giovedì 21 maggio 2015

Slow Food vs. McDonald’s.



Solo la Chiesa e il Papa pensano ai poveri?

di Mario Adinolfi

La notizia che arriva da Milano ieri era: Slow Food attacca McDonald’s all’Expo. Carlo Petrini, fondatore e guru delle cibarie “a origine controllata” e dunque costosi, se la prende con chi “vende panini con la carne a un euro e venti”. Permettetemi cari lettori un ricordo personale: a me è capitato nella vita di lavorare come cameriere da McDonald’s, ero un giovanissimo uomo sposato e per mantenere la famiglia in tempi in cui il giornalismo pagava a singhiozzo, le cinque ore giornaliere al fast food erano un contratto part time per il quale ho ringraziato il Signore. I contratti erano seri, i diritti rispettati, le norme igieniche pure, il prodotto che si vendeva ai clienti era ipercontrollato. Oggi da cliente noto molti poveri che vanno da Mac perché l’hamburger costa un euro, è il famoso “panino con la carne” che non piace a Petrini. Qualcuno sa che nella mia vita dopo l’esperienza da cameriere m’è capitato di arrivare anche in Parlamento, di diventare deputato del Partito democratico, il partito che nell’emiciclo di Montecitorio siede a sinistra. Ecco, nella sinistra che vorrei io un’impresa che sfama un povero con un euro è benemerita. In questo momento vince la sinistra di Petrini, intoccabile maître à penser, che pensa ai ricchi. La questione si riverbera in tutto il dibattito e persino nell’elaborazione del pensiero della sinistra contemporanea.
Diceva con un’intuizione profetica Augusto Del Noce, studioso purtroppo mai a sufficienza approfondito e troppo presto quasi dimenticato, che per la sinistra postcomunista il destino era quello di aggrapparsi a una ideologia da “partito radicale di massa” una volta persa la natura rivoluzionaria e la conseguente visione sostanzialmente escatologica. Più banalmente proverei a dire che la sinistra contemporanea ha smesso di elaborare e ha dimenticato anche i luoghi di elaborazione più recente, penso agli scritti di Norberto Bobbio, penso al suo “Destra e Sinistra” in cui si invitava chi di sinistra si considerava a tenere caro il valore dell’eguaglianza, con il conseguente carico di impegni a combattere le ingiustizie, l’iniquità sociale, soprattutto la povertà.

Ecco il punto. I poveri. Chi pensa ai poveri? La sinistra, che tradizionalmente si è battuta per l’allargamento proprio alle classi più basse dei diritti basilari, da quello alla vita, a quello al lavoro, a quello al nutrimento, a quello alla dignità della persona, a quello all’istruzione e alla cura sanitaria gratuita, sembra aver ribaltato completamente i postulati valoriali della sua attività. La frase contro il “panino a un euro” viene da una sinistra che ormai sta bene in terrazza, in ristretti circoli, a teorizzare di riforma della scuola pensando che il punto qualificante sia piazzare l’ideologia gender tra gli insegnamenti obbligatori, anziché lavorare a un impianto di vera libertà scolastica che consenta ai poveri, anche ai poveri, di frequentare l’istituto migliore. Oppure a chiacchierare di “nuovi diritti”, come quelli della coppia gay a “figliare” affittando uteri e chi se ne importa se per far questo bisogna far leva sullo stato di bisogno di una donna povera e strapparle poi il figlio, povero anche lui e anche indifeso.
Chi pensa ai poveri? Non solo nei padiglioni dell’Expo, dove meno male che c’è il panino di McDonald’s a un euro e venti, altrimenti tocca spendere almeno dieci volte tanto per sfamarsi. Più in generale quali sono i luoghi dove si elabora seriamente una proposta che combatta la povertà diffusa? Rileggendo le parole del cardinale Bagnasco si trovano accenti di concreta attenzione alla questione della povertà. Per Papa Francesco il tema è forse quello centrale del suo magistero. Ieri molto interessante è stato ascoltare la posizione della Conferenza episcopale italiana espressa in Parlamento “contro la logica dell’assistenzialismo”, nell’ambito della discussione sul reddito di cittadinanza. C’è poi l’azione concreta della Chiesa a sostegno dei più poveri e il recentissimo convegno internazionale di Caritas ancora una volta ha fornito linee guida operative rispetto all’emergenza povertà in Italia e nel mondo.
Viene l’impressione che sia nell’elaborazione che nell’azione la Chiesa sia all’avanguardia sul tema della lotta alla povertà. E allo stesso tempo, nonostante la tragedia immane che vediamo alle porte del mondo opulento e nonostante la tragedia meno immane ma sempre più evidente delle povertà nostrane, in pochi sembrano essere interessati a parlarne per arrivare a soluzioni magari piccole, ma concrete. Attardandosi in terrazza a difendere la pera camugina dagli Ogm, mentre sul bambino nascituro ogni nefandezza è consentita, anzi auspicata come “mito di progresso, la sinistra perde la sfida. Si ritrova con un Brunello Dop da rispettare nelle sue caratteristiche originale e naturali, mentre ai ragazzini vuole insegnare che i dati biologici sono “pregiudizi”, viva le trasformazioni gender. Il cetriolo della Val Camonica non si può manipolare, bisogna rispettarne l’integrità naturale e genetica, ai bambini fate quello che volete, preparatevi magari a trasformarli in bambine, che il genere si sceglie, non è un dato naturale.
In questo folle minestrone chi ci rimette sono sempre i più deboli e più poveri. Ma a quelli in terrazza che gliene frega, basta che ci sia una bottiglia di vino da cento euro da scolare, alla faccia di chi mangia da McDonald’s.
21/05/2015 La Croce quotidiana