lunedì 17 ottobre 2011

Paolo di Tamma

La Chiesa copto-ortodossa ricorda oggi 17 ottobre Paolo di Tamma, monaco, «sette volte suicida per amore di Dio». E' una occasione per unirci spiritualmente ai cristiani d'Egitto che subiscono in questo tempo dure persecuzioni.

PAOLO DI TAMMA
(IV sec.), monaco

Il 17 del mese di bàbah, la Chiesa copta ricorda il monaco Paolo di Tamma, «sette volte suicida per amore di Dio».
Originario di Tamma, nella provincia di Asyut, Paolo trascorse buona parte della sua vita facendo l'eremita sulla montagna di al-Ašmúnayn, assieme a un discepolo di nome Ezechiele che fu poi il suo biografo. Le Vite ci raccontano dei numerosi viaggi durante i quali Paolo ebbe modo di conoscere i più noti monaci della regione.
Ciò che tuttavia colpisce nei racconti tradizionali sul monaco di Tamma è che il suo desiderio di essere con il Signore era tale che Paolo si tolse la vita per sei volte per amore di Cristo, e ogni volta questi gliela ridonò. Al termine di queste ripetute «follie», egli avrebbe voluto, secondo il suo biografo, seguire le orme di Cristo morto per i peccatori, ma il Signore gli disse che le dimostrazioni d'amore che aveva fornito erano più che sufficienti.
Le versioni moderne del Sinassario copto hanno eliminato questi racconti, forse perché inspiegabili, o addirittura scandalosi. Tuttavia dietro a questa vicenda altamente inusuale, si cela la convinzione che tra Dio e l'uomo la vera comunione può giungere soltanto attraverso un continuo e reciproco deporre e ridonare la vita l'uno per amore dell'altro.
Paolo morì un 7 di bàbah, ed è sepolto nel monastero di Anba Bishoi, accanto a Bishoi di Scete, al quale era legato da un'amicizia che li rese inseparabili nella vita come nella morte.

TRACCE DI LETTURA

Ai tuoi pensieri non dare riposo finché il riposo non nasca per te senza il riposo. Lasciali morti, vivendo nelle cose di Dio. Infinito è Dio. Non vi è misura a un saggio che sta nella sua cella. La misura di un sapiente che sta nella sua cella è il Signore.

(Paolo di Tamma, Epistola 3, 44 e 47)

Stando nella tua cella, figlio mio, non essere come gli ipocriti. Non affaticarti a pregare, e sarai udito. Stando nel dolore, attendi la quiete.

(Paolo di Tamma, Opera senza titolo 102-104)

PREGHIERA

O Giuseppe, capo dei sacerdoti
della grande città di Alessandria,
puro nella tua continenza
e rivestito di vera umiltà,
nei giorni del tuo patriarcato
toccò questa grande grazia
a noi indegni:
la venuta verso di noi
dei nostri padri crociferi,
abba Bishoi e abba Paolo,
gli astri luminosi.
Essi divennero per noi
due porti di salvezza,
e illuminarono le nostre anime.
Salute,
o nostro padre Bishoi il giusto,
salute, o nostro padre Paolo,
amato da Cristo.
Chiedete al Signore per noi,
o nostri padri che amate i vostri figli,
che ci rimetta i nostri peccati.