Siamo al Venerdi in Albis, ottavo giorno della novena alla Divina Misericordia, festa liturgica di santa Caterina da Siena. Di seguito il testo della preghiera della novena per oggi e un testo preziosissimo di Caterina sulla Misericordia.
Ottavo giorno (Venerdi in Albis).
Meditare sulle parabole della Divina Misericordia (cfr. Lc 10,29-37;15,11-32;15,1-10) puntualizzando sia il sollievo della sofferenza verso i vivi e i defunti, come anche la promozione integrale dell’uomo e la necessità di avvicinare i lontani.
Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime che si trovano nel Purgatorio ed immergile nell’abisso della mia Misericordia, affinché gli zampilli del mio sangue ristorino la loro arsura. Tutte queste povere anime sono da me immensamente amate; esse soddisfano la Giustizia Divina. È in tuo potere portar loro sollievo offrendo tutte le indulgenze e le offerte espiatorie prese dal tesoro della mia Chiesa. Se tu conoscessi il loro tormento, non smetteresti di offrire l’elemosina delle tue preghiere e di pagare i debiti che esse hanno contratto con la mia Giustizia".
Preghiamo per le anime del Purgatorio.
Misericordiosissimo Gesù, che hai detto: "Misericordia io voglio" (Mt 9,13), accogli, ti preghiamo, nella dimora del tuo Cuore infinitamente pietoso le anime del Purgatorio, che ti sono molto care, ma che devono tuttavia soddisfare alla Giustizia Divina. I torrenti di sangue e di acqua, che sgorgano dal tuo Cuore, spengano le fiamme del fuoco del Purgatorio, affinché anche là si manifesti la potenza della tua Misericordia.
Pater... Ave... Gloria...
Eterno Padre, dà uno sguardo compassionevole alle anime che soffrono nel Purgatorio. Per i meriti della dolorosa Passione di tuo Figlio e per l’amarezza che riempì il suo Cuore sacratissimo abbi pietà di quanti si trovano sotto lo sguardo della tua Giustizia.
Ti chiediamo di guardare queste anime solo attraverso le Piaghe del tuo Figlio prediletto, perché siamo convinti che la tua Bontà e Misericordia non hanno limiti. Amen.
Segue coroncina alla Divina Misericordia
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Dalle "Lettere" di santa Caterina da Siena (Il neretto e le sottolineature sono mie)
Lettera 189, ai monaci di Cervaia.
Epistolario, Firenze, 1939, a cura di P. Misciatelli,vol.3°, 138-140.
Il dolce e buon Dio ha posto nell'uomo, mentre vive nel carcere corruttibile del suo corpo, un continuo rimedio che fortifica la ragione e la libertà dell'uomo, cioè la continua medicina del fuoco dello Spirito Santo, che non gli è mai tolto. Adopera anche continuamente la grazia e i doni suoi. Così ogni giorno tu puoi e devi adoperare questo dolce battesimo, che ti è dato per grazia e non per debito.
Quando dunque l'anima vede in sé tanta eccellenza e fuoco di Spirito Santo, si inebria talmente dell'amore del suo Creatore, che perde tutta se stessa, e vivendo vive come morta alle cose di quaggiù, e non sente alcun diletto o gusto per le creature. Infatti la memoria è già piena dell'affetto del suo Creatore, e l'intelletto non intende né vede nessuna cosa se non in Dio e per Dio.
A questa perfezione, carissimi fratelli, voi siete invitati dallo Spirito Santo, che vi ha tratti dallo stato del secolo allo stato monastico; e siete legati con la guida della vera e santa obbedienza, condotti a mangiar favi di miele nel giardino della santa Chiesa.
Vi prego dunque, poiché questo dà tanta gioia, di non mai volgere il capo all'indietro per qualsiasi fatica o tentazione del demonio. E non soggiaccia mai a tristezza o confusione l'anima vostra, perché il demonio non vorrebbe altro. Infatti egli spesse volte, darà molte molestie e varie battaglie, e vi farà falsamente giudicare contro l'obbedienza che vi fosse imposta.
E non fa questo perché creda che di primo colpo noi cadiamo, ma solo perché l'anima venga a disordinata tristezza e confusione di mente. In questo stato, essa tralascia per tedio gli esercizi spirituali che faceva, parendole che le sue opere non debbano essere accette né piacevoli a Dio, poiché in tante tenebre e freddezza di cuore le sembra esser priva del calore della carità; ed allora crede meglio di lasciarle che di farle.
Ma non si deve far così poiché se tutti i peccati si radunassero nel corpo di un uomo, ma gli rimanesse la vera speranza e la viva fede nella infinita misericordia divina, non gli si potrà impedire di partecipare e ricevere il frutto del sangue del Figliuolo di Dio, il sangue che il dolce Gesù sparse, volendo compiere la volontà del Padre e la nostra salvezza.