mercoledì 26 ottobre 2011

Abbiamo le Scritture e la libertà dataci da Cristo



Anche questa sera ci lasciamo istruire da sant'Antonio abate...

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Antonio diceva ai suoi discepoli: "Nostro Signore Gesù Cristo, sebbene i demoni dicessero la verità (infatti essi dicevano: “Tu sei il Figlio di Dio” [Lc 4,41]), tappava loro la bocca, li costringeva al silenzio perché essi non semi­nassero con la verità la loro malizia e perché noi prendessimo la consuetudine di non prestare loro attenzione anche se quelli davano la parvenza di dire la verità. Sarebbe infatti vergognoso che noi che abbiamo le Sacre Scritture e che dal Salvato­re abbiamo ricevuto la libertà, ci lasciassimo istruire dal diavolo, da colui che violò l’ordine per lui stabilito e passò da un pensiero all’altro. Perciò il Signore gli impedì di parlare quando egli si mise a recitare i brani delle Scritture, con queste parole: “Perché vai ripetendo i miei decre­ti e hai sempre in bocca la mia alleanza?” (Sal 49,16). Fan­no tutte queste cose, ciarlano, rumoreggiano, si­mulano, per ingannare i semplici. Fanno strepi­to, ridono scioccamente, sibilano; se nessuno presta loro attenzione, piangono e si lamentano come se fossero sconfitti».

«Perciò il Signore, in quanto Dio, chiude­va la bocca ai demoni. E noi, istruiti dai santi, dobbiamo imitarli, emulare il loro coraggio. Ve­dendo queste cose, essi dicevano: “Porrò un freno alla mia bocca mentre l’empio mi sta dinanzi. Sono rimasto quieto in silenzio” (Sal 38,2-3); e ancora: “Io, come un sordo, non ascolto e come un muto non apro la bocca; sono come un uomo che non sen­te” (Sal 37,14-15). Noi non dobbiamo ascoltarli perché ci sono estranei, né dobbiamo obbedire loro quando ci invitano alla pratica ascetica che ci siamo propo­sta e non lasciamoci sedurre da coloro che agi­scono con inganno. Non dobbiamo temerli nep­pure se sembra che ci aggrediscano, né se ci mi­nacciano di morte. Sono dei deboli e perciò si limitano alle sole minacce».

«Bisogna perciò temere soltanto Dio. I de­moni vanno disprezzati e per nulla temuti. Quan­do si comportano così, noi dobbiamo con più in­tenso zelo praticare l’ascesi contro di loro. La ret­ta via e la fede in Dio sono una grande arma contro di loro. Essi temono degli asceti i digiuni, le veglie, le preghiere, la mitezza, la tranquillità, il disprezzo per il danaro e per la vanagloria, l’u­miltà, l’amore per i poveri, le opere di misericor­dia, la mancanza d’ira, ma soprattutto l’amore per Cristo. Si comportano dunque così per non essere calpestati. Sanno infatti che il Salvatore concesse ai fedeli la grazia contro di loro quando disse: “Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni po­tenza del nemico” (Lc 10,19)».

Atanasio di Alessandria, Vita di Antonio, 26, 27, 30