Oggi 11 aprile ricordiamo san Stanislao, vescovo e martire polacco (ca.1030-1079). La lettura dell'Ufficio della memoria è la seguente:
Dalle «Lettere» di san Cipriano, vescovo e martire
(Lett. 58, 8-9. 11; CSEL 3, 663-666)
Mentre lottiamo e combattiamo la battaglia della fede, Dio ci guarda, ci guardano i suoi angeli, ci guarda anche Cristo. Che onore grande e che felicità combattere sotto lo sguardo di Dio, essere coronati da Cristo giudice!
Armiamoci, fratelli carissimi, raccogliamo tutte le forze e disponiamoci alla battaglia con animo integro, con fede piena e con virtù solide. Tutte le schiere di Dio avanzino così verso il combattimento che devono sostenere.
L'Apostolo c'insegna ad armarci e a prepararci dicendo: «Cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace, tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la Parola di Dio» (Ef 6, 14-17).
Prendiamo queste armi, muniamoci di queste difese spirituali e celesti per poter resistere e respingere gli assalti del diavolo nel giorno del male.
Rivestiamoci della corazza della giustizia, perché il nostro petto sia difeso e protetto contro i colpi del nemico. I nostri piedi siano calzati e muniti dell'insegnamento evangelico. Cominciando così a calpestare e a schiacciare il serpente, non saremo morsi e vinti da lui.
Teniamo saldamente lo scudo della fede, perché contro di esso si estingua ogni dardo infuocato che il nemico ci scaglia addosso.
Prendiamo anche a protezione della testa l'elmo spirituale, per difendere i nostri orecchi dall'ascolto di parole mortifere, i nostri occhi da immagini detestabili. Sia premunita la fronte per conservare inviolato il segno di Dio, la nostra bocca per confessare vittoriosamente il Signore Gesù Cristo.
Armiamo anche la nostra destra con la spada spirituale, perché respinga vigorosamente i sacrifici immondi e, memorie dell'Eucaristia, prenda il corpo del Signore, lo stringa in attesa di ricevere poi da Dio il premio delle celesti corone.Queste cose, fratelli carissimi, restino nei vostri cuori. Se, mentre pensiamo e meditiamo queste cose, arriverà il giorno della persecuzione, il soldato di Cristo, istruito dai suoi precetti e dai suoi moniti, non temerà la battaglia, ma sarà pronto per la corona.
(Lett. 58, 8-9. 11; CSEL 3, 663-666)
Mentre lottiamo e combattiamo la battaglia della fede, Dio ci guarda, ci guardano i suoi angeli, ci guarda anche Cristo. Che onore grande e che felicità combattere sotto lo sguardo di Dio, essere coronati da Cristo giudice!
Armiamoci, fratelli carissimi, raccogliamo tutte le forze e disponiamoci alla battaglia con animo integro, con fede piena e con virtù solide. Tutte le schiere di Dio avanzino così verso il combattimento che devono sostenere.
L'Apostolo c'insegna ad armarci e a prepararci dicendo: «Cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace, tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la Parola di Dio» (Ef 6, 14-17).
Prendiamo queste armi, muniamoci di queste difese spirituali e celesti per poter resistere e respingere gli assalti del diavolo nel giorno del male.
Rivestiamoci della corazza della giustizia, perché il nostro petto sia difeso e protetto contro i colpi del nemico. I nostri piedi siano calzati e muniti dell'insegnamento evangelico. Cominciando così a calpestare e a schiacciare il serpente, non saremo morsi e vinti da lui.
Teniamo saldamente lo scudo della fede, perché contro di esso si estingua ogni dardo infuocato che il nemico ci scaglia addosso.
Prendiamo anche a protezione della testa l'elmo spirituale, per difendere i nostri orecchi dall'ascolto di parole mortifere, i nostri occhi da immagini detestabili. Sia premunita la fronte per conservare inviolato il segno di Dio, la nostra bocca per confessare vittoriosamente il Signore Gesù Cristo.
Armiamo anche la nostra destra con la spada spirituale, perché respinga vigorosamente i sacrifici immondi e, memorie dell'Eucaristia, prenda il corpo del Signore, lo stringa in attesa di ricevere poi da Dio il premio delle celesti corone.Queste cose, fratelli carissimi, restino nei vostri cuori. Se, mentre pensiamo e meditiamo queste cose, arriverà il giorno della persecuzione, il soldato di Cristo, istruito dai suoi precetti e dai suoi moniti, non temerà la battaglia, ma sarà pronto per la corona.
