martedì 6 gennaio 2015

Solennità della Epifania del Signore. Omelia di Francesco

Nuovo tweet del Papa: "Gesù è venuto a salvarci: non rifiutiamo questo dono meraviglioso!" (6 gennaio 2015)

*

Cappella Papale nella Solennità della Epifania del Signore. Omelia di Francesco: “I Magi sono così modelli di conversione alla vera fede perché hanno creduto più nella bontà di Dio che non nell’apparente splendore del potere 
Sala stampa della Santa Sede
[Text: Italiano, Français, English, Español, Português]
- Il segno (...) indica frasi aggiunte dal Santo Padre e pronunciate a braccio.
Alle ore 10 di oggi, Solennità dell’Epifania del Signore, il Santo Padre Francesco celebra la Santa Messa nella Basilica Vaticana. Riportiamo di seguito il testo dell’omelia che il Papa pronuncia dopo la proclamazione del Santo Vangelo e l’annunzio del giorno della Pasqua, che quest’anno si celebra il 5 aprile:
Omelia del Santo Padre (italiano, versione ufficiale)
Quel Bambino, nato a Betlemme dalla Vergine Maria, è venuto non soltanto per il popolo d’Israele, rappresentato dai pastori di Betlemme, ma anche per l’intera umanità, rappresentata oggi dai Magi, provenienti dall’Oriente. Ed è proprio sui Magi e sul loro cammino alla ricerca del Messia che la Chiesa ci invita oggi a meditare e a pregare.
Questi Magi venuti dall’Oriente sono i primi di quella grande processione di cui ci ha parlato il profeta Isaia nella prima Lettura (cfr 60,1-6): una processione che da allora non si interrompe più, e che attraverso tutte le epoche riconosce il messaggio della stella e trova il Bambino che ci indica la tenerezza di Dio. Ci sono sempre nuove persone che vengono illuminate dalla luce della sua stella, che trovano la strada e giungono fino a Lui.
I Magi, secondo la tradizione, erano uomini sapienti: studiosi degli astri, scrutatori del cielo, in un contesto culturale e di credenze che attribuiva alle stelle significati e influssi sulle vicende umane. I Magi rappresentano gli uomini e le donne in ricerca di Dio nelle religioni e nelle filosofie del mondo intero: una ricerca che non ha mai fine. (...)
I Magi ci indicano la strada sulla quale camminare nella nostra vita. Essi cercavano la vera Luce: «Lumen requirunt lumine», dice un inno liturgico dell’Epifania, riferendosi proprio all’esperienza dei Magi; seguendo una luce essi ricercano la luce. Andavano alla ricerca di Dio. Visto il segno della stella, lo hanno interpretato e si sono messi in cammino, hanno fatto un lungo viaggio.
È lo Spirito Santo che li ha chiamati e li ha spinti a mettersi in cammino; e in questo cammino avverrà anche il loro personale incontro con il vero Dio.
Nel loro cammino i Magi incontrano tante difficoltà. Quando arrivano a Gerusalemme loro vanno al palazzo del re, perché considerano ovvio che il nuovo re sarebbe nato nel palazzo reale. Là perdono la vista della stella (...) e incontrano una tentazione, messa lì dal diavolo: è l’inganno di Erode. Il re Erode si mostra interessato al bambino, ma non per adorarlo, bensì per eliminarlo. Erode è l’uomo di potere, che nell’altro riesce a vedere soltanto il rivale. E in fondo egli considera anche Dio come un rivale, anzi come il rivale più pericoloso. Nel palazzo di Erode i Magi attraversano un momento di oscurità, di desolazione, che riescono a superare grazie ai suggerimenti dello Spirito Santo, che parla mediante le profezie della Sacra Scrittura. Queste indicano che il Messia nascerà a Betlemme, la città di Davide.
