Intervento Sen. MALAN (FI-PdL XVII) sulla "Buona scuola".
Grazie, signor Presidente.
Vorrei parlare di quello che è diventato il comma 16, il comma gender. Signor Presidente, so che poi anche altri parleranno di questo, ma io voglio fare riferimento solo ad una cosa. Ho letto un comunicato in cui si riferisce che il Ministro ha preso impegni riguardo all'applicazione di questo comma 16, sull'educazione alla prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni. Si preannunciava una nota del Ministro, che al momento le agenzie non riportano. Già ad un ordine del giorno viene data poca retta; ma qui neanche può essere presentato un ordine del giorno, perché è stata posta la fiducia. Men che meno le dichiarazioni private - con "private" intendo dire non pubbliche - da un gruppo di rispettabilissimi senatori da parte del Ministro. Il punto è che questo comma, dove si parla dell'educazione contro ogni discriminazione, deve essere messo in parallelo con questo documento: la strategia nazionale messa a punto dall'UNAR per la presentazione della strategia nazionale contro le discriminazioni per il genere o per l'orientamento sessuale.
Questa strategia è contenuta in un documento che non è fatto da un ente privato, ma porta il timbro della Repubblica italiana, in quanto del Dipartimento delle pari opportunità e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. È il piano 2013-2015; per cui, è in vigore e viene, ahimè, spesso applicato nelle scuole. Qui c'è una spiegazione estremamente chiara sul fatto che la cosiddetta educazione di genere viene fatta già oggi e, a maggior ragione, quando ci sarà questo comma. Il Governo deve ritirare questo ignobile documento, fatto contro la legge perché l'UNAR dovrebbe occuparsi di discriminazione etniche e razziali e non mi risulta che le persone di orientamento omosessuale siano né un popolo, né una razza, né una religione. Qui ci sono delle cose rivolte alla scuola: c'è un capitolo intero sull'asse educazione istruzione. Si dice che le tematiche LGBT trovano spazi marginali nelle aule scolastiche e va rafforzato il loro ruolo nella scuola. Si dice che è auspicabile un'integrazione, un aggiornamento sulle tematiche LGBT nei programmi scolastici, una promozione dell'informazione, della comunicazione non stereotipata, a cominciare dagli asili nido e nelle scuole d'infanzia e per tutti i bambini. Ci vuole il riconoscimento di crediti formativi per corsi che riguardano lo sviluppo dell'identità sessuale nell'adolescente, l'educazione affettivo-sessuale, la conoscenza delle nuove realtà familiari, promuovendo la famiglia, quando la Costituzione dice che non è tale, l'avvio di accordi di collaborazione in materia di formazione a livello locale tra gli uffici scolastici e le associazioni LGBT, la valorizzazione dell'expertise delle associazioni LGBT sulle nuove realtà sociali, l'integrazione delle materie antidiscriminatorie, cioè LGBT, nelle realtà scolastiche. Qui abbiamo discriminatorie e questo documento della Repubblica italiana dice che così si fa la politica antidiscriminatoria.
A proposito di accreditamento delle strutture LGBT, a pagina 41 di questo documento c'è un paragrafo intitolato «La governance» - l'italiano non si può usare - in cui si dice che nel gruppo nazionale di lavoro che ha collaborato alla stesura di questo documento c'è il Circolo culturale omosessuale Mario Mieli. Costui era un giovane, perché è morto giovane, intellettuale, omosessuale militante, che scrisse, tra le altre cose: «Noi checche rivoluzionarie - lo scrive costui cui viene intitolato uno dei circoli che partecipa alla formazione delle scuole - sappiamo vedere nel bambino... l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro». Questo è quello che si vuole nelle scuole?
(Applausi dal Gruppo FI-PdL XVII. Commenti dal Gruppo PD.Congratulazioni).
Vorrei parlare di quello che è diventato il comma 16, il comma gender. Signor Presidente, so che poi anche altri parleranno di questo, ma io voglio fare riferimento solo ad una cosa. Ho letto un comunicato in cui si riferisce che il Ministro ha preso impegni riguardo all'applicazione di questo comma 16, sull'educazione alla prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni. Si preannunciava una nota del Ministro, che al momento le agenzie non riportano. Già ad un ordine del giorno viene data poca retta; ma qui neanche può essere presentato un ordine del giorno, perché è stata posta la fiducia. Men che meno le dichiarazioni private - con "private" intendo dire non pubbliche - da un gruppo di rispettabilissimi senatori da parte del Ministro. Il punto è che questo comma, dove si parla dell'educazione contro ogni discriminazione, deve essere messo in parallelo con questo documento: la strategia nazionale messa a punto dall'UNAR per la presentazione della strategia nazionale contro le discriminazioni per il genere o per l'orientamento sessuale.
Questa strategia è contenuta in un documento che non è fatto da un ente privato, ma porta il timbro della Repubblica italiana, in quanto del Dipartimento delle pari opportunità e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. È il piano 2013-2015; per cui, è in vigore e viene, ahimè, spesso applicato nelle scuole. Qui c'è una spiegazione estremamente chiara sul fatto che la cosiddetta educazione di genere viene fatta già oggi e, a maggior ragione, quando ci sarà questo comma. Il Governo deve ritirare questo ignobile documento, fatto contro la legge perché l'UNAR dovrebbe occuparsi di discriminazione etniche e razziali e non mi risulta che le persone di orientamento omosessuale siano né un popolo, né una razza, né una religione. Qui ci sono delle cose rivolte alla scuola: c'è un capitolo intero sull'asse educazione istruzione. Si dice che le tematiche LGBT trovano spazi marginali nelle aule scolastiche e va rafforzato il loro ruolo nella scuola. Si dice che è auspicabile un'integrazione, un aggiornamento sulle tematiche LGBT nei programmi scolastici, una promozione dell'informazione, della comunicazione non stereotipata, a cominciare dagli asili nido e nelle scuole d'infanzia e per tutti i bambini. Ci vuole il riconoscimento di crediti formativi per corsi che riguardano lo sviluppo dell'identità sessuale nell'adolescente, l'educazione affettivo-sessuale, la conoscenza delle nuove realtà familiari, promuovendo la famiglia, quando la Costituzione dice che non è tale, l'avvio di accordi di collaborazione in materia di formazione a livello locale tra gli uffici scolastici e le associazioni LGBT, la valorizzazione dell'expertise delle associazioni LGBT sulle nuove realtà sociali, l'integrazione delle materie antidiscriminatorie, cioè LGBT, nelle realtà scolastiche. Qui abbiamo discriminatorie e questo documento della Repubblica italiana dice che così si fa la politica antidiscriminatoria.
A proposito di accreditamento delle strutture LGBT, a pagina 41 di questo documento c'è un paragrafo intitolato «La governance» - l'italiano non si può usare - in cui si dice che nel gruppo nazionale di lavoro che ha collaborato alla stesura di questo documento c'è il Circolo culturale omosessuale Mario Mieli. Costui era un giovane, perché è morto giovane, intellettuale, omosessuale militante, che scrisse, tra le altre cose: «Noi checche rivoluzionarie - lo scrive costui cui viene intitolato uno dei circoli che partecipa alla formazione delle scuole - sappiamo vedere nel bambino... l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro». Questo è quello che si vuole nelle scuole?
(Applausi dal Gruppo FI-PdL XVII. Commenti dal Gruppo PD.Congratulazioni).