Quasi a commento della catechesi del Papa...
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Il mondo dei bambini e le aberrazioni rivoluzionarie
(di Cristina Siccardi) «I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta», così si legge nel primo capitolo del libro Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, aviatore francese arruolatosi nell’aeronautica militare. L’autore di una delle opere più tradotte al mondo morì a soli 44 anni durante la seconda Guerra mondiale: la Luftwaffe abbatté l’aereo che pilotava. Antoine de Saint-Exupéry comprese una grande verità: nel mondo straordinario dell’infanzia, più vicina alla verità perché nel bambino è dominante l’innocenza, ci sono basilari insegnamenti di vita che gli adulti, sistematicamente, dimenticano e sbeffeggiano, considerandoli solo come espressioni elementari e transitorie di un’età incompiuta ed imperfetta. Tuttavia Gesù stesso insegna che «se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18, 3).
Spesso Saint- Exupéry usa l’immagine della cattedrale come allegoria. La cattedrale è simbolo di una civiltà armonica, dove al centro c’è Dio, con la Sua sacralità e il Suo candore, e proprio per questo una civiltà rispettosa della prima infanzia, sinonimo di purezza. Una civiltà che calpesta l’infanzia è perduta. Oggi il mondo occidentale dei “progrediti e civili adulti”, che basano le loro considerazioni sulle Costituzioni degli Stati anticristiani, è giunto ad un tragico risultato: non solo non è più in grado di difendere i bambini, di proteggerli, di garantire loro una crescita equilibrata, ma li uccide o, se li lascia vivere, procura loro infinita sofferenza morale e psicologica, estirpando contemporaneamente e anzitempo l’innocenza.
L’aborto procura un numero impressionante di omicidi infantili ogni anno. Nel mondo, secondo stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, una gravidanza su cinque finisce con l’annientamento del bimbo: circa 44 milioni di aborti annuali e i numeri sono in crescita. Se i grandi lasciano al bambino la possibilità di proseguire la sua esistenza, che cosa egli vedrà nei suoi mesi ed anni a venire? Oggi non potrà più dare per scontato di avere un padre ed una madre; ma potrà un giorno riconoscersi, per esempio, come creatura generata con la fecondazione artificiale; inoltre crescerà e si formerà nei modi più disparati: con due madri e un padre; senza padre; con patrigno-i (nuovo o nuovi compagni della madre); con matrigna-e (nuova o nuove compagne del padre); in una famiglia omogenitoriale gay adottato oppure biologicamente figlio di uno dei due partner… prospettive e decisioni studiate a tavolino dagli adulti, dove il bambino e il suo pianto non vengono considerati. L’insensibilità mista all’irragionevolezza (pazzia) costituiscono il motore delle libere ed individuali scelte di ogni persona, non più avvezza al sacrificio (autentico motore dell’amore) e alla rinuncia per un bene più grande dei propri effimeri comodi. Il pianto dei bambini viene attualmente soffocato con videogiochi, smartphone, Tv, Internet, centri commerciali, divertimenti e immersione prematura nella vita sociale e promiscua, fuori dall’antico e rassicurante focolare domestico dove invece dei vizi venivano coltivate le virtù. Ubriacati di cose da fare, imparano anch’essi il cinismo e a vivere per se stessi. Tuttavia le irrealizzate e naturali aspettative che un bambino attende nella vita familiare restano dentro e fanno male.
Il bambino già a tre mesi viene strappato dalle braccia della madre, la quale, per lavorare fuori casa, delega il proprio ruolo a mani mercenarie. Ci è capitato di parlare con un’educatrice di un asilo nido, la quale ha raccontato che spesso ci sono bambini che rimangono anche fino a 12 ore nel nido… uno sproposito per quella tenera età. Il tempo non passa più per una creatura di tre, quattro, cinque, sei…. mesi. Egli percepisce duramente, in un ambiente estraneo dalla sua tana e in maniera traumatica, l’assenza materna. Tana l’asilo nido non potrà mai diventarlo, anche fosse il più bello, il più pulito, il più attrezzato al mondo e con le migliori educatrici selezionate. Poi la madre arriva a prenderlo: se è d’inverno è già buio fuori. Qualche bimbo, ci ha raccontato l’educatrice, con le proprie manine, la prende a schiaffi. Quando sarà più grande imparerà a dirle le parolacce, quelle parolacce che non solo sente all’asilo, ma pure a casa.
Questi bambini, cresciuti in questi orfanotrofi diurni, “crescono” prima, si “svegliano” prima, diventano smaliziati prima, perché, fin da subito, devono imparare a difendersi dagli altri, adulti o coetanei che siano e con essi devono competere. Sotto il regime sovietico le famiglie venivano divise. La stessa cosa la viviamo anche dopo la caduta del muro di Berlino e per volontà consenziente dei genitori, molti dei quali non si rendono neppure conto del dolore che procurano ai propri figli: la madre, che dovrebbe istintivamente negare la consegna ad estranei del suo piccolo (così come avviene nel mondo animale), è disposta, il più delle volte, a spendere il denaro che guadagna nell’asilo nido stesso, nello shopping, nell’estetista, nel parrucchiere, nel fitness…
Quando i bimbi crescono le delusioni non diminuiscono: per esempio, quando terminano le ore di scuola materna o elementare ad attenderli fuori molte volte non c’è la mamma o il papà, ma il convivente dell’una o dell’altro, quando non addirittura un gay. Lacerazioni indelebili di legami di sangue fino a giungere all’aberrazione di bambini costretti a crescere in un ambiente omosessuale. I bambini sono le prime vittime del XXI secolo, di questa civiltà sprezzante e scriteriata, che si compiace della propria crudele follia. Ignorare, essere indifferenti, lasciar decidere agli altri come devono morire o vivere i nostri figli è stoltezza; mai come adesso occorre recuperare il senso della vera famiglia. Un ottimo sussidio per tornare ad esso è il primo schema preparatorio sulla famiglia e sul matrimonio del Concilio Vaticano II, il testo, come è già noto, è uscito in Italia, curato ed introdotto dal professor Roberto de Mattei (Edizioni Fiducia), ma ora è pubblicato anche in Francia, con il titolo Chasteté, viginité, mariage, famille, edito dal “Courrier de Rome” e la cui prefazione è del teologo Jean-Michel Gleize, il quale afferma: «Questo testo racchiude tutta la saggezza della Chiesa. La sua lettura, il suo studio meditato doneranno a tutta la cattolicità il senso cristiano del matrimonio e della castità, in un’epoca dove questi principi fondamentali non sono più ricordati come dovrebbero essere» (p. 11). Soltanto nella Tradizione della Chiesa (basilari le enciclice Arcanum di Leone XIII, la Casti connubii di Pio XI, i discorsi di Pio XII alle ostetriche e ai medici) sono recuperabili quelle indicazioni indispensabili per trovare l’uscita dal contorto e perverso labirinto in cui è entrato il pensiero contemporaneo, svincolato dalle leggi naturali e divine. Pollicino, simbolo di moltitudini di bambini smarriti, potrà ritrovare sereno la strada di casa soltanto grazie alla mano salda e rassicurante di un genitore amorevole, conscio della sua missione e del proprio ruolo.