sabato 13 ottobre 2012

Maurizio Moscone: Appunti di Antropologia


Di seguito degli appunti preziosi sulla cosiddetta "questione antropologica", così cara a Papa Benedetto XVI e così cruciale per il nostro tempo. Le riflessioni sono svolte dal professor Maurizio Moscone, docente di filosofia nei seminari diocesani ‘Redemptoris Mater’, legati ad una delle realtà più vivaci nel panorama dei nuovi movimenti ecclesiali, il Cammino Neocatecumenale. Buona lettura!

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I.
Ha ancora senso oggi porsi la domanda circa l'essere dell'uomo? Oppure è un quesito obsoleto che la cultura occidentale espunge dal suo lessico corrente, concordando sostanzialmente con la sentenza di Nietzsche, secondo cui l'uomo è il suo corpo? Così scrive il filosofo in Così parlò Zarathustra: "L'uomo desto e cosciente dice: Io sono corpo e null'altro all'infuori di ciò, e l'anima è solo una parola per qualche cosa di corpo".(1)
"L'uomo è il suo corpo", proclama Nietzsche, e così ripete una lunga schiera di filosofi che influenza la cultura odierna più di quanto comunemente si creda.
L'uomo, questo corpo vivente più intelligente di una scimmia ma ad essa identico in quanto realtà puramente materiale, sarebbe, secondo Monod, un incidente di percorso nella storia dell'evoluzione biologica (2), il frutto del puro caso, essendo la vita umana l'effetto fortuito di un gioco casuale, come è casuale la combinazione dei numeri alla roulette. Scrive il biologo: "L'universo non stava per partorire la vita né la biosfera l'uomo. Il nostro numero è uscito alla roulette: perché dunque non dovremmo avvertire l'eccezionalità della nostra condizione, proprio allo stesso modo di colui che ha appena vinto un miliardo?"(3).
L'uomo, gettato nel cieco gioco dell'esistenza(4), si sente un ente tra gli enti, una "cosa" tra le tante; "sa finalmente - afferma Monod - di essere solo nell'immensità dell'Universo da cui è emerso per caso"(5) e non avverte alcuna differenza qualitativa tra sé e gli animali, con i quali si sente tanto affine che viene auspicata, da zoologi e biologi americani, una legislazione che riconosca gli stessi diritti per gli esseri umani e alcuni primati come i gorilla, gli scimpanzé e gli oranghi.
Il movimento animalista si afferma sempre di più in Occidente, come testimonia anche il successo, soprattutto nei paesi anglosassoni, del volume Il Progetto Grande Scimmia. Eguaglianza oltre i confini della specie umana, nel quale viene proposta una carta dei diritti dei primati e sostenuta l'identità ontologica tra scimmie e uomini. I curatori e gli autori del libro sopra menzionato, che dedica la sezione quinta alle "scimmie come persone"(6), hanno sottoscritto una "Dichiarazione sui grandi antropoidi"(7) nella quale viene richiesta, "per tutti i grandi antropoidi", la tutela del "diritto alla vita" e della "protezione della libertà individuale"(8). E' scritto nella dichiarazione: "Noi richiediamo che la comunità degli eguali venga estesa fino a includere tutti i grandi antropoidi: esseri umani, scimpanzé, gorilla e oranghi.
«La comunità degli eguali» è la comunità morale all'interno della quale noi accettiamo che certi principi o diritti morali fondamentali governino le nostre relazioni reciproche e siano tutelabili giuridicamente"(9).
Singer, uno dei massimi teorici dell'animalismo, afferma in un'intervista: "Scimpanzé, gorilla e oranghi hanno una complessa e ricca vita emozionale; sviluppano strette e durature relazioni inter-individuali, hanno una memoria di lungo periodo e sono autoconsapevoli; possono risolvere problemi molto complessi, che chiaramente richiedono riflessione; e possono soffrire sia fisicamente che psicologicamente. In una parola, sono persone"(10).
