In questi giorni tante sono state le iniziative che hanno fatto sì che noi cristiani ci confrontassimo con il mondo islamico...
Lo scorso 27 ottobre si è celebrata la XI Giornata del dialogo cristiano-islamico sul tema: “Islam, cristianesimo, Costituzione: cristiani e musulmani a confronto con la laicità dello Stato (*); mentre due giorni fa si è concluso il tradizionale pellegrinaggio alla Mecca che ogni musulmano deve compiere almeno una volta nella vita (**)... Ancora questa mattina, 29 ottobre, si è aperto alla Pontificia Università Lateranense il Seminario Interdisciplinare sulla "Nuova Evangelizzazione in Islam". Di seguito riporto il saluto del rettore monsignor Enrico dal Covolo, ai partecipanti.
* * *
Il presente Simposio interdisciplinare è un’occasione di riflessione
post-sinodale sulla nuova evangelizzazione dei cristiani nei Paesi
islamici.1. Già l'Instrumentum Laboris del Sinodo suggeriva l’urgente necessità di riscoprire la fede e la sua ragionevolezza, e allo stesso tempo metteva in luce le nuove situazioni e i nuovi areopaghi in cui si svolge la missione oggi (vedi soprattutto il terzo capitolo, “Trasmettere la fede”).
2. Tale istanza risulta ora ampiamente confermata dal dibattito sinodale appena concluso, dal Messaggio e dalle Proposizioni finali.
Una di esse, in particolare, raccomanda di proseguire con generosità e convinzione il dialogo cristiano-islamico, ai fini dell’evangelizzazione, nonostante le oggettive difficoltà che esso incontra. Quanto al Messaggio, conviene citarne un passo significativo: “Il dialogo tra i credenti delle varie religioni”, si legge alla conclusione del n. 10, “vuole essere un contributo alla pace, rifiuta ogni fondamentalismo e denuncia ogni violenza che si abbatte sui credenti, grave violazione dei diritti umani. Le Chiese di tutto il mondo sono vicine nella preghiera e nella fraternità ai fratelli sofferenti, e chiedono a chi ha in mano le sorti dei popoli di salvaguardare il diritto di tutti alla libera scelta e alla libera professione e testimonianza della fede”.
3. Oggi la presenza di qualche Padre Sinodale e di altri esperti ci offre la possibilità di precisare alcune proposte di evangelizzazione nei Paesi islamici. Del medesimo tema si è occupata anche la recente Esortazione Apostolica Postsinodale Ecclesia in Medio Oriente (vedi in particolare il n. 28).
4. L'evangelizzazione per noi cristiani è un’esigenza intrinseca della fede e un frutto tangibile del vero amore.
In contesti particolari, specie nei Paesi dove il cristianesimo rappresenta la minoranza, per timore, per rispetto umano, o per una falsa concezione della libertà altrui, può succedere che rinunciamo a un’evangelizzazione attiva.
Viceversa, l’amore che spinge a comunicare all’altro la bellezza e la gioia del Vangelo, sempre suggerisce il modo più appropriato per trasmettere le verità rivelate, quali centro di irradiazione di senso e stella di orientamento nella storia. Del resto, “chi ha scoperto Cristo deve portare altri verso di lui. Una grande gioia non si può tenere per sé. Bisogna trasmetterla” (Benedetto XVI, Omelia in occasione della XX Giornata Mondiale della Gioventù, Marienfeld 29 giugno 2005).
5. La dinamica storico-salvifica della Rivelazione, la pedagogia divina che l’ha attuata ed espressa, parlando all’uomo in molti modi e definitivamente attraverso i gesti e le parole di Gesù il Nazareno, dovrebbe farci riflettere sull’utile bellezza dello scambio di esperienze spirituali in paesi come il Pakistan. Proprio un autentico approccio spirituale – credibilmente testimoniato – potrebbe aiutare a gestire e, infine, a superare quella sorta di “separazione” dei cittadini cattolici o cristiani, che, se da un lato appartengono ad uno stato islamico, dall’altro, come fedeli appartenenti alla Chiesa di Dio, guardano verso il Papa e ai Vescovi per un sostegno religioso e morale.
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Nel Simposio odierno avremo la possibilità di riflettere su tutti questi argomenti, da un punto di vista teologico, filosofico, politico ed economico.
+ Enrico dal Covolo
* * *
(*): Vedi sul tema in questo blog:
21 Ott 2012
È
arrivata all'XI edizione la Giornata ecumenica del dialogo
cristiano-islamico che si celebrerà il 27 ottobre ma che da alcuni
giorni, nel mese di ottobre e fino a novembre, sta già impegnando
associazioni, gruppi, chiese e in ...
20 Ott 2012
Nelle
prime due settimane del sinodo sull'evangelizzazione, sette vescovi
hanno rotto il silenzio su un argomento tabù: quello delle conversioni
dall'islam al cristianesimo. ... Da parte sua il gesuita Paul
Desfarges, vescovo di Constantine e dell'antica Ippona di sant'Agostino,
in Algeria, anche lui di origini francesi, ha fatto notare che il
dialogo islamo-cristiano è messo oggi sì a dura prova "a causa delle
correnti fondamentaliste", ma "anche a causa di una nuova ...
17 Ott 2012
...
coesione con i grandi valori che ci ha dato il cristianesimo”. E'
questa la “sintesi” grazie alla quale l'Europa potrà entrare in dialogo
con tutte le culture e religioni, anche quella islamica. ...
