giovedì 14 febbraio 2013

Niente canone ad una RAI nemica della famiglia




Questa edizione del Festival di Sanremo passerà probabilmente alla storia per la crociata a favore del matrimonio gay. Iniziata già nella prima serata con l’ormai nota esibizione sul palco di due uomini in procinto di sposarsi a New York, perché l’Italia non glielo permette, ha avuto un seguito anche ieri sera con il monologo sull’amore recitato da Luciana Littizzetto in cui, tra l’altro, ha esaltato l’amore fra persone dello stesso sesso.

Ormai è una vera ossessione, ma è un fatto che pare non aver trovato alcuna opposizione da parte dei vertici Rai, tanto che segue di pochi giorni un’altra pesante promozione del matrimonio gay avvenuta all’interno di Domenica In, nello spazio condotto da Lorella Cuccarini.

Sarà forse una coincidenza, ma fatto sta che questa offensiva culturale ha luogo su Rai Uno (che non per niente abbiamo ribattezzato Gay Uno), la rete ammiraglia della Rai, tradizionalmente dedicata alla famiglia. Sarà forse una coincidenza, ma sembra proprio un attacco deliberato e gravissimo alla cultura della famiglia, il tentativo di cambiare lentamente la mentalità degli italiani imponendo, in programmi di intrattenimento dedicati alla famiglia, una visione diversa del rapporto matrimoniale.

A suscitare domande inquietanti è poi il silenzio assoluto dei principali media cattolici, come denuncia il senatore Giovanardi nell’intervista che pubblichiamo oggi, ma anche dei “cattolici” presenti ai piani alti della Rai. Come non notare infatti che il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, tanto per fare un esempio, non solo è cattolica, ma viene anche considerata molto vicina al segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone? E come mai nessuno ha nulla da ridire, ma proprio nulla, su questa propaganda contraria alla verità sull’uomo e sulla Creazione? Addirittura la scorsa settimana, pochi giorni dopo il fatto accaduto a Domenica In, la copertina del magazine di “A Sua Immagine”, il programma religioso della domenica mattina su Rai Uno all’interno del quale viene trasmesso l’Angelus in diretta, aveva come foto di copertina proprio Lorella Cuccarini, che racconta la sua esperienza di fede.

Ora, noi non vogliamo minimamente discutere la fede della Cuccarini, non spetta a noi, ci mancherebbe. Ed è anche possibile che si sia trattato di un “incidente” casuale. Ma una copertina di quel genere da parte di un magazine che vorrebbe diffondere la Parola di Dio, a pochi giorni da quanto accaduto nella trasmissione della Cuccarini, senza neanche una spiegazione, è decisamente inopportuna, perché manda un messaggio chiaro: certi modi di vivere sono ormai accettati e non sono in contraddizione con la fede della Chiesa. Peccato che siano però in evidente contrasto con il catechismo della Chiesa stessa, anche se i pastori italiani omettono di dirlo.

E’ abbastanza inutile proclamare nei grandi discorsi l’unicità e la centralità della famiglia naturalefondata sul matrimonio, quando poi si fa finta di nulla davanti a situazioni che esigono un giudizio chiaro che declini quei princìpi.

C’è il rischio decisamente elevato che si stia favorendo l’avanzata della cultura omosessualista pur continuando a fare titoloni in favore della famiglia. E non è una bella sensazione.

* * *

Pare che, a parte La Nuova Bussola Quotidiana, nel mondo dei media cattolici nessuno abbia trovato da ridire sulla performance della coppia gay esibitasi il 12 febbraio sul palco del Festival di Sanremo per volontà del conduttore Fabio Fazio: una coppia “costretta” a sposarsi a New York perché nell’Italia “incivile” è vietato farlo. E nel mondo della politica pare che a farsi e a fare delle domande sia stato solo il senatore Carlo Giovanardi, ex sottosegretario alla Famiglia e oggi responsabile per le politiche familiari nel Pdl. Giovanardi ha formalmente inoltrato una protesta alla Rai e ha espresso pubblicamente il proprio dissenso. Le risposte? I soliti insulti dalla comunità gay e un invito da parte del direttore di Rai 1 Giancarlo Leone a tenere separate politica e spettacolo.
Senatore Giovanardi, quale è il motivo della sua protesta?
Siamo a pochi giorni dalle elezioni politiche, c’è una minuziosa regolamentazione per quanto riguarda i partiti e i loro programmi, per la disciplina della par condicio, che deve essere applicata a tutti. Poi cosa succede nella tv di stato, al Festival di Sanremo che viene seguito da una marea di italiani? Fazio, pagato profumatamente per condurre questa trasmissione e noto per le sue idee politiche di sinistra, invita due signori, due gay, che si mettono a sedere e fanno una gag con cartelli in cui raccontano come si è evoluto il loro amore: primo incontro, mano nella mano, i baci, e così via, ma poi alla fine tirano fuori dei cartelli in cui dicono che andranno a sposarsi a New York il giorno 14 perché in Italia le leggi non gli permettono di esercitare i loro diritti.

E questo cosa c’entra con la par condicio?
Come è noto, il matrimonio fra omosessuali è nel programma di Nicki Vendola, programma sia politico sia esistenziale (visto che dice che vuole sposarsi con il suo uomo), ma non è nel programma di altre forze politiche. Si dà il caso che la nostra Costituzione laica e repubblicana riconosca solo una famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. «Tra un uomo e una donna», ha scritto più volte la Corte Costituzionale. Quindi non solo questi due signori sono andati lì a Sanremo a fare propaganda per il programma di Nichi Vendola, ma hanno polemizzato direttamente con la nostra legge fondamentale, la Costituzione. La stessa Costituzione che invece Roberto Benigni, sempre su Rai Uno, definisce la più bella del mondo. Evidentemente per la sinistra è la più bella del mondo solo per le parti che piacciono a loro, per la parte che non piace può essere stracciata e offesa.

Veramente non sarebbe meno grave anche se fossimo fuori dalla campagna elettorale.
Infatti non solo trovo assolutamente inaccettabile l’atteggiamento della Rai, ma trovo gravissimo il comportamento dei giornali cattolici, escluso il vostro, che su questo non hanno detto neanche una parola. Silenzio assoluto, a cominciare da Famiglia Cristiana e Avvenire, che è il quotidiano ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana.

Forse le risponderebbero che reagire significa fare il loro gioco.
Non scherziamo, è una cosa gravissima: nell’opinione pubblica, nell’immaginario collettivo, nel modo di pensare della gente se davanti a una platea così vasta una provocazione di questo genere passa inosservata e il mondo cattolico tace… be’, una volta si diceva che chi tace acconsente. E in ogni caso chi tace lascia passare il messaggio senza neanche rilevare la pericolosità e la falsità del messaggio stesso. E questa la trovo altrettanto grave di quello che ha fatto Fazio. (R. Cascioli)
Fonte: La nuova bq