lunedì 25 maggio 2015

Video-messaggio del Santo Padre Francesco in occasione della Giornata di Unità Cristiana (Phoenix, 23 maggio 2015)


Video-messaggio del Santo Padre Francesco in occasione della Giornata di Unità Cristiana (Phoenix, 23 maggio 2015)
 Sala stampa della Santa Sede
[Text: Italiano,  Español] 
In occasione della giornata di dialogo e preghiera organizzata ieri, sabato 23 maggio, dalla diocesi di Phoenix (USA) in collaborazione con un gruppo di Pastori evangelici di orientamento Pentecostale, tra i quali il Pastore casertano Giovanni Traettino, il Santo Padre ha inviato ai partecipanti un videomessaggio. Riportiamo di seguito la trascrizione del messaggio registrato dal Papa in lingua spagnola, con una traduzione in lingua inglese e in lingua italiana:
Italiano 

[in inglese] Fratelli e sorelle, che la pace di Cristo sia con voi.
Perdonatemi se parlo in spagnolo, ma il mio inglese non è sufficientemente buono per esprimermi correttamente. Parlo spagnolo ma, soprattutto, parlo la lingua del cuore.
[in spagnolo] Ho tra le mani l’annuncio che mi avete mandato di questa celebrazione di Unità Cristiana, questa giornata di riconciliazione. E da qui desidero unirmi a voi. “Padre, che siano in noi una cosa sola perché il mondo creda che tu mi hai mandato”: è lo slogan, il tema dell’incontro; la preghiera di Cristo affinché il Padre conceda la grazia dell’unità.

Oggi sabato 23 maggio, dalle 9 del mattino alle 5 del pomeriggio sarò con voi, spiritualmente, con tutto il mio cuore. Cercando insieme, chiedendo insieme la grazia dell’unità. L’unità che sta germogliando tra noi, l’unità che inizia suggellata da un solo Battesimo che tutti noi abbiamo ricevuto. L’unità che stiamo cercando uniti nel cammino. L’unità spirituale della preghiera, gli uni per gli altri. L’unità del lavoro comune nell’aiutare i fratelli, coloro che credono nella sovranità di Cristo.
Cari fratelli, la divisione è una ferita nel corpo della Chiesa di Cristo. E noi non vogliamo che questa ferita permanga. La divisione è opera del padre della menzogna, del padre della discordia, che cerca sempre di fare in modo che i fratelli siano divisi.
Oggi riuniti, io da Roma e voi lì, chiederemo che il Padre invii lo Spirito di Gesù, lo Spirito Santo, e ci conceda la grazia che tutti siano uno, “perché il mondo creda”. E mi viene in mente di dire una cosa che potrebbe essere insensata, o forse un’eresia, non so. Ma c’è qualcuno che ‘sa’ che, nonostante le differenze, siamo uno. Ed è colui che ci perseguita. Colui che perseguita oggi i cristiani, che ci unge con il martirio, sa che i cristiani sono discepoli di Cristo: che sono uno, che sono fratelli! Non gli importa se sono evangelici, ortodossi, luterani, cattolici, apostolici… non gli importa! Sono cristiani. E quel sangue si unisce. Oggi stiamo vivendo, cari fratelli, “l’ecumenismo del sangue”. Questo ci deve spingere a fare quello che oggi stiamo facendo: pregare, parlare tra noi, accorciare le distanze, affratellarci sempre di più.
Sono convinto che l’unità tra di noi non la faranno i teologi. I teologi ci aiutano, la scienza dei teologi ci aiuterà, ma se aspettiamo che i teologi si mettano d’accordo, l’unità sarà raggiunta il giorno successivo a quello del Giudizio Finale. L’unità la fa lo Spirito Santo, i teologi ci aiutano, ma ci aiutano le buone volontà di tutti noi che siamo in cammino e con il cuore aperto allo Spirito Santo!
Con tutta umiltà, mi unisco a voi come uno in più in questa giornata di preghiera, di amicizia, di vicinanza, di riflessione. Con la certezza che abbiamo un solo Signore: Gesù è il Signore. Con la certezza che questo Signore è vivo: Gesù vive, vive il Signore in ciascuno di noi. Con la certezza che ci ha inviato lo Spirito che ci aveva promesso affinché realizzasse quella “armonia” tra tutti i suoi discepoli.
Cari fratelli, vi mando un grande saluto, un abbraccio. Prego per voi, prego insieme a voi.
E per favore, vi chiedo di pregare per me. Perché ne ho bisogno per essere fedele a quello che il Signore vuole dal mio Ministero.
[Benedizione in inglese:]
Dio vi benedica. Che Dio benedica tutti noi.