Demografia islamica. Interessante questo video. Dovrebbe accendere nei
cristiani lo zelo per l'annuncio del Vangelo, con la vita prima che con
le parole... Pubblicato da kairos a 06:34 · Invia tramite emailPostalo
sul ... http://kairosterzomillennio.blogspot.com/. Pubblicato da vito ...
12 Ott 2012
I
musulmani citano spesso questa frase, come uno dei loro "dogmi" o delle
cosiddette "prove" che dimostrano la superiorità dell'islam sul
cristianesimo, Maometto essendo l'ultimo profeta mandato da Dio
all'umanità, il "sigillo ...
http://kairosterzomillennio.blogspot.com/
* * *
(**): E' stato "un successo" quest'anno il pellegrinaggio alla Mecca (Haj) che ogni musulmano deve compiere almeno una volta nella sua vita. I numeri parlano di 3,16 milioni di pellegrini "registrati", accanto ai quali vanno considerati 1,14 milioni di "non registrati". A sorvegliare il buon andamento delle giornate sono stati mobilitati 120mila agenti di sicurezza. Ancora: negli ultimi quattro giorni 362.740 persone si sono recate nelle strutture sanitarie. E sono stati sacrificati un milione di pecore e 10mila tra mucche e cammelli. Quest'anno la loro carne, tradizionalmente distribuita ai poveri delle città sante e delle nazioni islamiche, andrà anche ai rifugiati siriani in Turchia, Giordania e Libano
Terminati i giorni del pellegrinaggio, autorità e mezzi di comunicazione fanno il bilancio di un evento che suscita sempre preoccupazione nelle autorità saudite, visti gli incidenti accaduti in passato, anche con motivazioni politiche. I più sanguinosi restano quelli che nel 1987 videro la morte, alla Mecca, di 400 iraniani negli scontri seguiti a una manifestazione khomeinista.
Anche quest'anno c'è stato un tentativo di manifestazione politica: centinaia di siriani hanno marciato, a Mina, per denunciare le malefatte del presidente Bashar al-Assad e chiederne la cacciata. La protesta è stata immediatamente bloccata dalle autorità saudite, che pure sono politicamente vicine ai ribelli, dei quali i manifestanti issavano bandiere e striscioni.
C'è anche chi non protesta, ma si dice "scontento" del pellegrinaggio per i costi troppo elevati o perché le compagnie che organizzano gli spostamenti li portano sul posto, ma li abbandonano a se stessi. Lo stesso governatore della Mecca principe Khaled Al-Faisal ha annunciato "azioni" contro una compagnia ferroviaria per i ritardi nel servizio ai fedeli.
Lo stesso principe Khaled nel corso di una conferenza stampa organizzata per esporre il bilancio di questo Haj, ha dato una valenza politico-religiosa all'evento: "i pellegrini - ha detto - indossano lo stesso tipo di abito, vivono negli stessi luoghi, si muovono nelle stesse zone e compiono gli stessi riti. Essi danno al mondo il messaggio positivo che l'unità dei musulmani non è un pericolo, ma fa bene al mondo".
Fonte: AsiaNews
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(**): E' stato "un successo" quest'anno il pellegrinaggio alla Mecca (Haj) che ogni musulmano deve compiere almeno una volta nella sua vita. I numeri parlano di 3,16 milioni di pellegrini "registrati", accanto ai quali vanno considerati 1,14 milioni di "non registrati". A sorvegliare il buon andamento delle giornate sono stati mobilitati 120mila agenti di sicurezza. Ancora: negli ultimi quattro giorni 362.740 persone si sono recate nelle strutture sanitarie. E sono stati sacrificati un milione di pecore e 10mila tra mucche e cammelli. Quest'anno la loro carne, tradizionalmente distribuita ai poveri delle città sante e delle nazioni islamiche, andrà anche ai rifugiati siriani in Turchia, Giordania e Libano
Terminati i giorni del pellegrinaggio, autorità e mezzi di comunicazione fanno il bilancio di un evento che suscita sempre preoccupazione nelle autorità saudite, visti gli incidenti accaduti in passato, anche con motivazioni politiche. I più sanguinosi restano quelli che nel 1987 videro la morte, alla Mecca, di 400 iraniani negli scontri seguiti a una manifestazione khomeinista.
Anche quest'anno c'è stato un tentativo di manifestazione politica: centinaia di siriani hanno marciato, a Mina, per denunciare le malefatte del presidente Bashar al-Assad e chiederne la cacciata. La protesta è stata immediatamente bloccata dalle autorità saudite, che pure sono politicamente vicine ai ribelli, dei quali i manifestanti issavano bandiere e striscioni.
C'è anche chi non protesta, ma si dice "scontento" del pellegrinaggio per i costi troppo elevati o perché le compagnie che organizzano gli spostamenti li portano sul posto, ma li abbandonano a se stessi. Lo stesso governatore della Mecca principe Khaled Al-Faisal ha annunciato "azioni" contro una compagnia ferroviaria per i ritardi nel servizio ai fedeli.
Lo stesso principe Khaled nel corso di una conferenza stampa organizzata per esporre il bilancio di questo Haj, ha dato una valenza politico-religiosa all'evento: "i pellegrini - ha detto - indossano lo stesso tipo di abito, vivono negli stessi luoghi, si muovono nelle stesse zone e compiono gli stessi riti. Essi danno al mondo il messaggio positivo che l'unità dei musulmani non è un pericolo, ma fa bene al mondo".
Fonte: AsiaNews