martedì 1 luglio 2014

Instrumentum laboris del Sinodo sulla famiglia: guida alla lettura


Nei giorni scorsi è stato presentato in conferenza stampa l'Instrumentum laboris della prossima Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terrà nel mese di ottobre 2014.
Dello stesso documento sono state fornite diverse letture, non tutte in linea con il suo effettivo valore e contenuto. Prima di entrare nel merito di ciò che è contemplato nel testo, conviene forse spiegare a che cosa serve un Instrumentum laboris, e ancor prima che cos'è un Sinodo dei Vescovi.
Nel glossario del manuale Teoria e pratica del giornalismo religioso, il Sinodo viene presentato come "assemblea di Vescovi, scelti dalle diverse regioni del mondo, che si riuniscono in determinati momenti per favorire una stretta unione tra il Romano Pontefice e i Vescovi stessi. I partecipanti sono eletti dalle Conferenze episcopali delle diverse nazioni, in proporzione al numero dei loro membri, mentre alcuni sono designati direttamente dal Papa".

Affari che richiedono una soluzione sollecita
Questa assemblea può riunirsi in forma "generale ordinaria", "generale straordinaria" e "speciale". Riguardo alla seconda modalità - che è quella del prossimo ottobre -, il canone 346 del Codice di Diritto Canonico specifica che essa viene convocata "per trattare affari che richiedono una soluzione sollecita".
L'imminente Assemblea Generale Straordinaria - la III da quando è stato istituito il Sinodo per volontà di Papa Paolo VI, il 15 settembre 1965, come frutto del desiderio di collegialità emerso dal Concilio Vaticano II - verterà dunque sul tema "le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione". L'anno successivo ci sarà un’ulteriore assemblea "ordinaria", e per questo motivo più allargata, che approfondirà ulteriormente la tematica della famiglia, ma a differenza della precedente - che valuterà e approfondirà i dati, le testimonianze e i suggerimenti della Chiesa particolari per rispondere alle nuove sfide sulla famiglia -, cercherà di individuare adeguate linee operative pastorali.

La metodologia del Sinodo
Per comprendere le caratteristiche e l'utilità dell'Instrumentum laboris, bisogna andarsi a rileggere lenote di metodologia sinodale. Qui è spiegato che tutta la prassi sinodale è "fondata sulla nozione di collegialità", per cui nel metodo di lavoro "si alternano successivamente l'analisi e la sintesi, la consultazione delle parti interessante e la decisione dell'autorità competente, seguendo una dinamica di retro alimentazione (feed-back), che permette la verifica continua dei risultati raggiunti e la programmazione delle nuove proposte in un clima di comunione collegiale".
Detto ciò, il tema deve avere "un carattere universale, cioè che riguardi tutta la Chiesa"; deve essere "di attualità e di urgenza, in senso positivo, cioè che susciti energie nuove e faccia progredire la Chiesa"; deve avere "un aspetto e un'applicazione pastorale oltre una solida base dottrinale"; e deve poter essere "veramente messo in pratica".
Una volta che il tema è stato deciso dal Santo Padre, dopo le proposte sottopostegli dal Consiglio della Segreteria Generale del Sinodo, quest'ultimo elabora i cosiddetti Lineamenta (schema) o il Documento preparatorio, un testo alla cui stesura hanno partecipato teologi ed esperti della materia trattata dall'assemblea sinodale, che viene inviato a tutte le Diocesi del mondo al fine di suscitare "studio, discussione e preghiera in riferimento al tema del sinodo", e che per sua natura aggrega un gran numero di osservazioni, reazioni e risposte.
È a questo punto che fa la sua comparsa l'Instrumentum laboris (documento di lavoro), come una ulteriore sintesi del dibattito suscitato dal primo documento, "che servirà di base e di punto di riferimento durante il dibattito sinodale".