Se, come scrive Corbey, "l'idea tradizionale di una nostra esclusiva dignità - in quanto unici esseri creati da Dio a sua immagine - ha decisamente perso terreno"(11) e l'essere umano è soltanto un animale più evoluto degli altri sul piano bio-psichico, ha veramente senso la battaglia ideale che alcuni uomini intraprendono oggi per difendere la vita umana dal concepimento alla morte? Oppure tale battaglia è il retaggio di una visione del mondo arcaica, che considera il cosmo come una creazione divina di carattere gerarchico al cui apice sarebbe posto l'essere umano, la cui vita sarebbe sacra per la presenza in lui di un soffio di Dio? E si può ancora oggi, alle soglie del terzo millennio, parlare di Dio? Questo termine non è forse il retaggio di un passato che si perde nella notte dei tempi, usato da alcune filosofie e religioni antiche per designare i sogni e le fantasie di un'umanità ancora infantile e insicura che non possedeva le scienze e le tecniche odierne per conoscere, controllare e dominare la natura?
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NOTE
1) F.NIETZSCHE, Così parlò Zarathustra, Presentazione di R.Cantoni, Mursia, Milano 1965, p.37.
2) Scrive Monod: "soltanto il caso è all'origine di ogni novità, di ogni creazione nella biosfera. Il caso puro, il solo caso, libertà assoluta ma cieca, alla radice stessa del prodigioso edificio dell'evoluzione"(J.MONOD, Il caso e la necessità. Saggio sulla filosofia naturale della biologia contemporanea, Mondadori, Milano 1979, III ed., p.113. Il corsivo è nel testo. Così anche in seguito, salvo diversa indicazione).
3) Ibidem, pp.141-142.
4) Scrive Monod: "Da un gioco completamente cieco tutto per definizione può derivare" (ibidem, p.100).
5) Ibidem, p.172.
6) Cfr. P.CAVALIERI, P.SINGER (a cura di), Il progetto grande scimmia. Eguaglianza oltre i confini della specie umana, Theoria, Roma-Napoli 1994, pp.273-331.
7) Cfr. ibidem, pp.7-10.
8) Cfr. ibidem.
9) Ibidem, p.7. Riguardo al diritto alla vita, Miller scrive: "Uccidere uno scimpanzé, un gorilla o un orango deve essere considerato un omicidio esattamente come e quando viene considerata tale l'uccisione di un umano"(ibidem, p.282).
I curatori del libro, Cavalieri e Singer, auspicano che venga istituito un organismo internazionale "in grado di svolgere il complesso compito di vigilare sull'implementazione di una dichiarazione dei diritti dei grandi antropoidi - dovunque possano trovarsi.
La creazione di tale organismo internazionale per l'estensione della cittadinanza morale a tutti i grandi antropoidi non sarà un'impresa facile. Se portata a termine, essa avrà un immediato valore pratico per gli scimpanzé, i gorilla e gli oranghi in tutto il mondo. Forse ancora più grande sarà tuttavia il suo valore in quanto concretamente simbolo del primo varco nella barriera di specie"(ibidem, p.372).
10) P.SINGER, Le loro emozioni, i nostri sentimenti, Intervista di L.Adami, in "Unità", 25/11/1994, Cultura e Società, p.3. Il corsivo è mio.
Considerazioni analoghe troviamo anche nella sezione sedicesima del Trattato sulla natura umana di Hume, il quale, come è noto, svegliò Kant dal "sonno dogmatico". Scrive l'empirista inglese: "E' ridicolo negare una verità evidente, così come affaticarsi troppo a difenderla. Nessuna verità sembra a me più evidente di quella che le bestie sono dotate di pensiero e di ragione al pari degli uomini: gli argomenti sono a questo proposito così chiari, che non sfuggono neppure agli stupidi e agli ignoranti" (D.HUME, Trattato sulla natura umana, in S.ZAGHI (a cura di), Il "Trattato sulla natura umana" di Hume e il problema della causalità nel XVII e XVIII secolo, Paravia, Torino 1994, pp.188-189).
11) R.CORBEY, Ambigue scimmie, in P.CAVALIERI, P.SINGER (a cura di), Il progetto grande scimmia. Eguaglianza oltre i confini della specie umana, cit., p.158.
In Spagna è stato presentato un progetto di legge, ispirato al pensiero di Singer (consigliere di Zapatero), con il quale si intendeva estendere i diritti della persone umane alle scimmie. La caduta del Governo ha evitato la possibile approvazione.
