sabato 16 febbraio 2013

Venuto a chiamare i peccatori





Di seguito i testi della liturgia di oggi, 16 febbraio
SABATO DOPO LE CENERI
 
con un pensiero sulle letture.

Antifona d'Ingresso    Sal 68,17
Ascoltaci, Signore,
perché generosa è la tua misericordia;
nella tua grande clemenza
volgiti a noi, Signore.

 
Colletta

Guarda con paterna bontà, Dio onnipotente, la debolezza dei tuoi figli, e a nostra protezione e difesa stendi il tuo braccio invincibile. Per il nostro Signore...


 
LITURGIA DELLA PAROLA
 


Prima Lettura
   
Is 58, 9b-14
Se aprirai il tuo cuore all’affamato, brillerà fra le tenebre la tua luce.

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni aridi,
rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente
le cui acque non inaridiscono.
La tua gente riedificherà le rovine antiche,
ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni.
Ti chiameranno riparatore di brecce,
e restauratore di strade perché siano popolate.
Se tratterrai il piede dal violare il sabato,
dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro,
se chiamerai il sabato delizia
e venerabile il giorno sacro al Signore,
se lo onorerai evitando di metterti in cammino,
di sbrigare affari e di contrattare,
allora troverai la delizia nel Signore.
Io ti farò montare sulle alture della terra,
ti farò gustare l’eredità di Giacobbe, tuo padre,
perché la bocca del Signore ha parlato».


Salmo Responsoriale 
  Dal Salmo 85
Mostrami, Signore, la tua via.
Signore, tendi l’orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e misero.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida.

Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.
  

Canto al Vangelo
   Ez 33,11
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Io non godo della morte del malvagio, dice il Signore,
ma che si converta dalla sua malvagità e viva.

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!


Vangelo
   Lc 5, 27-32
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perchè si convertano.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
 Parola del Signore.

Lettura
È ancora un bellissimo testo della terza parte del libro di Isaìa, del periodo postesilico, a introdurci all’annuncio del Vangelo di Luca. Una serie di “se”, qualificante le adesioni concrete a una vita caritatevole e pia (osservante del sabato), permette al profeta di riferire la Parola di Dio: «la tua tenebra sarà come il meriggio».

MeditazionePossiamo qualificare il Vangelo di Luca come un arcobaleno (cfr. Gen 9) sempre visibile nell’orizzonte della storia dell’umanità: cioè, il perché Gesù è venuto tra gli uomini, tra noi tutti; e come Egli continua a porsi e a relazionarsi con noi. L’episodio, nel contesto del ministero galilaico di Gesù, ripropone il racconto della chiamata di Levi (Matteo) avvenuta a Cafàrnao. Il suo mestiere era fare l’esattore delle imposte; per questo è ricordato «seduto al banco». Ricordiamo che tale mestiere permetteva un avvantaggiarsi economicamente in modo indebito; per questo lo sguardo (il vedere) di Gesù è richiamato con questa attestazione: «Gesù vide un pubblicano», un peccatore pubblico. La chiamata è espressa in forma breve e imperativa: «Seguimi!». L’adesione è prontissima e globale: “lui, lasciato tutto, si alzò e lo seguì”. Il brevissimo racconto si prolunga e si apre a una scenografia di straordinario banchetto e convivialità. È un lasciare tutto, ma per condividere, per festeggiare, per aprirsi a rapporti sensati e belli. È un banchetto aperto a tutti: «una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai discepoli…» (quindi: pubblicani, altra gente, farisei, scribi, discepoli). Si mescola gioia e festa, mormorazione e interrogativi inopportuni. Ecco la parola di Gesù che è arcobaleno di luce e di speranza per tutte le generazioni: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico… io sono venuto a chiamare i peccatori perché si convertano”. Noi siamo i destinatari privilegiati (peccatori) di questo cammino quaresimale nella Fede che salva.
Preghiera

Signore, rispondi alla mia supplica, perché «sono povero e misero». Rivela in me l’opera della tua misericordia e rendimi idoneo a percorrere la tua via, giacché tu la vuoi percorrere con me.
Agire

Voglio fissare lo sguardo su Gesù come il buon ladrone, e vivere la piena fiducia che il mio peccato è perdonato ed io posso essere testimone autorevole di una vita nuova, capace di buon ricupero di tutto il mio passato.
Meditazione del giorno a cura di Mons. Luciano Pacomio, vescovo di Mondovì, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART.
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