mercoledì 2 settembre 2015

L’oggi della salvezza



È dedicato al tema «Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! (Luca 3, 6). Sulla soteriologia cristiana», il ventiquattresimo congresso nazionale dell’Associazione teologica italiana che si è aperto ad Assisi il 31 agosto e si concluderà il 4 settembre. Nella mattinata di oggi, 2 settembre, si è tenuto un dialogo con l’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, segretario della Congregazione per la dottrina della fede, su Gesù Cristo salvezza di tutti. Pubblichiamo le conclusioni della relazione di don Maurizio Gronchi, docente presso la Pontificia università Urbaniana.


(Maurizio Gronchi) La domanda alla quale ci siamo proposti di rispondere era: quale senso ha l’oggi della salvezza, nella prospettiva cristiana? Quanto abbiamo rilevato dall’agire quotidiano di Gesù come Signore delle relazioni è ciò che si riverbera, per la grazia dello Spirito, nell’oggi della Chiesa e del mondo, a contatto con la vulnerabilità della carne di Cristo, che sono i poveri e i più deboli. L’odierna tentazione auto-salvifica (neo-gnostica e neo-pelagiana), ai credenti domanda l’impegno di considerare la gratuità della salvezza che viene da Dio in Gesù, la cui causalità personale è in grado di raggiungere ogni uomo, nel modo che Dio solo conosce, mediante lo Spirito. 
Come ai contemporanei di Gesù fu concesso di toccare Dio nella persona del Figlio, analogamente, a noi oggi è donato di toccare Gesù nella carne di ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito, versando sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza (cfr. Prefazio VIII).
Nell’evento di Cristo, Dio si è messo dalla parte delle sue creature, ha sperimentato la vulnerabilità della carne, «essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato» (Ebrei 4, 15). Ha così imparato ad aver fame e sete oltre che saziare, a lasciarsi condurre e non solo a guidare, a servire invece di essere servito. L’empatia di Dio viene dall’esperienza umana del Figlio, in cui Egli assume un nuovo punto di vista, imparando l’obbedienza (cfr. Ebrei 5, 8). Qualcosa di analogo avviene nella relazione tra persone normodotate e portatori di deficit, disabilità e handicap. In certo senso, potremmo dire che la mente del normodotato si modifica a contatto col disabile, poiché avviene un aumento di competenza, anziché un semplice adattamento sminuente, tale da accrescere l’attenzione a ciò che altrimenti sarebbe portato a trascurare. In altre parole, si tratta di una “contaminazione” che, lungi dalla sua accezione negativa, permette di vedere con occhi nuovi anche se stessi. Forse qualcosa di simile è avvenuto anche in Gesù, perché è ciò avviene eternamente in Dio quando guarda alle sue creature. Il relazionarsi con le creature fragili trasforma in economia, condiscendenza e clemenza l’agire di Dio.
La Chiesa è testimone credibile della salvezza in cui crede quando vive profondamente immersa nella storia di ogni uomo, cui si fa prossima per lasciare spazio al suo Signore; quando ne proclama gioiosamente la speranza nella celebrazione dei sacramenti, da cui trae energia per vivere in verità “la seconda eucaristia”, che sono i poveri e tutti coloro che attendono pienezza di vita. Lungo questa strada, la salvezza è accessibile in un “già” che è pregustazione dell’opera perdonante del Padre buono e misericordioso, e in un “non ancora” che attende la piena eredità, il saldo eterno ove la speranza della felicità si compirà nella comunione e nella gioia senza fine.
In conclusione, l’oggi della salvezza è insieme dono e compito. Dono da attendere, concesso all’umanità intera dalla misteriosa e amante sapienza di Dio, nel modo che lui solo conosce; compito da perseguire insieme con gli altri, nella libertà che ogni uomo ha ricevuto dalla stessa libertà di Dio. E come all’amore non si può rispondere che per amore, così la salvezza è dono di amore di Dio e risposta di amore dell’uomo. Della salvezza come dono siamo certi, per la fede e la speranza; della salvezza come compito siamo responsabili, nella carità.

L'Osservatore Romano