lunedì 7 settembre 2015

Che belli quei tempi.



L'occasione per riascoltare questa canzone me l'ha data la notizia del figlio in provetta nato nero da una coppia gay che ha denunciato la banca del seme per aver ricevuto lo sperma di un afro-americano... Pensate a che punto siamo arrivati! E davvero non c'è limite al sonno della ragione. Non possiamo invertire la rotta, semplicemente dobbiamo registrare un fatto: non siamo più cristiani, non si tratta di argomentare. Certo, faremo di tutto per opporci a questo pensiero unico, in tutti i modi, ritornando anche in piazza, una volta ancora o di più, se necessario. Ma siamo ben consapevoli che NON è con le manifestazioni che si cambia il mondo. Quello che davvero serve è in primo luogo la consapevolezza che stiamo commettendo il peccato contro la Luce ("...la Luce vera, quella che illumina ogni uomo....", quella che, oggi come 2000 anni fa, le tenebre non accolgono): di conseguenza l'azione pastorale. Come? Scandalosamente semplice: occorre RIPRISTINARE LA INIZIAZIONE CRISTIANA. IN CIASCUNA PARROCCHIA. SISTEMATICAMENTE. Annunciare a questo mondo l'Unica Parola che salva. Ma farlo a partire dal presupposto di cui sopra: non facciamoci illusioni. I cristiani della domenica non sono mai esistiti, e se lo sterco che ci circonda serve a toglierci di dosso il vestitino della prima comunione, ben venga. Anche quello. 
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