sabato 8 ottobre 2011

XXVIII Domenica T.O.: Letture della preghiera notturna dei certosini



letture della preghiera notturna dei certosini


9 ottobre: Visita di Benedetto XVI alla Certosa



Anno A - Tempo Ordinario - Ventottesima Domenica

Dal vangelo secondo Matteo. - 9,1-8

Portarono a Gesù un paralitico steso su un letto. Egli, vista la loro fede,
disse al paralitico: "Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati".

Dalle Omelie di san Giovanni Crisostomo su questo vangelo.
In Mt. hom. XXIX, 1-2. PG 57, 359-360.

In questa occasione Gesù costringe con maggiore vigore i suoi
avversari a confessare che egli è uguale al Padre: glielo fa esprimere con
la loro stessa bocca. E qui il Signore mostra anche come gli sia estranea
la vanagloria.

La folla è così fitta attorno a Gesù da bloccare l'ingresso della casa
tanto che hanno dovuto calare il paralitico dal tetto. Ora al Signore non
preme di operare la guarigione fisica di quell'uomo, ma attende che gli
avversari gliene offrano l'occasione. Cura dapprima quello che non si vede,
l'anima, e perdona all'uomo i suoi peccati.

Ciò procurava la salvezza del malato, ma non dava molta gloria a
Cristo. Così, certuni spinti dalla loro malignità e volendo approfittare da
ciò che Gesù diceva per accusarlo, provocano, loro malgrado, l'erompere
dell'evento prodigioso. Infatti, Gesù, sagace come sempre, si vale della
loro invidia per rendere più lampante il fatto prodigioso.




Gli scribi furiosi dicevano: Perché costui parla così? Bestemmia! Chi
può rimettere i peccati, se non Dio solo?

Vediamo ciò che dice Cristo. Distrugge i loro sospetti? Se non fosse
stato in tutto uguale al Padre avrebbe dovuto dire: "Perché avete di me
un'opinione che non corrisponde alla verità? Io sono lontano dal disporre
di un tale potere". Invece non dice nulla di simile, al contrario conferma
e convalida tutto: sia con le parole sia con il miracolo.

Poiché chi parla di sé può infastidire l'interlocutore, Cristo si vale
della testimonianza degli altri per confermare chi egli è in realtà. E, -
meraviglia! - in forza della sua infinita sapienza, non si serve soltanto
della testimonianza degli amici, ma anche di quella dei nemici. Eccolo
servirsi della testimonianza dei suoi amici quando risponde al lebbroso: Lo
voglio, sii sanato e al centurione: In Israele non ho trovato nessuno con
una fede così grande.

Dimostra poi chi egli è per mezzo dei suoi nemici. Quando, infatti,
costoro dicono tra sé che nessuno può rimettere i peccati se non Dio solo,
egli aggiunge: Perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in
terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora al paralitico, prendi il
tuo letto e va' a casa tua.



Non è questo il solo caso in cui Cristo si comporta così; anche
altrove, quando i suoi avversari sottolineano: Non ti lapidiamo per
un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio,
egli non respinge la loro opinione, ma la conferma. Dichiara infatti: Se
non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se
non volete credere a me, credete almeno alle opere.

C'è qui in realtà un'altra non piccola prova che Gesù è Dio, uguale al
Padre. I Giudei asserivano che solo Dio ha il potere di rimettere i
peccati. Ebbene, Cristo non soltanto rimette i peccati, ma ancora prima di
questo, compie un'opera che è solo di Dio: rivela gli intimi segreti dei
cuori. Gli scribi, infatti, non avevano espresso ciò che pensavano.

A riprova che è solo Dio a conoscere i segreti pensieri degli uomini,
ascoltate queste parole del profeta: Solo tu conosci il cuore dei figli
dell'uomo. E ancora. Tu provi mente e cuore, Dio giusto. Geremia dice: Il
cuore dell'uomo è profondo e impenetrabile; chi lo può conoscere? E altrove
sta scritto: L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore.



Cristo vuole offrire sempre dimostrazioni chiare e inconfutabili. Così
anche questa volta con la guarigione del paralitico prova che i suoi
peccati gli sono davvero rimessi; e prova la sua guarigione comandandogli
di prendere sulle spalle il lettuccio. Ne risulta che nessuno può definire
un'illusione quanto è accaduto.

Tuttavia, prima di operare il miracolo, Gesù rivolge una domanda agli
scribi: Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire:
Alzati e cammina? In altri termini: "Che cosa vi sembra più facile: guarire
un corpo infermo o perdonare i peccati di un'anima? Ovviamente è più
semplice sanare membra paralizzate. Quanto l'anima è superiore al corpo,
tanto più diventa arduo rimetterle i suoi peccati. Tuttavia, mentre una
delle due operazioni è invisibile, l'altra si vede. Vi aggiungo dunque la
guarigione del corpo, meno importante ma più visibile, perché ciò che
appare ai vostri occhi vi porti a credere ciò che è più grande, benché
invisibile".

Così Gesù cominciava a rivelare con le sue opere quanto Giovani
Battista aveva detto di lui: Ecco colui che toglie il peccato del mondo!