mercoledì 13 maggio 2015

Piccola ma amata di un amore immenso

Un‘altra bella lettera di padre Carlo Salvadori missionario in Camerun
10914854_1599847850260200_7058489572324577763_o
Douala, 09 maggio 2015
Care amiche e amici della missione, ciao.
Questo lungo silenzio è segno dell’impegno missionario qui a Douala, senza tregua.
Vi scrivo con il cuore pieno di gioia per ciò che i miei occhi vedono e sentono in quest’Africa che ha una voglia matta di vivere la vita di Gesù Cristo. Sì cari amici è questo il tenore della lettera odierna.
Clarice è una donna di 28 anni, ha un cancro al seno sinistro che si è manifestato al secondo mese di gravidanza. Oggi la sua bimba, Naveline, ha 5 mesi ed è piena di vita, ma la mamma ha ‘un dragone’ che abita nel suo corpo. Clarice vive dalle suore di madre Teresa, che la accudiscono e le danno il meglio che possono. Lei è sorridente e abbastanza serena, “nell’attesa che il Signore la guarisca”. Cari amici, perché cominciare la lettera con una notizia così brutta? Perché in fondo non è una notizia così brutta, anzi è bella, bellissima. Il dottore aveva chiesto a Clarice di abortire al secondo mese di gravidanza e lei ha detto “no!”. Questo è grande.
ClariceUna giovane donna di 28 anni che, in Africa, guarda negli occhi un uomo, adulto, dottore e dice: “no, non voglio abortire, io sono una mamma”.
Cari amici, nel vangelo di domani san Giovanni ci dà la misura dell’amore: DARE LA VITA PER GLI ALTRI! (Gv 15,13) quando si parla di amore ci si riempie la bocca, si dicono dolci parole, si fanno promesse, si sorride, si sogna. Ma cosa fare quando questo amore costa. Quando costa caro, carissimo, costa la vita? Dice Chiara Corbella Petrillo: “la nostra vita è una preparazione alla morte”. “Se avessi abortito, la tristezza di questa decisione mi avrebbe perseguitato tutta la vita!”. Clarice non è andata a scuola, Clarice non ha una casa in muratura, Clarice non ha uno smartphone. Eppure Clarice ha un diploma in VITA e una laurea in AMORE.
E voi giovani, davanti ad un esempio così, quale laurea preferireste avere?
Dal 1° al 3 maggio la nostra casa ‘Centre Xavier’ è cambiata, settantacinque giovani si sono aggiunti ai sei missionari che vi abitano quotidianamente. L’obiettivo di questo raduno speciale (i ragazzi hanno dormito per terra, si sono lavati col secchio al crepuscolo…) era il Forum sociale dei giovani sul tema: “il Vangelo della Vita”. Settantacinque giovani si sono presentati a scuola da Gesù che dice: “amare è dare la vita”. E si sono chiesti, fin dal primo giorno di raduno: “Se la vita è un dono, come manifesto la mia gioia di vivere nel quotidiano?”. Poi si sono arrabbiati davanti alla violenza degli uomini, hanno riflettuto e sognato un mondo in cui la vita abbia davvero valore, ed hanno protestato contro le politiche degli enti sovranazionali che, come l’ONU, continuano banalizzare l’amore in Africa, continente della vita. Giovani che hanno pianto per aver fatto l’errore di ‘gettare la vita’ a causa dell’aborto o di ‘diminuire l’amore’ come se farlo in modo sicuro fosse una questione di profilattici e non una questione di educazione. Giovani che hanno riflettuto sulla consuetudine di fare l’amore con una persona con cui non si è sposati.
Lo so cari amici che il tono del discorso può urtare qualcuno di voi e che suona provocatorio. Ma io sono qua, e questo è il messaggio di settantacinque ragazzi africani che hanno pregato in silenzio perché Gesù dia un senso alla loro vita e preso coscienza della loro missione di profeti della vita. Non solo per l’Africa, ma per il mondo intero: “Signore fa di me uno strumento del tuo amore!”. E’ per questo che vi scrivo queste righe.
Ecco il commento di una ragazza: “in questi tre giorni mi sono sentita molto piccola; !”. “Il Forum mi ha permesso di capire quale grande dono Dio mi ha fatto”. Questo pensiero riassume il senso della mia missione in Africa. Imparare ad amare. Anzi in una sola parola: amare.
Un bacio a tutti.
Padre Carlo