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II.
L'uomo occidentale, dopo Marx, Freud e Nietzsche, guarda con "sospetto"(12) le grandi religioni tradizionali che affermano l'esistenza di Dio e la presenza nell'essere umano di una legge morale naturale. In particolare la Chiesa cattolica è accusata di dogmatismo e di intolleranza perchè afferma, in modo assoluto, una serie di verità che sembrano assurde per l'uomo di oggi; infatti la Chiesa dichiara non solo che Dio esiste, ma anche che Egli è uno e trino e che si è incarnato storicamente in un uomo vissuto duemila anni fa. Oltre a tutto ciò, la Chiesa dice che il falegname Gesù di Nazaret, senza aver frequentato le scuole della legge in Israele, è il più grande sapiente del mondo e ha salvato tutti gli uomini soffrendo inchiodato a un legno, sconfiggendo per sempre l'unico vero nemico dell'uomo, che non è il buco dell'ozono o un possibile conflitto nucleare, ma il diavolo, un angelo ribelle che vuol portare con sé gli uomini all'inferno, "nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli"(13).
L'uomo occidentale, che è informato su tutto tramite i mezzi di comunicazione sociale, conosce i risultati della moderna esegesi "scientifica" che, da Bultmann in poi, mette in dubbio le verità di fede affermate con autorità dalla Chiesa. Quest'ultima è spesso derisa e i suoi ministri ridicolizzati inspots pubblicitari. Il magistero ecclesiastico è sempre più rifiutato, ma tale rifiuto non significa rigetto della religiosità in quanto tale.
Il processo di "laicizzazione", previsto dalla sociologia degli anni Settanta secondo cui la scienza e la tecnica avrebbero emancipato l'uomo da ogni istanza religiosa, non si è avverato(14). Di fatto, si assiste oggi a un revival del fenomeno religioso, anche se la religiosità attuale è ben diversa da quella tradizionale, perché è connotata dalla ricerca di esperienze che appaghino i più svariati bisogni di "spiritualità" presenti nell'animo umano, per cui risultano appaganti quei movimenti o sette "religiose" che sembrano offrire una risposta immediata alle più svariate richieste umane. La "religione" è vista oggi, sempre più, come un supermercato del sacro, dove ognuno può scegliere a piacimento il prodotto "religioso" che più gli serve. "Così - scrive in proposito Vernette - ciascuno elabora la propria personale religione, secondo la propria misura, prendendo in prestito elementi da tutte le credenze, in una vasta nebulosa di opinioni"(15).
In questo clima di relativismo religioso ha quindi successo la New Age, secondo la quale la futura era dell'Acquario segnerà il tramonto del Cristianesimo; essa propriamente non è un movimento o una setta ma è una "rete" che ingloba in sé le sette e i movimenti più disparati con la finalità di offrire al "cliente" un vasto campionario di merci di carattere esoterico, magico, spiritistico, sincretistico etc., il cui consumo dovrebbe produrre nell'essere umano un'ampliata coscienza cosmica. Afferma in proposito Ferrari: "New Age (Nuova Era) è un fenomeno di tendenza, che nella società odierna sta riscuotendo notevole successo. Le sue idee sono diffuse da una vasta rete di gruppi, movimenti, scuole di pensiero. E' definita da alcuni anche metanetwork o network of networks. Questi gruppi e movimenti non dipendono l'uno dall'altro, però si riconoscono in una precisa idea, comune intesa e come cambiamento di "paradigma", che dovrebbe realizzarsi nelle coscienze con l'imminente avvento della presunta era astrologica dell'Acquario, che dovrebbe sostituire quella che nell'ambiente New Age viene considerata la bimillenaria era dei Pesci, ossia l'era del Cristianesimo.
In questa nuova era la coscienza si dovrebbe allargare a un livello che supera la dimensione personale e che viene proclamata dai cultori della New Age come esperienza di tipo "transpersonale"(16).
 Nel contesto socio-culturale attuale, in cui "si possono moltiplicare - scrive Vattimo - le libere ricostruzioni del reale tutte al di là del vero e del falso"(17), è evidente che il centro della religiosità non è la ricerca del Dio vero e santo da adorare e da servire, ma il bisogno di trovare un appagamento "spirituale" alla sete di sacro, sempre di più avvertita da un'umanità sazia di beni materiali, ma fondamentalmente dis-orientata perché priva del senso profondo della vita che orienti la sua esistenza.
