mercoledì 2 luglio 2014

La "ricerca di Adamo" nel Mare Nostrum



Il  tweet di Papa Francesco: "Vivere come veri figli di Dio significa amare il prossimo e avvicinarsi a chi è solo e in difficoltà." (2 luglio 2014)

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A un anno dalla visita di Papa Francesco a Lampedusa: il silenzio assordante dell'Europa e la "ricerca di Adamo" nel Mare Nostrum

(Alessandro Notarnicola) Un tempo un eremita risiedeva sullo scoglio di Lampedusa e guardava il mare limpido e celeste, aveva lo stesso colore del cielo e incontrandosi con la luce dorata del sole rifletteva le forme delle terre d'Africa. Lo scoglio era sorto nel mezzo del mediterraneo ed era una cerniera che univa le due terre ma anche le due religioni, dal momento che l'uomo, in alcune grotte, esercitava il doppio culto cristiano-musulmano (della Croce e della Mezza Luna). Dal 1452 l’isola è così considerata luogo di culto e di venerazione della Vergine Maria, sia da parte dei musulmani che dei cristiani, ma anche “centro di raccolta di vettovaglie e mezzi con le donazioni lasciate ai piedi della Madonna" per chi, sbarcando sull’isola, necessitasse di approvvigionamento.
A distanza di molti secoli quella pietra è ancora lì, bagnata dall'acqua salata di un mare non più così limpido: ogni giorno è un pianto, un grido di speranza, un aggrapparsi alla vita per non essere travolti dai flutti che sempre più strozzano la vita a tutti quegli uomini, donne, bambini che ammassati come "tonni" su vecchi e spartani barconi si avventurano verso una nuova vita. Papa Francesco quando ha saputo di quei "pellegrini-migranti" aggrappati, per non affogare, alle gabbie dei tonni, si è fatto egli stesso pellegrino e si è recato lo scorso 8 luglio 2013 a Lampedusa per abbracciare quei “tonni”: il suo abbraccio ha fatto riscoprire loro quella dignità di esseri umani che troppo spesso viene dimenticata. 

