Il tweet di Papa Francesco: "Signore, donaci la grazia dello stupore dell’incontro con Te." (30 maggio 2015)
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Udienza di Papa Francesco ai partecipanti all’Incontro promosso dall’Associazione Scienza & Vita. "L’amore di Cristo ci spinge (cfr 2 Cor 5,14) a farci servitori dei piccoli e degli anziani, di ogni uomo e ogni donna, per i quali va riconosciuto e tutelato il diritto primordiale alla vita"
Sala stampa della Santa Sede
Alle ore 11.30 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti al Convegno promosso dall’Associazione Scienza & Vita che si è svolto ieri a Roma presso il centro congressi Tv2000 in Via Aurelia, sul tema “Quale scienza per quale vita?”. Riportiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’incontro:Cari fratelli e sorelle,
vi accolgo in occasione del decennale di fondazione della vostra Associazione, e vi ringrazio per questo incontro e per il vostro impegno. Ringrazio in particolare la Signora Presidente per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome di tutti voi.
Il vostro servizio a favore della persona umana è importante e incoraggiante. Infatti la tutela e la promozione della vita rappresentano un compito fondamentale, tanto più in una società segnata dalla logica negativa dello scarto. Per questo, vedo la vostra Associazione come delle mani che si tendono verso altre mani e sostengono la vita.
È un sfida impegnativa, nella quale vi guidano gli atteggiamenti dell’apertura, dell’attenzione, della prossimità all’uomo nella sua situazione concreta. Questo è molto buono. Le mani che si stringono non garantiscono solo solidità ed equilibrio, ma trasmettono anche calore umano.
Per tutelare la persona voi ponete al centro due azioni essenziali: uscire per incontrare e incontrare per sorreggere. Il dinamismo comune di questo movimento va dal centro verso le periferie. Al centro c’è Cristo. E da questa centralità vi orientate verso le diverse condizioni della vita umana.
L’amore di Cristo ci spinge (cfr 2 Cor 5,14) a farci servitori dei piccoli e degli anziani, di ogni uomo e ogni donna, per i quali va riconosciuto e tutelato il diritto primordiale alla vita. L’esistenza della persona umana, a cui voi dedicate la vostra sollecitudine, è anche il vostro principio costitutivo; è la vita nella sua insondabile profondità che origina e accompagna tutto il cammino scientifico; è il miracolo della vita che sempre mette in crisi qualche forma di presunzione scientifica, restituendo il primato alla meraviglia e alla bellezza. Così Cristo, che è la luce dell’uomo e del mondo, illumina la strada perché la scienza sia sempre un sapere a servizio della vita. Quando viene meno questa luce, quando il sapere dimentica il contatto con la vita, diventa sterile. Per questo, vi invito a mantenere alto lo sguardo sulla sacralità di ogni persona umana, perché la scienza sia veramente al servizio dell’uomo, e non l’uomo al servizio della scienza.
La riflessione scientifica utilizza la lente d’ingrandimento per soffermarsi ad analizzare determinati particolari. E grazie anche a questa capacità di analisi noi ribadiamo che una società giusta riconosce come primario il diritto alla vita dal concepimento fino al suo termine naturale. Vorrei, però, che andassimo oltre, e che pensassimo con attenzione al tempo che unisce l’inizio con la fine. Pertanto, riconoscendo il valore inestimabile della vita umana, dobbiamo anche riflettere sull’uso che ne facciamo. La vita è innanzitutto dono. Ma questa realtà genera speranza e futuro se viene vivificata da legami fecondi, da relazioni familiari e sociali che aprono nuove prospettive.
Il grado di progresso di una civiltà si misura proprio dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili, più che dalla diffusione di strumenti tecnologici. Quando parliamo dell’uomo, non dimentichiamo mai tutti gli attentati alla sacralità della vita umana. È attentato alla vita la piaga dell’aborto. È attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia. È attentato alla vita la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime condizioni di sicurezza. È attentato alla vita la morte per denutrizione. È attentato alla vita il terrorismo, la guerra, la violenza; ma anche l’eutanasia. Amare la vita è sempre prendersi cura dell’altro, volere il suo bene, coltivare e rispettare la sua dignità trascendente.
Cari amici, vi incoraggio a rilanciare una rinnovata cultura della vita, che sappia instaurare reti di fiducia e reciprocità e sappia offrire orizzonti di pace, di misericordia e di comunione. Non abbiate paura di intraprendere un dialogo fecondo con tutto il mondo della scienza, anche con coloro che, pur non professandosi credenti, restano aperti al mistero della vita umana.
Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. E, per favore, non dimenticate di pregare per me! Grazie.