A quel punto riprendono il cammino e rivedono la stella: l’evangelista annota che provarono «una gioia grandissima» (Mt 2,10), una vera consolazione. Giunti a Betlemme, trovarono «il bambino con Maria sua madre» (Mt 2,11). Dopo quella di Gerusalemme, questa per loro fu la seconda, grande tentazione: rifiutare questa piccolezza. E invece: «si prostrarono e lo adorarono», offrendogli i loro doni preziosi e simbolici. È sempre la grazia dello Spirito Santo che li aiuta: quella grazia che, mediante la stella, li aveva chiamati e guidati lungo il cammino, ora li fa entrare nel mistero. (...) Guidati dallo Spirito, arrivano a riconoscere che i criteri di Dio sono molto diversi da quelli degli uomini, che Dio non si manifesta nella potenza di questo mondo, ma si rivolge a noi nell’umiltà del suo amore. (...) I Magi sono così modelli di conversione alla vera fede perché hanno creduto più nella bontà di Dio che non nell’apparente splendore del potere. E allora ci possiamo chiedere: qual è il mistero in cui Dio si nasconde? Dove posso incontrarlo? Vediamo attorno a noi guerre, sfruttamento di bambini, torture, traffici di armi, tratta di persone… In tutte queste realtà, in tutti questi fratelli e sorelle più piccoli che soffrono per tali situazioni, c’è Gesù (cfr Mt 25, 40.45). Il presepe ci prospetta una strada diversa da quella vagheggiata dalla mentalità mondana: è la strada dell’abbassamento di Dio,(...) la sua gloria nascosta nella mangiatoia di Betlemme, nella croce sul calvario, nel fratello e nella sorella che soffre.
I Magi sono entrati nel mistero. Sono passati dai calcoli umani al mistero: e questa è stata la loro conversione. E la nostra? Chiediamo al Signore che ci conceda di vivere lo stesso cammino di conversione vissuto dai Magi. Che ci difenda e ci liberi dalle tentazioni che nascondono la stella. Che abbiamo sempre l’inquietudine di domandarci: dov’è la stella?, quando – in mezzo agli inganni mondani – l’abbiamo persa di vista. Che impariamo a conoscere in modo sempre nuovo il mistero di Dio, che non ci scandalizziamo del “segno”, dell’indicazione: (...) «un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12), e che abbiamo l’umiltà di chiedere alla Madre, a nostra Madre, che ce lo mostri. Che troviamo il coraggio di liberarci dalle nostre illusioni, dalle nostre presunzioni, dalle nostre “luci”, e che cerchiamo questo coraggio nell’umiltà della fede e possiamo incontrare la Luce, Lumen, come hanno fatto i santi Magi. (...) Amen.
Francese
Cet Enfant, né à Bethléem de la Vierge Marie, est venu non seulement pour le peuple d’Israël, représenté par les bergers de Bethléem, mais aussi pour l’humanité entière, représentée aujourd’hui par les Mages, venant d’Orient. Et c’est justement sur les Mages et sur leur chemin à la recherche du Messie que l’Église nous invite aujourd’hui à méditer et à prier.
Ces Mages venant d’Orient sont les premiers de cette grande procession dont nous a parlé le prophète Isaïe dans la première lecture (cf. 60, 1-6) : une procession qui depuis lors ne s’interrompt plus, et qui, à toutes les époques, reconnaît le message de l’étoile et trouve l’Enfant qui nous indique la tendresse de Dieu. Il y a toujours de nouvelles personnes qui sont éclairées par la lumière de son étoile, qui trouvent le chemin et arrivent jusqu’à Lui. Les Mages, selon la tradition, étaient des hommes sages : étudiant les astres, scrutant le ciel, dans un contexte culturel et de croyances qui attribuait aux étoiles des significations et des influences sur les événements humains. Les mages représentent les hommes et les femmes à la recherche de Dieu dans les religions et dans les philosophies du monde entier : une recherche qui n’a jamais de fin.
Les Mages nous indiquent la route sur laquelle marcher dans notre vie. Ils cherchaient la véritable Lumière : « Lumen requirunt lumine », dit une hymne liturgique de l’Épiphanie, se référant à l’expérience des Mages ; en suivant une lumière ils cherchaient la lumière. Ils allaient à la recherche de Dieu. Après avoir vu le signe de l’étoile, ils l’ont interprété et se sont mis en chemin, ils ont fait un long voyage.
C’est l’Esprit Saint qui les a appelés et qui les a poussés à se mettre en chemin ; et sur ce chemin, aura lieu aussi leur rencontre personnelle avec le vrai Dieu.
