Francesco ai giovani: “La misericordia non è buonismo, né sentimentalismo”
La lettera del Papa in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia
di Luca Marcolivio
Collocandosi nell’Anno Santo della Misericordia, la prossima Giornata Mondiale della Gioventù (Cracovia, 26-31 luglio 2016) si propone come un “vero e proprio Giubileo dei Giovani a livello mondiale”.
Lo afferma papa Francesco nel messaggio inviato ai giovani di tutto il mondo in preparazione all’evento di Cracovia. Per i dieci mesi che mancano alla celebrazione della GMG, il tema da meditare sarà “Beati i misericordiosi, perché troveranno la misericordia” (Mt 5,7).
È la terza volta, ha ricordato il Santo Padre, che la GMG coincide con il Giubileo. Ciò avvenne infatti nel 1984 (Anno Santo della Redenzione) e nel 2000 (Grande Giubileo). “Come avvenne in questi due casi precedenti, sono sicuro che il Giubileo dei Giovani a Cracovia sarà uno dei momenti forti di questo Anno Santo”, ha sottolineato il Papa.
Il motto della GMG di Cracovia è Misericordiosi come il Padre e si ricollega al “concetto biblico di misericordia”, in cui è inclusa anche “la concretezza di un amore che è fedele, gratuito e sa perdonare”, come avviene con il padre che “perdona sempre un figlio pentito”, nonostante egli meriti la “punizione”.
Come dimostrano le parabole della pecora smarrita, della moneta perduta e del Figliol Prodigo (cfr. Lc 15), ciò che colpisce è la “gioia di Dio” quando perdona.
“Ognuno di noi è quel figlio che ha sciupato la propria libertà seguendo idoli falsi, miraggi di felicità, e ha perso tutto. Ma Dio non ci dimentica, il Padre non ci abbandona mai. È un padre paziente, ci aspetta sempre!”, scrive Francesco nel messaggio ai giovani.
Dio Padre, prosegue la lettera, “rispetta la nostra libertà, ma rimane sempre fedele. E quando ritorniamo a Lui, ci accoglie come figli, nella sua casa, perché non smette mai, neppure per un momento, di aspettarci, con amore. E il suo cuore è in festa per ogni figlio che ritorna”.
Gli uomini cercano Dio, “ma Lui ci anticipa sempre, ci cerca da sempre, e ci trova per primo”. In particolare nel “confessionale” è possibile incontrare “l’abbraccio misericordioso del Padre” e “lasciarci toccare da questo amore misericordioso del Signore che ci perdona sempre”.
Il Pontefice si è poi soffermato sulla Croce delle Giornate Mondiali e sulla sua forte valenza simbolica. “Quanti cambiamenti, quante conversioni vere e proprie sono scaturite nella vita di tanti giovani dall’incontro con questa croce spoglia!”, afferma Bergoglio, ricordando che la forza della Croce viene dal suo essere “il segno più eloquente della misericordia di Dio”.
Eloquente è, a tal proposito, l’atteggiamento dei due ladroni appesi in croce accanto a Gesù. Il primo è “presuntuoso, non si riconosce peccatore e deride il Signore”; il secondo, al contrario, “riconosce di aver sbagliato”, chiede perdono e Gesù lo accoglie nel suo Regno. “Con quale dei due ci identifichiamo? – ha domandato il Pontefice - Con colui che è presuntuoso e non riconosce i propri sbagli? Oppure con l’altro, che si riconosce bisognoso della misericordia divina e la implora con tutto il cuore?”.
La quinta beatitudine “dichiara felici i misericordiosi”, ha proseguito il Papa, citando l’esempio del beato Piergiorgio Frassati, giovane con un “cuore misericordioso” e “sensibile ai più bisognosi”. Di famiglia assai benestante, Frassati “serviva i poveri con molta discrezione, non mettendosi mai in mostra”.
Sulla scia della santità del beato torinese, il Santo Padre ha esortato i giovani a “riscoprire le opere di misericordia corporale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti”. La misericordia, quindi, non è né “buonismo”, né “sentimentalismo”.
Una delle opere di misericordia più “evidenti” ma, al tempo stesso, “più difficili da mettere in pratica”, ha aggiunto, è quella di “perdonare chi ci ha offeso, chi ci ha fatto del male, coloro che consideriamo come nemici”, supplicando il Signore di “donarci la grazia di essere misericordiosi con chi ci fa del male”.
Un’ultima riflessione viene rivolta alla città ospitante la GMG, Cracovia, dove fu arcivescovo Karol Wojtyla e dove visse Santa Faustina Kowalska, la veggente del Gesù Misericordioso. “Credo che la Divina Provvidenza ci abbia guidato a celebrare il Giubileo dei Giovani proprio lì, dove hanno vissuto questi due grandi apostoli della misericordia dei nostri tempi”, scrive Bergoglio.
“Carissimi giovani, Gesù misericordioso, ritratto nell’effigie venerata dal popolo di Dio nel santuario di Cracovia a Lui dedicato, vi aspetta. Lui si fida di voi e conta su di voi!”, ha esortato in conclusione.