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NOTE
12) Cfr. P.RICOEUR, Della interpretazione. Saggio su Freud, Il Saggiatore, Milano 1967, pp.46-50.
13) Mt, 25,41.
14) Scrive in proposito Pellegrini:"I tempi [...] cambiano con estrema velocità. Il cosiddetto "ritorno del fattore religioso" è stato una sorpresa per i sociologi della secolarizzazione. Venti anni fa si predicava un irreversibile declino della credenza religiosa" (L.PELLEGRINI, Ateismo e indifferenza religiosa, in "Sette e Religioni", 1/1994, p.49).
15) J.VERNETTE, Neopaganesimo, in “Sette e Religioni”, p.66.
16) G.FERRARI, Presentazione, in C.MACCARI, La New Age di fronte alla fede cristiana, Elle Di Ci, Torino 1995, p.5.
17) G.VATTIMO, La società trasparente, Garzanti, Milano 1989, p.14.

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III.
Nel dis-orientamento esistenziale in cui vive l'uomo occidentale, l'io personale assume, paradossalmente, caratteri divini: Dio scompare sempre di più dall'humus culturale dell'Occidente, che tramite i mezzi di comunicazione sociale (in particolare la televisione) celebra ogni giorno la potenza e la grandezza dell'uomo, capace ormai con la scienza e la tecnica di dominare la terra e di distruggerla, di manipolare i geni umani e di selezionarli, di trapiantare organi e, in generale, di risolvere problemi che apparivano irrisolvibili fino a qualche decennio fa.
L'io umano, dopo la "morte di Dio" profetizzata da Nietzsche e realizzatasi nei tempi odierni, ha preso progressivamente il posto di Dio ascoltando l'insegnamento di quel serpente che, nel giardino di Eden, sibilava all'orecchio di Eva e di Adamo l'invito a mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, perché si aprissero i loro occhi e divenissero simili a Dio. E' scritto nella Genesi: "Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture" (18).
Ovviamente, per la cultura odierna, e soprattutto per gli esegeti disincantati dalle tecniche scientifiche di indagine, questo racconto biblico è pura mitologia, retaggio arcaico di una civiltà che non conosceva Freud, Jung e i meccanismi intrapsichici che sono alla base dei racconti immaginifici nei quali si esprime l'inconscio individuale o collettivo. E' però un dato di fatto, al di là dellapresuntamitologia biblica, che l'uomo oggi non si riferisce più a Dio per stabilire la verità della legge morale e, da Kant in poi, si è reso talmente autonomo da Lui da considerare se stesso come il vero e unico legislatore morale.
Nietzsche aveva profetizzato la situazione esistenziale odierna in termini poetici, affermando, tramite Zarathustra: "Spezzate, spezzatemi le tavole antiche, voi che cercate la conoscenza! [...] «Non rubare! Non uccidere!»: queste parole si dissero un tempo sacre; dinanzi ad esse si piegavano le ginocchia e la testa, e ci si toglieva le scarpe.
Ma io vi chiedo: dove ci furono briganti peggiori e peggiori assassini nel mondo di queste sacre parole?
Non è forse ingenito in ogni essere vivente il rubare e l'uccidere? E santificando tali parole non s'assassinò la stessa verità?
Non fu un predicare la morte il dire sacro tutto ciò che contrasta e contraddice la vita? Oh miei fratelli, spezzate, spezzatemi le vecchie tavole!" (19).
Si può obiettare che il testo nietzschiano non rispecchia il modo di pensare e di vivere odierno perché è unanime oggi la condanna del furto e dell'omicidio, ma l'evasione fiscale praticata in larga scala e giustificata anche da economisti di fama mondiale non è forse un furto? E l'aborto, legalizzato in molti stati, propagandato dai mass media e da potenti e ricche organizzazioni, non è forse la più brutale forma di omicidio?
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NOTE
18) Gn 3,1-7.
19) F.NIETZSCHE, Così parlò Zarathustra, cit., pp.176-177.

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IV.