Sur leur chemin, les Mages rencontrent beaucoup de difficultés. Quand ils arrivent à Jérusalem, ils vont au palais du roi, parce qu’ils tenaient pour évident que le nouveau roi serait né dans le palais royal. Là, ils perdent de vue l’étoile et rencontrent une tentation, mise là par le diable : c’est la tromperie d’Hérode. Le roi Hérode se montre intéressé par l’enfant, non pas pour l’adorer, mais bien pour l’éliminer. Hérode est l’homme de pouvoir, qui ne réussit à voir dans l’autre que le rival. Et au fond, il considère aussi Dieu comme un rival, même comme le rival le plus dangereux. Au palais d’Hérode, les Mages traversent un moment d’obscurité, de désolation, qu’ils réussissent à surmonter grâce aux suggestions de l’Esprit Saint, qui parle par les prophéties de l’Écriture Sainte. Elles indiquent que le Messie naîtra à Bethléem, la cité de David.
À ce point, ils reprennent le chemin et voient à nouveau l’étoile : l’évangéliste note qu’ils éprouvèrent « une très grande joie » (Mt 2, 10), une véritable consolation. Arrivés à Bethléem, ils trouvèrent « l’enfant avec Marie, sa mère » (Mt 2, 11). Après celle de Jérusalem, ce fut pour eux la seconde, la grande tentation : refuser cette petitesse. Et au contraire : « tombant à ses pieds, ils se prosternèrent devant lui », lui offrant leurs dons précieux et symboliques. C’est toujours la grâce de l’Esprit Saint qui les aide : cette grâce qui, par l’étoile, les avait appelés et guidés au long du chemin, maintenant les fait entrer dans le mystère. Guidés par l’Esprit Saint, ils arrivent à reconnaître que les critères de Dieu sont très différents de ceux des hommes, que Dieu ne se manifeste pas dans la puissance de ce monde, mais s’adresse à nous dans l’humilité de son amour. Les Mages sont ainsi des modèles de conversion à la vraie foi parce qu’ils ont cru davantage dans la bonté de Dieu que dans l’apparente splendeur du pouvoir.
Et alors nous pouvons nous demander : quel est ce mystère dans lequel Dieu se cache ? Où puis-je le rencontrer ? Nous voyons autour de nous des guerres, l’exploitation des enfants, des tortures, des trafics d’armes, la traite des personnes…. Dans toutes ces réalités, dans tous ces frères et soeurs les plus petits qui souffrent à cause de ces situations, il y a Jésus (cf. Mt 25, 40.45). La crèche nous présente un chemin différent de celui rêvé par la mentalité mondaine : c’est le chemin de l’abaissement de Dieu, sa gloire cachée dans la mangeoire de Bethléem, dans la croix sur le calvaire, dans le frère et dans la soeur qui souffrent.
Les mages sont entrés dans le mystère. Ils sont passés des calculs humains au mystère : et cela a été leur conversion. Et la nôtre ? Demandons au Seigneur qu’il nous accorde de vivre le même chemin de conversion vécu par les Mages. Qu’il nous défende et nous libère des tentations qui cachent l’étoile. Que nous éprouvions toujours l’inquiétude de nous demander : où est l’étoile ? quand – au milieu des tromperies mondaines – nous l’avons perdue de vue. Que nous apprenions à connaître de façon toujours plus nouvelle le mystère de Dieu, que nous ne nous scandalisions pas du “signe”, de l’indication : « un nouveau-né emmailloté et couché dans une mangeoire » (Lc 2, 12), et que nous ayons l’humilité de demander à la Mère, à notre Mère, qu’elle nous le montre. Que nous trouvions le courage de nous libérer de nos illusions, de nos présomptions, de nos “lumières”, et que nous cherchions ce courage dans l’humilité de la foi et que nous puissions rencontrer la Lumière, Lumen, comme l’ont fait les saints Mages. Amen.
Inglese
That child, born in Bethlehem of the Virgin Mary, came not only for the people of Israel, represented by the shepherds of Bethlehem, but also for all humanity, represented today by the wise men from the East. It is on the Magi and their journey in search of the Messiah that the Church today invites us to meditate and to pray.
These wise men from the East were the first in that great procession of which the prophet Isaiah spoke in today’s first reading (cf. 60:1-6): a procession which from that time on has continued uninterrupted; in every age it hears the message of the star and finds the Child who reveals the tenderness of God. New persons are always being enlightened by that star; they find the way and come into his presence.
According to tradition, the wise men were sages, watchers of the constellations, observers of the heavens, in a cultural and religious context which saw the stars as having significance and power over human affairs. The wise men represent men and woman who seek God in the world’s religions and philosophies: an unending quest.
