venerdì 9 agosto 2013

L'eroe mite che disse no a Hitler

Franz Jägerstätter

Il 9 agosto 1943, presso il funesto carcere del Brandeburg an der Havel a Berlino – lo stesso dove furono uccisi  il pastore luterano Dietrich Bohnöffer e il prete cattolico Max Joseph Metzger - veniva ghigliottinato Franz Jägerstätter, uno dei testimoni della resistenza non violenta a Hitler. Venne proclamato beato, e accolto nel novero dei martiri della fede, nel 2007 nel duomo di Linz in Austria, sua terra natale (la sua memoria liturgica è fissata al 21 maggio,  giorno della beatificazione, voluta da papa Benedetto XVI).

Da 70 anni la figura del contadino-sagrestano di St. Radegund, poco a nord di Salisburgo, che si è rifiutato di arruolarsi nelle file naziste, pagando con il carcere e la vita, è un monito contro la guerra e la violenza per tanti giovani cattolici e non del mondo mitteleuropeo, ma è assai conosciuta anche in Irlanda e Regno Unito, molto meno in Italia, ad eccezione del Trentino-Alto Adige dove ha preso il via il Gruppo Jägerstätter Italia, grazie all’impegno di un sociologo, Giampiero Girardi, già coordinatore del Gruppo Obiettori di coscienza Caritas, un gruppo che vanta aderenti in aumento un po’ in tutto il Paese.

Le tradizionali iniziative di memoria quest’anno si preannunciano all’insegna di una maggiore intensità: il 2013 nell’ambito germanofono era già definito l’Anno degli  Jägerstätter, da una parte per via del 70esimo anniversario del martirio, dall’altra per il 100° compleanno, lo scorso 4 marzo della vedova Franziska che viveva con una delle loro 3 figlie, Maria. Ma Franziska, è morta neanche 2 settimane dopo, così questo anniversario assume per la prima volta il significato di una duplice memoria: la scelta estrema di Franz non avrebbe potuto compiersi infatti senza il coraggio e la forza, che solo la fede poteva fornire, della moglie Franziska, trentenne e ben consapevole di restare sola, dopo 7 anni di matrimonio, con 3 figlie piccolissime. Contro tutto e tutti, compresa la madre di lui e alcuni preti, i due sposi, terziari francescani dal 1940, confidando nella Provvidenza divina, hanno compiuto l’unica scelta per coerente all’essere cristiani, in ascolto della propria coscienza, della Scrittura e del magistero.

“Non si può essere contemporaneamente cristiani e seguire il nazionalsocialismo: ci sono dei momenti in cui bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini”, aveva scritto Franz la sera prima di presentarsi alla caserma di Enns il 2 marzo 1943 dopo aver ricevuto la cartolina di richiamo alle armi. Incarcerato nell’ex convento delle suore Orsoline, il 6 luglio veniva condannato a morte per renitenza alla leva dal tribunale di guerra di Berlino e il 9 agosto veniva eseguita la pena capitale.

In occasione dell’anniversario Pax Christi internazionale, che li definisce “operatori di pace” ha scritto: “In questo Anno della fede, Franz e Franziska sono fra i testimoni più importanti e credibili della nostra fede. Siate certi che continueremo a condividere la loro storia con altri, per incoraggiare le nuove generazioni a imparare da questa fede profonda e  dalla loro testimonianza al Vangelo della pace e della nonviolenza”.
Le celebrazioni più significative si terranno quest’anno a Berlino, una presso l’Österreichischen Kulturforum e altra in collaborazione con la parrocchia della SS.Trinità: due gli interventi della storica, e anche sua biografa, Erna Putz sul tema “Franz & Franziska Jägerstätter – La ricezione di due figure scomode“ e “La nascita e il divenire di una decisione“: la figura del martire infatti ha fatto discutere per anni i suoi compatrioti ed ex militari della Wehrmacht (ma la beatificazione del 2007 ha reso evidente il riconoscimento dell’eroismo del martire anche da parte della Chiesa), mentre sulla sua vita sono state composte numerose opere teatrali, di cui l’ultima, di Felix Mitterer, va in scena in questi giorni ad Haag. La fede e la tenacia della vedova Franziska hanno saputo fare il resto con la pubblicazione delle sue Lettere, il racconto della sua vita, la ferrea volontà di mantener viva la memoria del marito.

Pax Christi Austria invita invece alle celebrazioni presso la parrocchia di St. Radegund (diocesi di Linz) sede della tomba dei due coniugi, dove fino a 2 anni fa Franziska incontrava i partecipanti e offriva la sua testimonianza (solo scorso anno le condizioni di salute gliel’hanno impedito).

Anche a Londra, promossa da Pax Christi come da tradizione, è prevista una celebrazione nel pomeriggio, alle 16.00 ora della morte del beato Franz, presso la cattedrale di Westminster.
MARIA TERESA PONTARA PEDERIVA
Vatican Insider

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“Corriere della Sera” - Rassegna "Fine settimana"
(Claudio Magris) La vita è improbabile, come sa chi la vive; il sentimento che si prova — e che cresce con gli anni — dinanzi a ciò che ci accade e all’intera nostra esistenza è forse la sorpresa, l’impressione di un malinteso. Ma ci sono vite più improbabili di altre, come (...)
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