"Quei nostri fratelli e sorelle cercavano di uscire da situazioni difficili per trovare un po’ di serenità e di pace - ha detto il Santo Padre poggiandosi a un altare improvvisato sul dorso di una barca e un leggio ricavato da un timone, e ha così continuato - cercavano un posto migliore per sé e per le loro famiglie, ma hanno trovato la morte. Quante volte coloro che cercano questo non trovano comprensione, non trovano accoglienza, non trovano solidarietà! E le loro voci salgono fino a Dio! E una volta ancora ringrazio voi abitanti di Lampedusa per la solidarietà. Ho sentito, recentemente, uno di questi fratelli. Prima di arrivare qui sono passati per le mani dei trafficanti, coloro che sfruttano la povertà degli altri, queste persone per le quali la povertà degli altri è una fonte di guadagno. Quanto hanno sofferto! E alcuni non sono riusciti ad arrivare".
A pochi giorni dal primo anniversario (martedì 8 luglio) della visita di Papa Francesco nell’isola di Lampedusa, lungo le coste siciliane uomini e donne continuano a morire. Dopo l’ennesima tragedia avvenuta lunedì scorso (45 vittime tra cui alcuni bambini), il grido di denuncia e di impazienza di Francesco si fa più forte e lapidario: "«Adamo dove sei?», «Dov’è il tuo fratello?», sono le due domande che Dio pone all’inizio della storia dell’umanità e che rivolge anche a tutti gli uomini del nostro tempo, anche a noi. Ma io vorrei che ci ponessimo una terza domanda: «Chi di noi ha pianto per questo fatto e per fatti come questo?», Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? Chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini? Per questi uomini che desideravano qualcosa per sostenere le proprie famiglie? Siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere, del “patire con”: la globalizzazione dell’indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere!". Nel corso dell'omelia il Papa si è scagliato contro "la globalizzazione dell'indifferenza, che fa dimenticare le tragedie dell'immigrazione" e ha ricordato come quelle vite spezzate in mare siano per lui "una spina nel cuore". Concetti inoltre ripetuti  su Twitter, dove ha cinguettato: "Preghiamo per avere un cuore che abbracci gli immigrati. Dio ci giudicherà in base a come abbiamo trattato i più bisognosi". "Dove sei uomo" è ormai il grido del Papa, il sentito messaggio che egli intende diffondere in tutto il mondo e tra tutti i popoli affinché cessino le guerre e lo sfruttamento della persona. La tratta di esseri umani, “una vergogna”, “un crimine contro l’umanità”: “la persona umana non si dovrebbe mai vendere e comprare come una merce”, ha ribadito più e più volte Papa Bergoglio, essendo, il rispetto della dignità dell'essere umano, un tema a lui molto a cuore.
Dietro Lampedusa, considerata anche il centro d'Europa, e dietro le immagini dolorose degli sbarchi, infatti, si cela un'organizzazione deplorevole e ignobile di bracconieri/trafficanti che fanno delle vite in fuga una merce di scambio, ne fanno ragione di guadagno ed interesse. Si tratta, pertanto, di un “grande imbroglio”, un groviglio d’interessi economici illeciti che prosperano facendo leva sulla disperazione degli immigrati, i quali fuggono nel pieno della notte dal dramma delle proprie terre sognando la fortezza Europa per nascere una seconda volta.
Le parole del Santo Padre, tuttavia, sembra siano rimaste impigliate a Lampedusa, tra uno scoglio riscaldato del sole del Mediterraneo e una maglietta strappata di un disperato che non è riuscito a raggiungere la terra ferma. Sono parole rimaste negli occhi dei lampedusiani (noti a tutti per la genuina solidarietà dimostrata), i quali sono lasciati soli dalle istituzioni soprattutto da quelle europee che sovente, da quando il fenomeno degli sbarchi clandestini si è ingrossato, fa finta di non conoscere la gravità del reale.
Il “no” di Papa Francesco alla “globalizzazione dell’indifferenza” riguardava proprio le istituzioni, quei politici che dimenticano di essere uomini e donne e che si cullano nella loro condizione di privilegiati. La questione del Mare Nostrum diventa ogni giorno un punto fondamentale da discutere sul piano europeo perché l'Italia non può farcela da sola, e le parole del Papa non possono sanare una piaga sociale e umana che allontana sempre più l'uomo dal proprio fratello. 
In seguito alla strage del maggio scorso, in cui hanno perduto la vita 12 donne, di cui una incinta, due bimbe, una di pochi mesi e una di non più di due anni e tre uomini, è stato duro l'intervento del ministro dell'Interno Angelino Alfano che rivolgendosi a Bruxelles ha detto: "L'Europa ha due strade: o viene qui e issa la bandiera europea sull'operazione Mare Nostrum oppure una volta che avremo definito lo status dei migranti e accertato che hanno diritto alla protezione e che vogliono andare in altri Paesi, noi li lasceremo andar via. Il diritto di asilo è sacrosanto ma non si può esercitare solo in Italia".
Per il momento, certamente, non si può parlare di una bandiera e di una unione a livello europeo, resta solo una corona di fiori bianchi e gialli scivolata in mare dalle mani dell'operaio Francesco per commemorare le tante vittime che giacciono sui fondali limpidi e preziosi di Lampedusa, "piccola realtà e esempio di solidarietà umana".
La visita dello scorso anno ha segnato l'inizio del Pontificato del Papa venuto dall'altra parte del mondo, e oggi, in particolare dal 28 giugno all'8 luglio 2014, si svolgeranno sull'isola delle Pelagie una serie di eventi: mostre fotografiche, colloqui, convegni, momenti di riflessione,funzioni religiose. «Abbiamo voluto riunire questa serie di appuntamenti - spiega il coordinatore organizzativo, don Nino Gulli della Curia Arcivescovile di Agrigento alla conferenza stampa di presentazione - sotto un'unica denominazione "Lampedusa otto luglio duemilatredici - Celebrare, Ricordare, Comunicare", perché con ogni evento si cercherà di celebrare, ricordare e comunicare la visita del Santo Padre nell'isola di Lampedusa ed all'Arcidiocesi di Agrigento».