sabato 26 settembre 2015
Il Vangelo tra le domestiche
Sperimentò personalmente la discriminazione e le ostilità della polizia zarista nei confronti dei cattolici polacchi durante l’occupazione russa. Venne perfino esiliata, perché trovata con un libro di catechismo. È Clara Ludovica Szczęsna, che il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in rappresentanza di Papa Francesco, beatifica a Cracovia, domenica, 27 settembre. Nata a Cieszki, nella diocesi di Płock, il 18 luglio del 1863, una settimana dopo fu battezzata nella chiesa parrocchiale di Lubowidz. Non ebbe la possibilità di frequentare la scuola, tuttavia imparò a leggere e a scrivere e ricevette un’accurata educazione religiosa. Per guadagnare qualcosa divenne una brava sarta. All’età di dodici anni perse la madre e suo padre cercò di spingerla al matrimonio. Non sentendosi chiamata alla vita coniugale, lasciò segretamente la casa paterna e si recò a Mława, dove visse cinque anni. Con molta probabilità si fermò in casa di parenti, sostenendosi economicamente con i lavori di cucito, aspettando che si potesse realizzare il suo sogno di diventare suora.
Nell’agosto 1885 partecipò a Zakroczym agli esercizi spirituali diretti dal cappuccino Onorato Koźmiński (ora beato) e il mese dopo entrò nella congregazione clandestina delle ancelle di Gesù. Nel 1889, dopo un periodo di formazione a Varsavia, ancora novizia fu inviata a Lublino come superiora della casa. Ufficialmente dirigeva una sartoria, ma clandestinamente svolgeva apostolato fra le giovani in cerca di lavoro. Durante un’ispezione della polizia del regime zarista, fortemente ostile alla religione cattolica tanto da vietarne l’insegnamento, fu trovato un libro di catechismo. Venne considerata colpevole e ricevette l’ordine di lasciare immediatamente la città. Il direttore spirituale, don Antonio Nojszewski, salutandola, le raccomandò di diffondere ovunque il culto al Sacro cuore di Gesù. Tornata a Varsavia visse nel timore di cadere nuovamente sotto il controllo della polizia. Nel frattempo il vescovo Giuseppe Sebastiano Pelczar (oggi venerato come santo) chiese a padre Onorato di inviargli una suora come direttrice dell’asilo delle domestiche di Cracovia. Fu scelta Ludovica con una novizia e una postulante. Le religiose, lavorando con le domestiche, cercarono di formarle anche spiritualmente e ottennero dei frutti: alcune infatti si consacrarono.
San Giuseppe Sebastiano, per aiutare la congregazione delle ancelle di Gesù a costituire una provincia, decise di comprare un edificio più grande e diede anche precise indicazioni sulla modalità di vita e di missione. Non solo indicò l’abito, il nome della provincia, l’ampliamento della missione in favore delle ragazze in cerca di lavoro e degli ammalati, ma cambiò anche le regole, che furono approvate dall’arcivescovo di Cracovia, Albino Dunajewski. Di fatto, nel 1894, nacque la nuova congregazione denominata ancelle del Sacro cuore di Gesù, con separazione dal gruppo originario delle ancelle di Gesù. San Giuseppe Sebastiano per tre anni nominò superiora Ludovica, la quale il 2 luglio 1894 ricevette l’abito religioso con il nome di Clara. Il 2 luglio 1895 emise i voti perpetui e fu riconfermata superiora. Nel frattempo guidò l’istituto impegnato nell’assistenza alle domestiche, agli ammalati in ospedale e a domicilio, ai poveri, all’infanzia negli asili e negli orfanotrofi e ai bambini delle scuole elementari. Sotto la sua guida l’Istituto si accrebbe in breve tempo di religiose e case. Dal 1905, si fece pure carico dell’assistenza degli emigrati polacchi in Francia.
Negli ultimi anni fu forte nell’affrontare le sofferenze di una malattia che la colpì. Morì il 7 febbraio 1916 a Cracovia.
L'Osservatore Romano,