The wise men point out to us the path of our journey through life. They sought the true Light. As a liturgical hymn of Epiphany which speaks of their experience puts it:“Lumen requirunt lumine”; by following a light, they sought the light. They set out in search of God. Having seen the sign of the star, they grasped its message and set off on a long journey. It is the Holy Spirit who called them and prompted them to set out; during their journey they were also to have a personal encounter with the true God.
Along the way, the wise men encountered many difficulties. Once they reached Jerusalem, they went to the palace of the king, for they thought it obvious that the new king would be born in the royal palace. There they lost sight of the star and met with a temptation, placed there by the devil: it was the deception of Herod. King Herod was interested in the child, not to worship him but to eliminate him. Herod is the powerful man who sees others only as rivals. Deep down, he also considers God a rival, indeed the most dangerous rival of all. In Herod’s palace the wise men experience a moment of obscurity, of desolation, which they manage to overcome thanks to the prompting of the Holy Spirit, who speaks through the prophecies of sacred Scripture. These indicate that the Messiah is to be born in Bethlehem, the city of David. At that point they resume their journey, and once more they see the star; the evangelist says that they “rejoiced exceedingly” (Mt 2:10). Coming to Bethlehem, they found “the child with Mary his mother” (Mt 2:11). After that of Jerusalem, this was their second great temptation: to reject this smallness. But instead, “they fell down and worshiped him”, offering him their precious symbolic gifts. Again, it is the grace of the Holy Spirit which assists them. That grace, which through the star had called them and led them along the way, now lets them enter into the mystery. Led by the Spirit, they come to realize that God’s criteria are quite different from those of men, that God does not manifest himself in the power of this world, but speaks to us in the humbleness of his love. The wise men are thus models of conversion to the true faith, since they believed more in the goodness of God than in the apparent splendour of power.
And so we can ask ourselves: what is the mystery in which God is hidden? Where can I find him? All around us we see wars, the exploitation of children, torture, trafficking in arms, trafficking in persons… In all these realities, in these, the least of our brothers and sisters who are enduring these difficult situations, there is Jesus (cf. Mt 25:40,45). The crib points us to a different path from the one cherished by the thinking of this world: it is the path of God’s selfabasement, his glory concealed in the manger of Bethlehem, on the cross upon Calvary, in each of our suffering brothers and sisters.
The wise men entered into the mystery. They passed from human calculations to the mystery: this was their conversion. And our own? Let us ask the Lord to let us undergo that same journey of conversion experienced by the wise men. Let us ask him to protect us and to set us free from the temptations which hide the star. To let us always feel the troubling question: “Where is the star?”, whenever – amid the deceptions of this world – we lose sight of it. To let us know ever anew God’s mystery, and not to be scandalized by the “sign” which points to “a babe wrapped in swaddling cloths, lying in a manger” (Lk 2:12), and to have the humility to ask the Mother, our Mother, to show him to us. To find the courage to be liberated from our illusions, our presumptions, our “lights”, and to seek this courage in the humility of faith and in this way to encounter the Light, Lumen, like the holy wise men. Amen.
Spagnolo
Ese Niño, nacido de la Virgen María en Belén, vino no sólo para el pueblo de Israel, representado en los pastores de Belén, sino también para toda la humanidad, representada hoy por los Magos de Oriente. Y precisamente hoy, la Iglesia nos invita a meditar y a rezar sobre los Magos y su camino en busca del Mesías.
Estos Magos que vienen de Oriente son los primeros de esa gran procesión de la que habla el profeta Isaías en la primera lectura (cf. 60,1-6). Una procesión que desde entonces no se ha interrumpido jamás, y que en todas las épocas reconoce el mensaje de la estrella y encuentra el Niño que nos muestra la ternura de Dios. Siempre hay nuevas personas que son iluminadas por la luz de su estrella, que encuentran el camino y llegan hasta él.
Según la tradición, los Magos eran hombres sabios, estudiosos de los astros, escrutadores del cielo, en un contexto cultural y de creencias que atribuía a las estrellas un significado y un influjo sobre las vicisitudes humanas. Los Magos representan a los hombres y a las mujeres en busca de Dios en las religiones y filosofías del mundo entero, una búsqueda que no acaba nunca. Los Magos nos indican el camino que debemos recorrer en nuestra vida. Ellos buscaban la Luz verdadera: «Lumen requirunt lumine», dice un himno litúrgico de la Epifanía, refiriéndose precisamente a la experiencia de los Magos; siguiendo una luz ellos buscan la luz. Iban en busca de Dios. Cuando vieron el signo de la estrella, lo interpretaron y se pusieron en camino, hicieron un largo viaje.
