Folgorante la risposta ai giornalisti del fratello di Corazon, la donna falciata ieri a Roma da un'auto in fuga. Un intero trattato di Teologia in una frase. Che lezione!
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La lezione del fratello di Corazon
Non ho mai apprezzato il fatto che ai parenti stretti della vittima appena uccisa si faccia la domanda se perdonano l’assassino. Bisogna avere rispetto per le persone e per le situazioni. E ci sono situazioni nelle quali il perdono è l’ultima cosa che viene in mente, anche per chi ha fede. Proprio per questo spiccano le parole e la testimonianza del fratello di Corazón “Corina” Abordo, la madre filippina falciata qualche giorno fa dall’auto guidata dal giovane rom nelle vie del quartiere Boccea.
Sono parole che spiccano per la naturalezza con cui sono state pronunciate, per la grande fede che lasciano trasparire, per l’insegnamento che ci arriva. «Il nostro cuore è troppo spezzato. Io posso perdonare perché Dio perdona…». Certo, chiede giustizia il fratello di Corazón, ma dice di poter perdonare chi gli ha assassinato la sorella. E a chi gli chiede conto, durante la veglia in piazza del Campidoglio, del razzismo contenuto in certi messaggi riguardanti i rom, il fratello della vittima dice: «Non c’è più rabbia, né odio. Anche loro sono umani».
Una grande e semplice lezione di cristianesimo sul modo di guardare e trattare gli immigratiche ci arriva da un immigrato ormai da lungo tempo diventato cittadino italiano. Non era tenuto a dire queste parole, tutti avremmo capito se avesse usato altri toni e altri argomenti, quei toni e quegli argomenti che suonano barbari in bocca a politici in cerca di visibilità e di voti, ma che si giustificano in chi ha perso un familiare in un modo così insensato. Proprio per questo la semplice testimonianza del fratello di Corazón è una boccata d’ossigeno.
Tornielli