lunedì 7 settembre 2015

Gesù Cristo? E chi è?

catechismo



(su Nocristianofobia.org) Il dato è drammatico: ben il 70% dei ragazzi in età scolare in Francia non è catechizzato. Molti non hanno mai nemmeno sentito parlare di Gesù Cristo. Ma le brutte notizie non finiscono qui. Di quelli catechizzati – ovvero del restante 30% – solo uno su dieci si prepara per ricevere il Battesimo. Che non è più un Sacramento “scontato”, dato per acquisito. Anzi…
Per questo i Vescovi d’Île-de-France hanno sentito il bisogno di rivolgere un accorato appello. A tutti. Alle famiglie, ai catechisti, agli educatori: «Sino a poco tempo fa – si legge – i primi passi sul cammino della fede si compivano nelle mura del focolare domestico». Oggi non è più così: «Molti genitori sono preoccupati di come potranno crescere i propri figli». Ed hanno assolutamente ragione ad esserlo. Perciò i prelati hanno predisposto questo documento.
Si tratta di nomi importanti: dell’Arcivescovo di Parigi, Card. André Vingt-Trois, e dei Vescovi di Versailles, mons. Eric Aumonier, di Nanterre, mons. Michel Aupetit, di Saint-Denis, mons. Pascal Delannoy, di Evry, mons. Michel Dubost, di Pontoise, mons. Stanislas Lalanne, di Meaux, mons. Jean-Yves Nahmias, e di Créteil, mons. Michel Santier. Hanno deciso, tutti insieme, di lanciare una nuova campagna di sensibilizzazione, in grande stile, dal titolo «Tu aimeras ton prochain comme toi-même», “amerai il prossimo tuo come te stesso”.
Campagna, il cui successo dipenderà da ogni fedele: «Non è sufficiente affiggere manifesti alle chiese – hanno affermato – Spesso i genitori non sanno a chi rivolgersi e attendono che qualcuno compia il primo passo per informarli. Decideranno di iscrivere i loro figli al catechismo, se avran potuto parlarne con qualcuno che, conoscendo la parrocchia, abbia saputo mostrar loro la strada da seguire».
E’, in pratica, quell’apostolato cui ci chiama il fatto stesso di esser battezzati, come ben ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Mediante il Battesimo siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della Sua missione» (n. 1213). Ed ancora: «[I battezzati] sono partecipi del sacerdozio di Cristo, della Sua missione profetica e regale» (n. 1268). Ed oggi la prima missione è proprio qui, nell’Occidente cristiano.
Ciò non significa limitarsi a procurare iscrizioni per il catechismo, tutt’altro. E lo sanno bene i Vescovi firmatari, che precisano nell’appello: si tratta di «sostenere per l’intero anno il cammino di questi ragazzi e di accoglierli calorosamente alla S. Messa [il che presuppone l’esserci, alla celebrazione liturgica, a differenza di quel che fan purtroppo tante famiglie!-NdR]».
Perché «noi ne siamo testimoni, dare a ciascun fanciullo la possibilità di conoscere Cristo e di scegliere di seguirLo fa parte di ciò che gli permetterà di trovare la propria piena dimensione». Commenta l’agenzia Riposte Catholique, che ha dato ampio risalto alla notizia: alle lezioni di catechismo, dunque, «è davvero finito il tempo del colorare, del vivere assieme, di una solidarietà troppo umana,…? Si studia finalmente la fede cattolica ricevuta dagli Apostoli, adesso?». Sarebbe buona cosa che ne tenessero conto anche le Diocesi italiane e quelle di tutto il mondo. Perché l’analfabetismo spirituale è drammaticamente diffuso ed occorre evitare di ripercorrere gli errori già compiuti e vissuti Oltralpe, bisogna trarne una lezione anche per ciascuno di noi e rettificare il tiro, finché si sia in tempo.

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Ma durerà fino alla fine

da uno scritto di Joseph Ratzinger del 1970
Anche questa volta dalla crisi di oggi verrà fuori domani una chiesa che avrà perduto molto. Diventerà più piccola, dovrà ricominciare tutto da capo. Non potrà più riempire molti degli edifici che aveva eretto nel periodo della congiuntura alta. Oltre che perdere degli aderenti numericamente, perderà anche molti dei suoi privilegi nella società.
Si presenterà in modo molto più accentuato di un tempo come la comunità della libera volontà, cui si può accedere solo per il tramite di una decisione. Come piccola comunità solleciterà molto più fortemente l’iniziativa dei suoi singoli membri. Certamente essa conoscerà anche nuove forme di ministero e ordinerà sacerdoti dei cristiani provati, che esercitano una professione: in molte delle comunità più piccole e in gruppi sociali omogenei la cura d’anime sarà normalmente esercitata in questo modo. Ma accanto a queste forme sarà indispensabile la figura principale del prete, che esercita il ministero come lo ha fatto finora. Ma, nonostante tutti questi cambiamenti che si possono presumere, la chiesa troverà di nuovo e con tutta l’energia ciò che le è essenziale, ciò che è sempre stato il suo centro: la fede nel Dio unitrino, in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, nell’assistenza dello Spirito, che durerà fino alla fine.
[…] Sarà una chiesa interiorizzata, che non mena vanto del suo mandato politico e non flirta né con la sinistra né con la destra. Farà questo con fatica. Il processo infatti della cristallizzazione e della chiarificazione le costerà anche talune buone forze. La renderà povera, la farà diventare una chiesa dei piccoli. […] Si può prevedere che tutto questo richiederà del tempo.
[…] Ma dopo la prova di queste divisioni uscirà da una chiesa interiorizzata e semplificata una grande forza. Gli uomini infatti saranno indicibilmente solitari in un mondo totalmente pianificato. Essi scopriranno allora la piccola comunità dei credenti come qualcosa di totalmente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta a domande che essi da sempre di nascosto si sono poste. A me sembra certo che si stanno preparando per la chiesa tempi molto difficili. La sua vera crisi è appena incominciata. Si devono fare i conti con grandi sommovimenti. Ma io sono anche certissimo di ciò che rimarrà alla fine: non la chiesa del culto politico, ma la chiesa della fede. Certo essa non sarà mai più la forza dominante della società, nella misura in cui lo era fino a poco tempo fa. Ma la chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà agli uomini come la patria, che ad essi dà vita e speranza oltre la morte
Joseph  Ratzinger,  Fede e futuro – 1970 – Queriniana, (Brescia 2005, pp. 112-117)
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