El Espíritu Santo es el que los llamó e impulsó a ponerse en camino, y en este camino tendrá lugar también su encuentro personal con el Dios verdadero.
En su camino, los Magos encuentran muchas dificultades. Cuando llegan a Jerusalén van al palacio del rey, porque consideran algo natural que el nuevo rey nazca en el palacio real. Allí pierden de vista la estrella y se encuentran una tentación, puesta ahí por el diablo, es el engaño de Herodes. El rey Herodes muestra interés por el niño, pero no para adorarlo, sino para eliminarlo. Herodes es un hombre de poder, que sólo consigue ver en el otro a un rival. Y en el fondo, también considera a Dios como un rival, más aún, como el rival más peligroso. En el palacio de Herodes los Magos atraviesan un momento de oscuridad, de desolación, que consiguen superar gracias a la moción del Espíritu Santo, que les habla mediante las profecías de la Sagrada Escritura. Éstas indican que el Mesías nacerá en Belén, la ciudad de David. En este momento, retoman el camino y vuelven a ver la estrella. El evangelista apunta que experimentaron una «inmensa alegría» (Mt 2,10), una verdadera consolación. Llegados a Belén, encontraron «al niño con María, su madre» (Mt 2,11). Después de lo ocurrido en Jerusalén, ésta será para ellos la segunda gran tentación: rechazar esta pequeñez. Y sin embargo: «cayendo de rodillas lo adoraron», ofreciéndole sus dones preciosos y simbólicos. La gracia del Espíritu Santo es la que siempre los ayuda. Esta gracia que, mediante la estrella, los había llamado y guiado por el camino, ahora los introduce en el misterio. Guiados por el Espíritu, reconocen que los criterios de Dios son muy distintos a los de los hombres, que Dios no se manifiesta en la potencia de este mundo, sino que nos habla en la humildad de su amor. De ese modo, los Magos son modelos de conversión a la verdadera fe porque han dado más crédito a la bondad de Dios que al aparente esplendor del poder.
Y ahora nos preguntamos: ¿Cuál es el misterio en el que Dios se esconde? ¿Dónde puedo encontrarlo? Vemos a nuestro alrededor guerras, explotación de los niños, torturas, tráfico de armas, trata de personas… Jesús está en todas estas realidades, en todos estos hermanos y hermanas más pequeños que sufren tales situaciones (cf. Mt 25, 40.45). El pesebre nos presenta un camino distinto al que anhela la mentalidad mundana. Es el camino del anonadamiento de Dios, de su gloria escondida en el pesebre de Belén, en la cruz del Calvario, en el hermano y en la hermana que sufren.
Los Magos han entrado en el misterio. Han pasado de los cálculos humanos al misterio, y éste es el camino de su conversión. ¿Y la nuestra? Pidamos al Señor que nos conceda vivir el mismo camino de conversión que vivieron los Magos. Que nos defienda y nos libre de las tentaciones que oscurecen la estrella. Que tengamos siempre la inquietud de preguntarnos, ¿dónde está la estrella?, cuando, en medio de los engaños mundanos, la hayamos perdido de vista. Que aprendamos a conocer siempre de nuevo el misterio de Dios, que no nos escandalicemos de la “señal”, de la indicación: «un niño envuelto en pañales y acostado en un pesebre» (Lc 2,12), y que tengamos la humildad de pedir a la Madre, a nuestra Madre, que nos lo muestre. Que encontremos el valor de liberarnos de nuestras ilusiones, de nuestras presunciones, de nuestras “luces”, y que busquemos este valor en la humildad de la fe y así encontremos la Luz, Lumen, como han hecho los santos Magos. Amén.
Portoghese
Aquele Menino, nascido em Belém da Virgem Maria, não veio só para o povo de Israel, representado pelos pastores de Belém, mas para toda a humanidade, representada neste dia pelos Magos, vindos do Oriente. E é precisamente a propósito dos Magos e do seu caminho à procura do Messias que a Igreja nos convida hoje a meditar e a rezar.
Estes Magos, vindos do Oriente, são os primeiros daquela grande procissão de que nos falou o profeta Isaías na primeira Leitura (cf. 60, 1-6): uma procissão que nunca se interrompeu desde então e que, através de todas as épocas, reconhece a mensagem da estrela e encontra o Menino que nos mostra a ternura de Deus. Há sempre novas pessoas que são iluminadas pela luz da sua estrela, que encontram o caminho e chegam até Ele.