Un documento provvisorio
Specificano, infatti, le note metodologiche: "Quantunque sia pubblico, questo 'documento di lavoro' ha solo carattere di documento provvisorio, che sarà oggetto di discussione durante il Sinodo".
E ancora: "Questo documento non è una versione provvisoria delle conclusioni finali, ma soltanto un testo di aiuto a centrare la discussione sull'oggetto del Sinodo".
Atteso dunque il carattere di provvisorietà dell'Instrumentum laboris in vista della più ampia discussione assembleare, che ha anch'essa una propria e strutturata regolamentazione con tre fasi - approvata da Benedetto XVI il 29 settembre 2006 -, vediamo alcuni degli elementi cardine del documento diffuso nei giorni scorsi.

Cosa contiene
Come è spiegato nella Presentazione firmata dal Card. Lorenzo Baldisseri, l'Instrumentum laborisnasce dalle risposte al "questionario" del Documento preparatorio diffuso nel novembre del 2013.
È strutturato in tre parti (il Vangelo della famiglia da proporre nelle circostanze attuali; la pastorale familiare da approfondire di fronte alle nuove sfide; la relazione generativa ed educativa dei genitori nei confronti dei figli) e riprende le otto tematiche proposte nel questionario riguardanti il matrimonio e la famiglia.

Chi è intervenuto
Le risposte sono giunte dai Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, dalle Conferenze Episcopali, dai Dicasteri della Curia Romana e dall'Unione dei Superiori Generali. Un gran numero di osservazioni è stato sottoposto alla Segreteria Generale da Diocesi, parrocchie, movimenti, gruppi, associazioni ecclesiali, realtà familiari, istituzioni accademiche, specialisti, fedeli ed altri, praticamente da tutti coloro che erano "interessati a far conoscere la propria riflessione".

Il proposito di una nuova primavera per la famiglia
Si rifletterà "sulle sfide pastorali odierne" e a questo proposito è importante leggere le parole che fanno da Premessa al documento: "La Chiesa, cosciente che le difficoltà non determinano l'orizzonte ultimo della vita familiare e che le persone non si trovano solo di fronte a problematiche inedite, costata volentieri gli slanci, soprattutto tra i giovani, che fanno intravedere una nuova primavera per la famiglia".
Di fronte alla chiara manifestazione, "soprattutto nelle nuove generazioni", di "un rinnovato desiderio di famiglia", "la Chiesa è sollecitata ad offrire sostegno e accompagnamento, a tutti i suoi livelli, con fedeltà al mandato del Signore di annunciare la bellezza dell'amore familiare".
Il documento passa quindi in rassegna tutte le problematiche che attanagliano in ambito sociale la famiglia, e che di conseguenza influiscono anche sul suo vissuto ecclesiale, soprattutto per la coerenza con gli insegnamenti del Magistero.
A fronte perciò di tante derive secolari e secolarizzate, dal testo emergono anche moltissime proposte di miglioramento che è lo stesso Popolo di Dio a reclamare o a mostrare come vincenti.

Formazione adeguata e testimonianza fedele
Ad esempio, viene evidenziato quanto "sia decisiva la formazione del clero ed in particolare la qualità delle omelie", per parlare con autorevolezza sulle problematiche che riguardano la famiglia (sessualità, fecondità, procreazione), in modo da non ingenerare "confusione tra il popolo di Dio".
Non a caso, "un buon numero di Conferenze Episcopali nota che, là dove si trasmette in profondità, l'insegnamento della Chiesa con la sua genuina bellezza, umana e cristiana è accettato con entusiasmo da larga parte dei fedeli". E allora bisogna "trovare nuovi modi" per arrivare a questo risultato, come lo "stabilire rapporti con centri accademici adeguati e preparati su tematiche familiari, a livello dottrinale, spirituale e pastorale", oppure fare in modo che la catechesi su matrimonio e famiglia abbia "una dinamica di accompagnamento di carattere esperienziale che, attraverso testimoni, mostri la bellezza di quanto il Vangelo e i documenti del Magistero della Chiesa sulla famiglia ci trasmettono".
Nell'ultimo capitolo della prima parte si legge: "la famiglia è riconosciuta nel popolo di Dio come un bene inestimabile, l'ambiente naturale di crescita della vita, una scuola di umanità, di amore e di speranza per la società"; inoltre, "si sottolinea con insistenza il valore formativo dell'amore vissuto in famiglia, non solo per i figli, ma per tutti i suoi membri"; e ancora, "il ruolo dei genitori, primi educatori nella fede, è considerato essenziale e vitale. Non di rado si pone l'accento sulla testimonianza della loro fedeltà e, in particolare, sulla bellezza della loro differenza"; quindi, "è unanimemente sottolineata l'importanza della preghiera in famiglia, come Chiesa domestica".

