«Non è né giusto né sufficiente richiedere ulteriori sacrifici alle famiglie che, al contrario, necessitano di politiche di sostegno, anche nella direzione di un deciso alleggerimento fiscale». Lo afferma il Consiglio Episcopale Permanente nel Messaggio per la 35ª Giornata Nazionale per la vita (13 febbraio 2013). I vescovi italiani, riaffermando che «il primato della persona non è stato avvilito dalla crisi» ricordano a tutti che «donare e generare la vita significa scegliere la via di un futuro sostenibile per un’Italia che si rinnova».
«Non si esce da questa fase critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l’aborto - si legge ancora nel Messaggio -, bensì facendo forza sulla verità della persona umana, sulla logica della gratuità e sul dono grande e unico del trasmettere la vita, proprio in un una situazione di crisi».
Di seguito il testo del Messaggio
Messaggio del Consiglio
Episcopale Permanente
per la 35a
Giornata Nazionale per la vita
(3 febbraio 2013)
“Generare
la vita vince la crisi”
«Al
sopravvenire dell’attuale gravissima crisi economica, i clienti
della nostra piccola azienda sono drasticamente diminuiti e quelli
rimasti dilazionano sempre più i pagamenti. Ci sono giorni e notti
nei quali viene da chiedersi come fare a non perdere la speranza».
In
molti, nell’ascoltare la drammatica testimonianza presentata da due
coniugi al Papa in occasione del VII Incontro Mondiale delle famiglie
(Milano, 1-3 giugno 2012), non abbiamo faticato a riconoscervi la
situazione di tante persone conosciute e a noi care, provate
dall’assenza di prospettive sicure di lavoro e dal persistere di un
forte senso di incertezza.
«In
città la gente gira a testa bassa – confidavano ancora i due –;
nessuno ha più fiducia di nessuno, manca la speranza».
Non
ne è forse segno la grave difficoltà nel “fare famiglia”, a
causa di condizioni di precarietà che influenzano la visione della
vita e i rapporti interpersonali, suscitano inquietudine e portano a
rimandare le scelte definitive e, quindi, la trasmissione della vita
all’interno della coppia coniugale e della famiglia?
La
crisi del lavoro aggrava così la crisi della natalità e accresce il
preoccupante squilibrio demografico che sta toccando il nostro Paese:
il progressivo invecchiamento della popolazione priva la società
dell’insostituibile patrimonio che i figli rappresentano, crea
difficoltà relative al mantenimento di attività lavorative e
imprenditoriali importanti per il territorio e paralizza il sorgere
di nuove iniziative.
A
fronte di questa difficile situazione, avvertiamo che non è né
giusto né sufficiente richiedere ulteriori sacrifici alle famiglie
che, al contrario, necessitano di politiche di sostegno, anche nella
direzione di un deciso alleggerimento fiscale.
Il
momento che stiamo vivendo pone domande serie sullo stile di vita e
sulla gerarchia di valori che emerge nella cultura diffusa. Abbiamo
bisogno di riconfermare il valore fondamentale della vita, di
riscoprire e tutelare le primarie relazioni tra le persone, in
particolare quelle familiari, che hanno nella dinamica del dono il
loro carattere peculiare e insostituibile per la crescita della
persona e lo sviluppo della società: «Solo l’incontro con il “tu”
e con il “noi” apre l’“io” a se stesso» (Benedetto XVI,
Discorso alla 61a
Assemblea Generale della CEI, 27 maggio 2010).
Quest’esperienza
è alla radice della vita e porta a “essere prossimo”, a vivere
la gratuità, a far festa insieme, educandosi a offrire qualcosa di
noi stessi, il nostro tempo, la nostra compagnia e il nostro aiuto.
Non per nulla San Giovanni può affermare che «noi sappiamo che
siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli» (1Gv
3,14).
Troviamo
traccia di tale amore vivificante sia nel contesto quotidiano che
nelle situazioni straordinarie di bisogno, come è accaduto anche in
occasione del terremoto che ha colpito le regioni del Nord Italia.
Accanto al dispiegamento di sostegni e soccorsi, ha riscosso stupore
e gratitudine la grande generosità e il cuore degli italiani che
hanno saputo farsi vicini a chi soffriva. Molte persone sono state
capaci di dare se stesse testimoniando, in forme diverse, «un Dio
che non troneggia a distanza, ma entra nella nostra vita e nella
nostra sofferenza» (Benedetto XVI, Discorso nel Teatro alla Scala
di Milano, 1° giugno 2012).
In
questa, come in tante altre circostanze, si riconferma il valore
della persona e della vita umana, intangibile fin dal concepimento;
il primato della persona, infatti, non è stato avvilito dalla crisi
e dalla stretta economica. Al contrario, la fattiva solidarietà
manifestata da tanti volontari ha mostrato una forza inimmaginabile.
Tutto
questo ci sprona a promuovere una cultura della vita accogliente e
solidale. Al riguardo, ci sono rimaste nel cuore le puntuali
indicazioni con cui Benedetto XVI rispondeva alla coppia provata
dalla crisi economica: «Le parole sono insufficienti… Che cosa
possiamo fare noi? Io penso che forse gemellaggi tra città, tra
famiglie, tra parrocchie potrebbero aiutare. Che realmente una
famiglia assuma la responsabilità di aiutare un’altra famiglia»
(Intervento alla Festa delle testimonianze al Parco di Bresso,
2 giugno 2012).
La
logica del dono è la strada sulla quale si innesta il desiderio di
generare la vita, l’anelito a fare famiglia in una prospettiva
feconda, capace di andare all’origine – in contrasto con tendenze
fuorvianti e demagogiche – della verità dell’esistere,
dell’amare e del generare. La disponibilità a generare, ancora ben
presente nella nostra cultura e nei giovani, è tutt’uno con la
possibilità di crescita e di sviluppo: non si esce da questa fase
critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con
l’aborto, bensì facendo forza sulla verità della persona umana,
sulla logica della gratuità e sul dono grande e unico del
trasmettere la vita, proprio in un una situazione di crisi.
Donare e generare la
vita significa scegliere la via di un futuro sostenibile per
un’Italia che si rinnova: è questa una scelta impegnativa ma
possibile, che richiede alla politica una gerarchia di interventi e
la decisione chiara di investire risorse sulla persona e sulla
famiglia, credendo ancora che la vita vince, anche la crisi.
Roma, 7 ottobre 2012
Memoria della Beata
Vergine del Rosario
Il Consiglio Permanente
della Conferenza
Episcopale Italiana