Sempre oggi 11 aprile i nostri fratelli ortodossi ricordano:
Calinic di Cernica (1787-1868), monaco Assunto il nome monastico di Calinic, egli si mostrò ben presto un uomo umile, amante della preghiera e dotato di una spiritualità integrale. Per questo fu incaricato di importanti missioni per la comunità, ebbe modo di conoscere i grandi monasteri moldavi dell'epoca, e fu nominato a soli 26 anni confessore e padre spirituale del proprio monastero, di cui divenne igumeno attorno ai trent'anni. Nei trentuno anni del suo igumenato il monastero di Cernica conobbe un tempo di straordinaria vitalità, nel quale Calinic guidò la sua comunità seguendo soprattutto gli insegnamenti di Basilio il Grande, che era il padre a lui più caro. Divenuto vescovo di Rimnicul Valcea nel 1850, Calinic si adoperò per risollevare una situazione ecclesiale decadente, riuscendo in pochi anni in un'impresa che pareva disperata. Rientrato a Cernica perché ormai si sentiva molto debole, egli visse nell'attesa dell'incontro definitivo con quel Signore che aveva costituito il centro di tutta la sua vita. Calinic è il santo più amato della Chiesa ortodossa romena. TRACCE DI LETTURA Non ho accumulato né oro né argento. Non ho voluto avere alcunché di superfluo: né abiti, né una qualsivoglia proprietà.Non lascio nulla, né per la mia sepoltura, né per essere ricordato: così si vedrà che è in Dio che ho creduto. Credo infatti che il non lasciare nulla da distribuire alla mia morte, piacerà a Dio più che se dopo che me ne fossi andato si distribuisse grazie a me elemosina su elemosina. Calinic di Cernica, dal Testamento spirituale PREGHIERA Portatore di Dio, nostro padre Calinic, guida e ornamento dei monaci e gloria dei vescovi, soccorritore di coloro che sono nel bisogno e autore di prodigi, con i tuoi sforzi ascetici hai mostrato un volto santo, e ora insieme agli angeli ti rallegri. Prega insieme a loro Dio misericordioso affinché ci conceda la pace e la sua grande misericordia. Gli anglicani infine fanno memoria di: George Augustus Selwyn (1809-1878), pastore La sua ampia visione delle cose ne fece uno dei principali promotori delle Conferenze di Lambeth, che vedono ancor oggi riuniti tutti i vescovi anglicani del mondo per discutere i problemi delle chiese loro affidate. Forse non del tutto compreso nelle sue intenzioni e nei suoi metodi, Selwyn fu richiamato in Inghilterra, nella diocesi di Lichfield, dove visse gli ultimi 10 anni del suo ministero episcopale. TRACCE DI LETTURA In terra di missione, lo scisma è un male sotto gli occhi di tutti. Ci siamo perciò dati come regola di non introdurre mai ragioni di controversia tra gli indigeni. Se un territorio è stato in precedenza raggiunto e occupato da altri corpi religiosi, noi evitiamo di entrarvi. E posso parlarvi per l'esperienza maturata da un osservatorio che consiste in quasi la metà del Pacifico meridionale: ovunque questa legge dell'unità religiosa viene adottata, l'Evangelo corre liberamente ed esprime tutta la sua forza.Ma come potrà esser mantenuta, mi chiederete, la verità della dottrina se tolleriamo ogni sorta di errore in terra di missione senza porre una salvaguardia alla purezza della fede? Rispondo che, come l'acqua corrente purifica se stessa, così mi pare che anche l'agire dei cristiani finisca per correggere, col tempo, i loro stessi errori. George Augustus Selwyn, da un Sermone predicato a Cambridge PREGHIERA Dio onnipotente, luce dei credenti e pastore delle anime, tu hai posto il tuo servo George Augustus Selwyn come vescovo nella chiesa, per nutrire le tue pecore con la parola del Cristo e per guidarle con il buon esempio: donaci la grazia di custodire la fede della chiesa e di seguire le tracce di Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore, che vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo, un solo Dio, ora e sempre. |