo». Specifiche attenzioni sono state sviluppate «per la prevenzione delle dipendenze (da sostanze, farmaci, alcol), per i problemi di occupazione, per usura, indebitamento, problemi abitativi». Secondo il documento della Caritas, «lo scoppio della crisi economica ha colto il nostro Paese impreparato, almeno per quanto riguarda le politiche di lotta alla povertà». Tra i punti di debolezza del sistema, Caritas segnala l’esigenza di un ripensamento complessivo del sistema di servizi e interventi sociali, la complessità del sistema di sostegno socio-assistenziale ed economico alle famiglie, lo sbilanciamento della spesa sociale italiana sul versante previdenziale, la mancanza di una misura universalistica di sostegno economico rivolta a coloro che si situano sotto il livello di minimo vitale. Tra le altre criticità individuate, la prossima chiusura, il 31 dicembre 2013, del Programma europeo di aiuti alimentari agli indigenti dell’Unione europea, il mancato aggiustamento delle pensioni al costo della vita, il taglio alle agevolazioni fiscali del settore non profit, l’incompiuta legge sul sovraindebitamento. Non mancano aspetti positivi, come la proposta di Acli e Caritas italiana dell’introduzione del reddito d’inclusione sociale.
Così, il 2014 si annuncia come un anno cruciale per le scelte da compiere. Infatti, «le linee indicate dalla prima bozza di legge di stabilità varata dal Governo il 15 ottobre scorso consegnano all’attenzione di opinione pubblica e addetti ai lavori un quadro poco rassicurante».
L'Osservatore Romano