Spagnolo
[Palabras introductorias en inglés:] 

Brothers and sisters, may the peace of Christ be with you.
Forgive me if I speak in Spanish, but my English isn’t good enough for me to express myself properly. I speak in Spanish but, above all, I speak in the language of the heart. 

[Hermanos y hermanas, que la paz de Cristo esté con ustedes.
Discúlpenme por hablar en español, pero mi inglés no es suficientemente bueno para explicarme. Hablo español pero, sobre todo, hablo la lengua del corazón.
]
Tengo en mis manos esta celebración de Unidad Cristiana que ustedes me han enviado, esta jornada de la reconciliación. Y desde aquí me quiero asociar a ustedes. “Padre, que sean uno en nosotros para que el mundo crea que tú me has enviado”: es el eslogan, el lema de este encuentro; la oración de Cristo para que el Padre conceda la gracia de la unidad.
Este sábado 23 de mayo, desde la 9 de la mañana hasta la 5 de la tarde voy a estar con ustedes, espiritualmente, con todo mi corazón. Buscando juntos, pidiendo juntos la gracia de la unidad. La unidad que está germinando en nosotros, la unidad que comienza sellada por un solo Bautismo y que todos tenemos. La unidad que vamos buscando juntos en el camino. La unidad espiritual de la oración, los unos por los otros. La unidad del trabajo conjunto en la ayuda de los hermanos, de los que creen en la soberanía de Cristo.
Queridos hermanos, la desunión es una herida en el cuerpo de la Iglesia de Cristo. Y nosotros no queremos que esa herida permanezca. La desunión es obra del padre de la mentira, del padre de la discordia, que siempre busca que los hermanos estén divididos.
Hoy reunidos, yo desde Roma y ustedes allí, pediremos para que el Padre envíe el Espíritu de Jesús, el Espíritu Santo, y nos de la gracia de que todos sean uno, “para que el mundo crea”. Y me viene a la mente decir algo que puede ser una insensatez, o quizás una herejía, no sé. Pero hay alguien que ‘sabe’ que, pese a las diferencias, somos uno. Y es el que nos persigue. El que persigue hoy día a los cristianos, el que nos unge con el martirio, sabe que los cristianos son discípulos de Cristo: ¡que son uno, que son hermanos! No le interesa si son evangélicos, ortodoxos, luteranos, católicos, apostólicos…¡no le interesa! Son cristianos. Y esa sangre se junta. Hoy estamos viviendo, queridos hermanos, el “ecumenismo de la sangre”. Esto nos tiene que animar a hacer lo que estamos haciendo hoy: orar, hablar entre nosotros, acortar distancias, hermanarnos cada vez más.
Yo estoy convencido de que la unidad entre nosotros no la van a hacer los teólogos. Los teólogos nos ayudan, la ciencia de los teólogos nos va a ayudar, pero si esperamos que los teólogos se pongan de acuerdo, la unidad recién se va a lograr al día siguiente del día del Juicio Final. La unidad la hace el Espíritu Santo, los teólogos nos ayudan, ¡pero nos ayudan las buenas voluntades de todos nosotros en el camino y el corazón abierto al Espíritu Santo!
Con toda humildad, me uno a ustedes como uno más en esta jornada de oración, de amistad, de cercanía, de reflexión. Con la certeza de que tenemos un solo Señor: Jesús es el Señor. Con la certeza de que este Señor está vivo: Jesús vive, vive el Señor en cada uno de nosotros. Con la certeza de que nos ha enviado el Espíritu que prometió para que realizara esa “armonía” entre todos sus discípulos.
Queridos hermanos, les mando un saludo muy grande, un abrazo. Rezo por ustedes, rezo junto a ustedes.
Y por favor, les pido que recen por mí. Porque lo necesito, para ser fiel a lo que el Señor quiere de mi Ministerio.
[Bendición en inglés:]
God bless you. May God bless us all.
[Dios los bendiga. Que Dios nos bendiga a todos nosotros.]