mercoledì 9 luglio 2014

Papa Francesco e le donne. (2)




Papa Francesco e le donne. È un’altra cosa
Il Sole 24 Ore. Con questo editoriale del suo vaticanista, «Il Sole 24 Ore» presenta il libro Papa Francesco e le donne di Giulia Galeotti e Lucetta Scaraffia (Milano, Il Sole 24 Ore, 2014, pagine 335, euro 9,90) che da oggi, per un mese, sarà in vendita insieme con il quotidiano milanese.
(Carlo Marroni) «La Madonna è più importante degli apostoli, la Chiesa è femminile, è sposa, è madre, e il ruolo della donna nella Chiesa non solo deve finire come mamma, come lavoratrice... limitata. No, è un’altra cosa!!!». Così esclamava un anno fa Papa Francesco durante il viaggio di ritorno dal Brasile, interpellato sul ruolo delle donne nella Chiesa. Un tema ricorrente nell’apostolato del Papa argentino, che più volte ha messo la donna al centro dell’attenzione. Qualcosa sta cambiando? Il tema è affrontato e analizzato da Papa Francesco e le donne, un bel libro pubblicato dal «Sole 24 Ore» in collaborazione con «L’Osservatore Romano», in edicola da oggi e per un mese insieme al quotidiano.
Il libro raccoglie tutti i testi in cui il Pontefice ha parlato della “questione femminile” nella Chiesa. Testi efficaci, profondi, sorprendenti, che hanno suscitato attenzione e che sono introdotti da due saggi di Giulia Galeotti e della storica Lucetta Scaraffia, firme di punta del quotidiano della Santa Sede, diretto da Giovanni Maria Vian, che da due anni pubblica un inserto mensile femminile.
«In un contesto di emancipazione femminile realizzato, quale è quello dei Paesi occidentali, l’atteggiamento della Chiesa sembra invece rovesciarsi. Soprattutto in una cultura in cui l’emancipazione delle donne è misurata sul libero accesso agli anticoncezionali e sulla legalizzazione del-l’aborto, la Chiesa viene percepita come una nemica dell’emancipazione. A questo conflitto culturale si aggiunge — scrive Lucetta Scaraffia — l’assenza di donne nelle sfere decisionali della Chiesa, benché le religiose siano, almeno per ora, molto più numerose dei religiosi. Inoltre, esse sono in genere relegate in ruoli di sottoposte con compiti subalterni».
Gli ultimi dati disponibili, risalenti al 2012, dicono che le religiose cattoliche nel mondo sono 702.529, i religiosi (esclusi i sacerdoti) 55.314: a livello mondiale i maschi costituiscono il 7 per cento della comunità religiosa cattolica. Le proporzioni cambiano se ai maschi religiosi sommiamo i vescovi (5.133) e i sacerdoti (44.313): in questo caso il peso femminile risulta ridimensionato, ma le donne rappresentano comunque il 6o per cento della Chiesa consacrata, quindi un’ampia maggioranza. «Le donne nella Chiesa ci sono — scrive Giulia Galeotti — sono molte e fanno tantissimo (...). Eppure non contano. È incredibile la discrasia tra il reale impegno femminile nella Chiesa a tutti i livelli e il misero spazio che è loro lasciato ai vertici (...). Davvero — si chiede Galeotti a proposito degli uomini di Chiesa — non vedono oppure torna loro più comodo fingere di non vedere?».
Emblematiche appaiono le parole di suor Viviana Ballarin, che in passato ha guidato l’organismo da cui dipendono gli ordini femminili italiani: «È ancora raro che nella Chiesa siano affidati alle donne ruoli a più ampio respiro, di responsabilità, di decisionalità». La causa? Per Ballarin alla fine il nodo è un influsso culturale che «influenza e condiziona anche la Chiesa degli uomini. Ma non la Chiesa di Cristo». Parole coraggiose in un contesto «gerarchico» come quello ecclesiastico che testimoniano come il dibattito sul tema sia franco e aperto, con prese di posizione decise.
In questo contesto sono provvidenziali le posizioni di Francesco che denuncia con una sincerità e un coraggio nuovi la condizione di subalternità in cui si trovano oggi le donne nella Chiesa. Dal libro emerge anche un’ansia di fondo, il timore che la straordinaria apertura del Papa, per quanto forte e autorevole, da sola non sia sufficiente per un cambio strutturale e duraturo, che richiede una riflessione profonda a tutti i livelli. E infatti l’ultimo capitolo del libro si intitola Un cantiere aperto. «Un cantiere — scrive Scaraffia — di cui il Papa indica sempre più nettamente le caratteristiche. Cominciare ad affrontare la situazione dal punto di vista teologico significa muoversi in una direzione ben lontana da quella auspicata da chi pensa semplicemente che la Chiesa si debba adeguare al mondo, introducendo donne a tutti i livelli di potere di decisione».
L'Osservatore Romano