Ancora per la sera un testo di Agostino:
Ascoltate le parole dell'Apostolo, nel quale soffriva lo stesso Cristo: Ho da compiere nella mia carne ciò che manca alle tribolazioni di Cristo . Ho da compiere... che cosa? Ciò che manca.Ciò che manca a chi? Alle tribolazioni di Cristo. E dove è che manca? Nella mia carne. Mancava forse qualche tribolazione in quell'uomo assunto dal Verbo di Dio, nato da Maria Vergine? Egli soffrì tutto quanto doveva soffrire e lo soffrì di sua spontanea volontà, non perché ve lo obbligasse il peccato; e, a quanto è dato capire, lo soffrì veramente tutto. Infatti, quando inchiodato sulla croce, ebbe assaporato l'aceto, ultima sofferenza, disse: È compiuto! E chinato il capo, emise lo spirito . Che significa: È compiuto?Che non manca niente per completare la misura delle mie sofferenze; e che tutte le cose che erano state predette di me si sono compiute. Sembrerebbe quasi che avesse atteso che si compissero per emettere lo spirito. Chi abbandona questa vita come egli se ne uscì dal corpo? Ma, chi è costui che ha potuto agire così? Colui che già prima aveva detto: Io ho il potere di dare la mia vita e ho il potere di prenderla di nuovo. Nessuno me la toglie; ma io la do e di nuovo la prendo . La diede quando volle, e quando volle la riprese. Nessuno gliela tolse, nessuno gliela strappò. Ebbene, tutte le sofferenze si erano compiute, ma nel capo; restavano ancora da compiersi le sofferenze di Cristo nel corpo. E corpo e membra di Cristo siete voi . E, siccome una di queste membra era anche l'Apostolo, per questo diceva: Ho da compiere nella mia carne ciò che manca alle tribolazioni di Cristo. Noi andiamo, dunque, là dove Cristo ci ha preceduti; e Cristo continua ancora ad andare là dove una volta andò come precursore. Ci ha infatti preceduti come capo; ora segue nel suo corpo. Frattanto, però, Cristo sta soffrendo quaggiù. Così come egli soffriva per colpa di Saulo, quando a costui rivolgeva le parole: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Se tu pesti il piede a uno, ecco la sua lingua subito dire: Mi hai pestato. Nessuno ha toccato la lingua. Essa grida perché condivide il dolore dell'altro membro, non perché sia stata essa stessa colpita. Cristo è ancora qui in miseria, è ancora qui esule, è ancora ammalato, è ancora chiuso in carcere. Così dicendo, gli arrecheremmo ingiuria, se non avesse detto egli stesso: Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dissetato; ero esule e mi avete ospitato; nudo, e mi avete vestito; ammalato, e mi avete visitato. Diranno a lui: Quando ti abbiamo visto soffrire tutte queste cose, e ti abbiamo soccorso? Egli risponderà: Quando lo avete fatto a uno dei miei piccoli lo avete fatto a me
(Dal "Commento ai Salmi", 86,5)