L'uomo, rendendosi totalmente autonomo da Dio, non ha più un fondamento stabile su cui basare in modo assoluto dei valori morali universali; i valori poggiano non sulla solida roccia ma, come acutamente scrive Nietzsche, sull'acqua. Afferma infatti in proposito Zarathustra: "Oh, fratelli! Non scorre ora tutto? Tutte le passerelle e tutti i ponti non sono forse caduti nell'acqua? Chi ancora si appoggerebbe al «bene» e al «male»?
Guai a voi! Viva noi! Il vento del disgelo si è levato! Predicate così, o fratelli, per tutte le vie!
Esiste una vecchia illusione che si chiama bene e male"(20).
Il bene e il male, intesi in modo assoluto, sono una "vecchia illusione" alla quale la cultura odierna ha sostituito dei cataloghi morali che sono relativi alle diverse società. Nessuno, secondo l'attuale "relativismo etico", può affermare che un valore è assoluto perchè all'essere umano è preclusa la possibilità di conoscere delle norme morali che siano inscritte nella natura dell'uomo.
Il seguente testo anonimo di un sofista greco, intitolato Ragionamenti duplici, è molto attuale perché esprime il modo di pensare relativistico che è specifico della cultura odierna: "I Massageti squartano i genitori e se li mangiano, perché pensano che l'esser sepolti nei propri figli sia la più bella sepoltura; invece se qualcuno lo facesse in Grecia, cacciato in bando morirebbe con infamia, come autore di cose turpi e terribili. [...] Presso i Lidi, che le fanciulle si sposino dopo essersi prostituite per denaro, sembra bello; presso i Greci nessuno le vorrebbe sposare"(21).
Se i valori non sono inscritti nella natura dell'uomo, nell'anima umana che Dio ha creato e in cui si riflette, ma sono relativi alle diverse culture o, più specificamente, al modo di pensare dei singoli uomini ad esse appartenenti, come è possibile escludere che domani l'incesto o l'eliminazione degli handicappati vengano considerate pratiche legittime? Non è forse vero che l'unione omosessuale, considerata ripugnante per l'ethos pubblico fino a venti anni fa, è oggi legittimata da alcuni stati? Chi avrebbe approvato venti anni fa che una nonna, tramite l'inseminazione artificiale, potesse partorire il proprio nipote?
Altre domande analoghe potrebbero venir formulate allo scopo di sollecitare la riflessione sulle conseguenze a cui conducono determinate premesse culturali che oggi vengono ampiamente accettate. Tali premesse vengono giustificate tramite una tematizzazione "teoretica" da una nutrita schiera di filosofi, che ispirandosi, in modo vario, all'ermeneutica di Heidegger, e radicalizzandola, sostengono, come afferma Marquard, che "La verità non esiste" e "la scepsi non consiste nel non sostenere nessuna tesi, bensì nel sostenere volta a volta molte tesi"(22).
L'assenza della Verità dal panorama filosofico attuale comporta l'assunzione di una molteplicità di tesi, che, democraticamente, devono essere poste tutte sullo stesso piano, poiché nessuna di esse può vantare una supremazia teoretica sulle altre. Infatti non esiste una realtà in sé la cui conoscenza adeguata consenta la formulazione di tesi filosofiche vere da contrapporre a tesi false, poiché, come sostiene Vattimo citando i Frammenti postumi di Nietzsche, "non esistono fatti ma solo interpretazioni"; e questa stessa tesi non può, secondo Vattimo, essere considerata veraperché anche essa è una delle tante interpretazioni possibili(23).
L'ermeneutica, nell'accezione che sta assumendo nella filosofia odierna, è intesa come un dialogo infinito tra una molteplicità di individui che esprimono visioni del mondo relative ai loro particolari punti di vista, e tale dialogo è impossibilitato, per motivi intrinseci, a raggiungere la Verità. Oggi, afferma in proposito Morra, "l'ermeneutica non è più lo strumento per leggere la verità, ma per dissolvere la monoliticità del Vero e giungere alla comprensione del politeismo delle verità" (24).
La verità, essendo relativa ai singoli soggetti interpretanti, può essere quindi decisa democraticamente dagli uomini, poiché sono loro che, in ultima istanza, decidono se adorare Dio o gli idoli, se rispettare le norme morali tramandate dalla tradizione o inventarne di nuove, se rispettare la natura o asservirla ai propri interessi etc.