Segundo a tradição, os Magos eram homens sábios: estudiosos dos astros, perscrutadores do céu, num contexto cultural com crenças que atribuíam às estrelas explicações e influxos sobre as vicissitudes humanas. Os Magos representam os homens e as mulheres à procura de Deus nas religiões e nas filosofias do mundo inteiro: uma busca que jamais terá fim. Os Magos indicam-nos o caminho por onde seguir na nossa vida. Eles procuravam a verdadeira Luz: «Lumen requirunt lumine – diz um hino litúrgico da Epifania, aludindo precisamente à experiência dos Magos – seguindo uma luz, eles buscam a luz». Andavam à procura de Deus. Tendo visto o sinal da estrela, interpretaram-no e puseram-se a caminho, fazendo uma longa viagem.
Foi o Espírito Santo que os chamou e impeliu a pôr-se a caminho; e, neste caminho, terá lugar também o seu encontro pessoal com o verdadeiro Deus.
No seu caminho, os Magos encontram muitas dificuldades. Quando chegam a Jerusalém, vão ao palácio do rei, porque consideram óbvio que o novo rei nasceria no palácio real. Lá perdem de vista a estrela e embatem numa tentação, posta lá pelo diabo: é o engano de Herodes. O rei Herodes mostra interesse pelo Menino, não para O adorar, mas para O eliminar. Herodes é homem do poder, que consegue ver no outro apenas o rival. E, no fundo, considera Deus também como um rival, antes, como o rival mais perigoso. No palácio de Herodes, os Magos atravessam um momento de escuridão, de desolação, que conseguem superar graças às sugestões do Espírito Santo, que fala através das profecias da Sagrada Escritura. Estas indicam que o Messias nascerá em Belém, a cidade de David.
Então eles retomam a viagem e de novo vêem a estrela: o evangelista observa que sentiram «imensa alegria» (Mt 2, 10), uma verdadeira consolação. Tendo chegado a Belém, encontraram «o menino com Maria, sua mãe» (Mt 2, 11). Depois da tentação em Jerusalém, apareceu aqui a segunda grande tentação: rejeitar esta pequenez. Mas não o fizeram; em vez disso, «prostrandose, adoraram-No», oferecendo-Lhe seus preciosos e simbólicos dons. É sempre a graça do Espírito Santo que os ajuda: aquela graça que, por meio da estrela, os chamara e guiara ao longo do caminho, agora fá-los entrar no mistério. Guiados pelo Espírito, chegam a reconhecer que os critérios de Deus são muito diferentes dos critérios dos homens, já que Deus não Se manifesta no poder deste mundo, mas vem até nós na humildade do seu amor. Assim os Magos são modelo de conversão à verdadeira fé, porque acreditaram mais na bondade de Deus do que no brilho aparente do poder.

Deste modo, podemos interrogar-nos: Qual é o mistério onde Deus Se esconde? Onde posso encontrá-Lo? Ao nosso redor, vemos guerras, exploração de crianças, torturas, tráficos de armas, comércio de pessoas... Em todas estas realidades, em todos estes irmãos e irmãs mais pequeninos que sofrem por tais situações, está Jesus (cf. Mt 25, 40.45). O presépio propõe-nos um caminho diferente do sonhado pela mentalidade mundana: é o caminho do abaixamento de Deus, a sua glória escondida na manjedoura de Belém, na cruz do Calvário, no irmão e na irmã que sofre. Os Magos entraram no mistério. Passaram dos cálculos humanos ao mistério: esta foi a sua conversão. E a nossa? Peçamos ao Senhor que nos conceda fazer o mesmo caminho de conversão vivido pelos Magos. Que nos defenda e livre das tentações que escondem a estrela. Que sintamos sempre a inquietação de nos interrogarmos «onde está a estrela», quando a perdermos de vista no meio dos enganos do mundo. Que aprendamos a conhecer de forma sempre nova o mistério de Deus, que não nos escandalizemos do «sinal», da indicação «um menino envolto em panos e deitado numa manjedoura» (Lc 2, 12), e que tenhamos a humildade de pedir à Mãe, à nossa Mãe, que no-Lo mostre. Que encontremos a coragem de nos libertar das nossas ilusões, das nossas presunções, das nossas «luzes», e que busquemos tal coragem na humildade da fé e possamos encontrar a Luz, Lumen, como fizeram os santos Magos. Amen.