Il desiderio di un legame stabile e duraturo
Di fronte a situazioni assai difficili, riporta il documento, "molte persone, soprattutto giovani, percepiscono il valore del legame stabile e duraturo, un vero e proprio desiderio di matrimonio e famiglia, in cui realizzare un amore fede e indissolubile, che offra serenità per la crescita umana e spirituale".
Per tutto questo, "si sottolinea con grande frequenza la necessità di una pastorale familiare che miri ad una formazione costante e sistematica sul valore del matrimonio come vocazione, sulla riscoperta della genitorialità (paternità e maternità) come dono.
Nella seconda parte vengono passate in rassegna le iniziative di pastorale familiare che vengono attuate nelle chiese particolari, elencando esperienze non sempre confortanti, a cui però vengono fatte seguire proposte di miglioramento, tenendo conto soprattutto della "crisi della fede" generale, dei problemi interni ed esterni che riguardano la famiglia e di alcune "situazioni difficili" frutto di una "cultura dell'individualismo" e della "sfiducia nei rapporti stabili".

Il matrimonio è tra uomo e donna
Alle situazioni pastorali difficili sono dedicati 40 punti su 159, ossia il 25% del documento; le situazioni sono diverse anche a seconda delle culture e nei diversi continenti, e si va dalle convivenze, alle unioni di fatto, passano per le situazioni di irregolarità canonica, la semplificazione delle cause matrimoniali al riconoscimento civile delle unioni tra persone dello stesso sesso, circa le quali "non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. [...] nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali 'devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione", come recita il n. 4 di un relativo testo della Congregazione per la Dottrina della Fede.
A questo riguardo, inoltre, "tutte le Conferenze episcopali si sono espresse contro una 'ridefinizione' del matrimonio tra uomo e donna attraverso l'introduzione di una legislazione che permette l'unione tra due persone dello stesso sesso".
Piuttosto, è ritenuta come "sempre più urgente, la sfida dell'educazione sessuale nelle famiglie e nelle istituzioni scolastiche, particolarmente nei Paesi in cui lo Stato tende a proporre, nelle scuole, una visione unilaterale e ideologica della identità di genere".

No all’adozione dei bambini da parte di persone in unione dello stesso sesso 
Ugualmente, "le risposte pervenute si pronunciano contro una legislazione che permetta l'adozione di bambini da parte di persone in unione dello stesso sesso, perché vedono a rischio il bene integrale del bambino, che ha diritto ad avere una madre e un padre".
L'ultima parte, come si è detto, affronta le sfide pastorali circa l'apertura alla vita e la responsabilità educativa. A proposito del primo aspetto viene indicato "il bisogno di una maggiore diffusione - con linguaggio rinnovato, proponendo una coerente visione antropologica - di quanto affermato nellaHumanae Vitaenon limitandosi ai corsi prematrimoniali, ma anche attraverso percorsi di educazione all'amore".
Può essere utile anche rileggersi la sintesi preparata dal Prof. Massimo Introvigne per La Bussola Quotidiana.
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