L'epoca "post-moderna", afferma Lyotard, ha cancellato la "narrazione-Dio" e celebra la morte del Cristianesimo e della filosofia, mentre riconosce ancora valore alla scienza, il cui fine è "la ricerca di instabilità"(25). In questa epoca, in cui tutte le certezze sono cadute, spetta ad ogni singolo uomo stabilire, in modo sempre provvisorio e rivedibile, il senso dell'esistenza; si realizza quindi oggi la profezia di Nietzsche, che con le parole di Zarathustra, proclamava: "Sì, questo Io, e la contraddizione e la confusione di questo io, è ancora quello che più lealmente afferma il suo Essere, questo io che crea, che vuole, che valuta, e che è la misura e il valore di tutte le cose.[...] Un nuovo orgoglio m'insegnò il mio Io, ed io l'insegno agli uomini: non più nascondere la testa nella sabbia delle celesti cose, ma portarla fieramente, testa terrena che crea il senso della terra!" (26).
L'uomo occidentale, "misura e valore di tutte le cose" e creatore del senso della terra, si è emancipato definitivamente da Dio e da ogni valore morale trascendente ed è adesso finalmente libero di progettare la propria esistenza secondo i propri desideri e di realizzare la propria volontà dominando la natura tramite la scienza e la tecnica, le quali offrono all'umanità odierna possibilità impensabili per le generazioni passate.
L'uomo di oggi, che è libero di decidere anche quanti e quali sono i generi sessuali (secondo alcuni membri delle ONG, presenti alla IV conferenza dell'ONU sulla donna, gli esseri umani si distinguono in maschi, femmine, omosessuali, lesbiche e transessuali (27)), vive però, come accennato precedentemente, un profondo dis-orientamento, perché è privo di una luce che guidi serenamente la sua esistenza e gli indichi il cammino da percorrere. L'aumento costante dei suicidi, la violenza sulle donne e i bambini, il sempre più esteso uso della droga, il dilagare della criminalità sono solo alcuni dei segni di questo dis- orientamento, il quale provoca, in generale, una profonda infelicità.
La situazione esistenziale che vive oggi l'uomo occidentale non è forse in relazione con il clima culturale che lo costituisce in quanto essere storicamente incarnato?
Chi ha pensato le idee che circolano oggi in Occidente e qual è la loro origine? Soprattutto che incidenza esse hanno nel modo di pensare e di agire di centinaia di milioni di uomini? E' proprio impossibile conoscere la natura dell'uomo? Dio è soltanto una fantasia umana o esiste veramente?
La riflessione filosofica e teologica non può esimersi da dare una risposta a questi interrogativi.
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NOTE
20) F.NIETZSCHE, Così parlò Zarathustra, cit., p. 176-177.
21) DIELS, 12 [90]. 2,14,16 (H.DIELS, I sofisti. Frammenti e testimonianze, Laterza, Roma-Bari 1954. Il numero tra parantesi quadre indica la collocazione del capitolo nella sesta edizione deiVorsokratiker di Diels-Kranz, vol.II).
22) O.MARQUARD, Apologia del caso, Il Mulino, Bologna 1991, p.84.
23) Cfr.G.VATTIMO, Oltre l'interpretazione, Laterza, Roma-Bari 1995.
24) G.MORRA, Dio nella filosofia postmoderna, relazione tenuta al Convegno sul tema "Dio oggi", svoltosi a Roma il 2-3 dicembre 1993 presso la Pontificia Università Urbaniana.
25) J.F.LYOTARD citato in ibidem.
26) F.NIETZSCHE, Così parlò Zarathustra, cit.,p.36.
27) Le ONG (Organizzazioni Non Governative) hanno organizzato, parallelamente alla IV conferenza dell'ONU sulla donna, svoltasi nel settembre del 1995 a Pechino, una serie di incontri culturali riguardante temi di attualità, quali ad esempio: "L'uso di bambole di gomma in grandezza naturale e di vibratori per alleviare l'oppressione sessuale delle donne", "Tecniche di corteggiamento tra lesbiche: teoria e pratica".