martedì 22 settembre 2015

Un laboratorio per vincere la paura



Loppiano 2015: un laboratorio per vincere la paura

Michele Zanzucchi, direttore di Città Nuova, illustra i contenuti della prossima edizione del meeting promosso dai Focolari


di Luca Marcolivio
La 51° edizione di Loppiano Lab, il meeting annuale promosso dal Movimento dei Focolari nella cittadella toscana da loro fondata, ha un obiettivo fondamentale: affrontare le paure della società contemporanea. La due giorni di dibattiti, in programma venerdì 25 e sabato 26 settembre, si articolerà in particolare su quattro temi: l’economia; la famiglia; il dialogo interreligioso; le periferie.
A colloquio con ZENIT, Michele Zanzucchi, direttore della rivista Città Nuova, principale sponsor dell’iniziativa, ha anticipato i contenuti di Loppiano, confermando lo spirito di dialogo e speranza che anima la manifestazione.
Dottor Zanzucchi, il tema di quest’anno sarà Oltre la paura.  Cultura del dialogo, cittadinanza attiva, economia civile. Quali sono i temi che saranno approfonditi nel corso di Loppiano Lab 2015?
Siamo partiti da una constatazione: la paura al giorno d’oggi è un sentimento molto diffuso. C’è una paura politica, una paura militare, del terrorismo, dell’immigrazione. La nostra, però, non è una dichiarazione di resa, anzi, il contrario. Nello spirito di Loppiano, cercheremo una strada per andare oltre, per anestetizzare la paura, per guardarla in faccia.
Il primo dei tre sottotitoli è Cultura del dialogo e riguarda un principio per il quale il Movimento dei Focolari è da sempre impegnato, così come lo è la Chiesa, con i suoi ultimi Papi, in particolare il regnante. Gli stessi paesi europei ultimamente si stanno rendendo conto che, di fronte agli immani problemi del Medio Oriente, dell’Africa e di certe regioni dell’Asia, bisogna introdurre le ragioni del dialogo e non dello scontro. Tutte queste realtà ci spingono a dire che il dialogo è qualcosa che si impara, si pratica, si cerca, attraverso la reciproca comprensione.
Il secondo sottotitolo riguarda la cittadinanza attiva. Per cercare il bene comune non basta avere delle buone leggi, né un governo che funziona; è fondamentale che i cittadini siano attivi. Si tratta di un tema abbastanza sviluppato nella società civile ma in questo momento, soprattutto per la lontananza della politica della gente normale, sembra che questa cittadinanza sia da “sopportare” e non da proporre con impegno e con costanza. Cittadinanza attiva, quindi, vuol dire impegnarsi per la famiglia, per i comuni, per le regioni, per chi ha più bisogno, al servizio di chi arriva da fuori ed al servizio di sussidiarietà.
Il terzo sottotitolo riguarda l’economia civile. Oggi tutto viene misurato in termini economici, comprese le relazioni umane. Parlare di “economia civile” ci ricorda che l’economia non deve diventare l’unico regolatore della vita di società. Al tempo stesso, però, può diventare un potentissimo veicolo per una maggiore valenza civile di tutto ciò che il settore privato e il settore pubblico compiono per l’uomo e per la società.
Come sarà affrontato il tema del dialogo con il mondo islamico, oggetto della tavola rotonda da lei moderata?
Il nome stesso della manifestazione sottolinea che Loppiano è fondamentalmente un “laboratorio”, in cui intervengono cittadini qualificati che portano avanti delle buone pratiche per la vita civile, economica e culturale, mettendosi a confronto con chi studia gli stessi temi. Dal connubio tra studio e pratica si cerca di trovare nuove piste e nuova energia per continuare queste buone pratiche, a servizio dell’Italia. Per sviluppare la cultura del dialogo, ci è sembrato quindi importante preparare un laboratorio sull’Islam, che si intitolerà Dialogo con i musulmani. Utopia o realtà al tempo dell’ISIS e del terrorismo? In questo senso il dialogo con i musulmani è centrale per l’Italia, non solo per la nostra posizione geografica a ridosso dell’Africa settentrionale ma anche perché il rapporto tra cristianesimo e Islam, tra occidente e paesi musulmani è una delle chiavi di volta per il futuro dell’umanità. L’ISIS è nato da una grave mancanza di comunicazione tra questi due mondi. Noi crediamo che queste relazioni possano essere approfondite sia a livello di classe dirigente che di persone comuni. Il dialogo che chiunque può portare avanti è quello che poi sostanzia la società, che le può dare una reale integrazione di chi è diverso come religione, cultura e tradizione dalla società italiana. Come ospiti avremo Cenap Aydin, direttore dell’Istituto Tevere, l’imam di Teramo, Mustafà Baztami, l’avvocato Flavia Cerino, che si occupa di minori che arrivano con i barconi dal Nord Africa, Massimo Toschi, consigliere della Regione Toscana, anch’egli impegnato in progetti di integrazione.
Un altro laboratorio importante riguarderà le sfide per la famiglia di oggi. Quali temi tratterete?
Il laboratorio si intitolerà Alleanza uomo-donna (e bambino). Tra separazioni, monogenitorialità, uteri in affitto e bambini invisibili. Inutile dire che attualmente viviamo una forte divisione sul tema della famiglia. Si pensi, in particolare, al dibattito di questi giorni sulla Buona Scuola che, secondo alcuni, sarebbe un cavallo di troia per l’introduzione delle teorie del gender, mentre il ministro Giannini afferma che vi sono solo delle norme per contrastare l’omofobia o le intolleranze di vario genere nella scuola italiana. Noi crediamo non debbano essere innalzati muri. Serve sicuramente una chiarezza sulla distinzione tra uomo e donna e sul fatto che questa distinzione è alla base della vita civile e sociale e dell’umanità intera. Al tempo stesso non si può far finta che non esistano coppie di fatto di vario genere, anche omosessuali. Non si può fare a meno di capire che ci sono varie opinioni, senza per questo sminuire la propria identità. Anche in questo campo, il dialogo è essenziale. Abbiamo visto che nella storia italiana, quando si innalzano muri e ci si trincera dietro questi muri (come avvenne ad esempio, con i referendum sul divorzio e sull’aborto), i risultati sono pessimi, sia per i cattolici che per i laici. A parlare di questo tema ci sarà lo psicologo Domenico Bellantoni, Patrizia Bertoncello, insegnante esperta di didattica interculturale, e Daniela Notarfonzo, esperta di bioetica e direttore del consultorio familiare della Diocesi di Albano.
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Per approfondimenti: www.loppiano.it