Il New York Times ha recentemente pubblicato la storia di Kim Suozzi, morta a 23 anni per un tumore, che ha pagato 80.000 dollari alla società Alcor, a Scottsdale, in Arizona, per farsi congelare la testa (per congelare il corpo intero servono 200.000 ).
La povera Kim confidava nella ricerca sull’intelligenza artificiale. Sperava che al tempo opportuno la sua testa possa essere scongelata per inserire la sua memoria, il suo cervello, in un computer.
Ecco cosa è il transumanesimo.
L’ipotetica copia digitale del cervello umano che si immagina nel futuro di poter creare si chiama “connectome”. Il problema è che si calcola che la capacità di memoria sia di 1,3 miliardi di terabytes, non comodi da portare in una pen drive: infatti dicono che l’intera capacità fi memoria di tutti gli hard drive del mondo è di circa 2,6 miliardi di terabytes (non mi chiedete come l’hanno calcolata…)
La povera Kim sarà morta sperando: forse per questo gli 80.000 non sono del tutto buttati.
Ma che dire di quelli che hanno lucrato così tanto sulle sue assurde illusioni?
Eppure il transumanesimo si fa strada, in una società liquida e relativista come la nostra.
Del resto il Cardinale Bagnasco tempo fa ha detto che “Il gender edifica un ‘transumano’ in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità”.
Matteo Carletti, su Libertà e Persona” ci fa riflettere: intanto, però, la Federazione Italiana Sessuologia Scientifica, in linea con l’ufficio regionale per l’Europa dell’OMS, ha pubblicato un libello in cui, oltre le ormai già note teorie circa la sessualizzazione precoce dei bambini, si parla di “pianificazione familiare in armonia con quella lavorativa”, e quindi dell’utilizzo della genetica per fare bambini su misura. Esattamente ciò che temeva il Cardinal Bagnasco: fabbricare la vita “su misura”. Ma va oltre : non solo dobbiamo fabbricare la vita dei nostri figli, ma anche e soprattutto la nostra.
E questo è un pensiero transumanista, spiega Carletti, l’uomo diventa capace non solo di autodeterminarsi, ma di poter decidere come e fino a quanto vivere. Un manifesto del transumanesimo è la Lettera a Madre Natura di Max More. Secondo i filosofi e gli scienziati transumanisti, l’uomo deve completare in un certo senso l’evoluzione (il darwinismo di fondo ci sta tutto) e deve preoccuparsi da sé di cambiare. “In un crescendo di fusione fra corpo, macchine e biotecnologia sarà possibile fabbricare una nuova forma di vita che supererà le abilità percettive di ogni altra creatura”.
Recita il 5° emendamento della Lettera: “Non saremo più schiavi dei nostri geni. Ci assumeremo la responsabilità dei nostri programmi genetici e otterremo il totale controllo dei nostri processi biologici e neurologici. Porremo rimedio a tutti i difetti individuali e della specie lasciatici in eredità della nostra storia evolutiva. Ma non ci fermeremo qui: potremo scegliere sia la forma del nostro corpo che le sue funzioni, raffinando ed aumentando le nostre abilità fisiche ed intellettuali, fino a livelli mai raggiunti da nessun altro essere umano nella storia”.
L’uomo utilizza la propria ragione – conclude Carletti – non più per riconoscere ciò che la natura gli mostra e che egli deve accogliere, ma come potere fabbricante la propria persona e, conseguentemente, la propria realtà.Quest’ultima, proprio perché partorita dalla mente e dalle mani dell’uomo attraverso l’uso della sua ragione diventa, a pieno titolo, “naturale”, ovvero frutto dell’evoluzione della natura. È in questo slancio prometeico che va quindi inquadrata non solo la così detta ideologia gender, ma il desiderio radicale dell’uomo di autodeterminarsi.
“Invece di impiegare le nostre nuove possibilità genetiche per raddrizzare il ‘legno storto dell’umanità’, dovremmo fare il possibile per creare assetti sociali e politici più accoglienti nei confronti dei doni, e dei limiti, di noi imperfetti esseri umani” (M. J. Sandel, Contro la perfezione, 2007).
Redazione
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