"Poni, Signore, una custodia alla mia bocca,
sorveglia la porta delle mie labbra" (Sal.140,3)
Di seguito un bellissimo testo sul digiuno di Afraate di Persia, monaco, sul rapporto tra digiuno e pettegolezzo. Anche il padre Cantalamessa ne faceva riferimento ieri durante la su terza predica di Quaresima alla Curia romana(*).
"Prezioso davanti a Dio è il digiuno puro: esso è custodito come un tesoro in cielo. E' un'armatura contro il aligno e uno scudo contro le frecce del nemco. Non dico questo a partire dalla mia intelligenza, ma dalle sante Scritture che ci hanno mostrato come il digiuno sia utile in ogni tempo a coloro che digiunano in modo autentico.
Il digiuno, infatti, non è solo astenersi dal pane e dall'acqua, ma ci sono molti modi di osservare il digiuno...
C'è chi digiuna mettendo un freno alla asua bocca, per non dire parole odiose, e c'è chi gigiuna dall'ira e reprime il suo istinto.
C'è chi digiuna dal possesso per sottrarsi alla sua schiavitù, e c'è chi digiuna da qualsiasi genere di giaciglio, per vigilare nella preghiera.
C'è chi nelle afflizioni digiuna dalle cose di questo mondo per non essere colpito dall'avversario, e c'è chi digiuna dimorando nel pentimento, per piacere al Signore durante l'afflizione. E c'è chi mette insieme tutto questo, per farne un unico digiuno...
Ascolta qualche esempio di digiuno accetto a Dio. Hanno mostrato un digiuno puro Abele con la sua offerta, Enoc che piacque al suo Dio, Noè che rimase integro in una generazione corrotta, Abramo che fu eccellente nella fede, Isacco a motivo dell'alleanza di Abramo, Giacobbe a motivo del giuramento di Isacco, perchè aveva conosciuto Dio, Giuseppe a motivo della sua misericordia e della sua amministrazione. Per tutti costoro, la loro purezza fu un digiuno perfetto dinanzi a Dio. Infatti, senza purezza di cuore, il digiuno non è gradito.
Ricorda e vedi che cosa eccellente è che un uomo purifichi il suo cuore, custodisca la sua lingua e trattenga le sue mani dal fare il male, secondo ciò che ti ho scritto sopra. Non è bene che uno mescoli il miele con l'assenzio. Se uno digiuna dal pane e dall'acqua, non deve mescolare al suo digiuno usurpazioni e maledizioni. Una è la porta della tua casa, che è Tempio di Dio, e non è bene, o uomo, che per la porta per la quale entra il Re, escano letame e fango".
Afraate il Persiano, Esposizioni, 3,1-2
(*): Vedi il mio post di ieri dal titolo "Ama il prossimo. Non questo, il prossimo"