venerdì 8 novembre 2013

Maria Voce: “Donne cardinali? Serve di più”




Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, in un’intervista su Città Nuova propone ruoli più determinanti per le donne nella Chiesa

DOMENICO AGASSO JR

Alle donne nella Chiesa serve molto di più del titolo di cardinale (ipotesi peraltro già seccamente smentita dal portavoce della Sala Stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi). L’emancipazione femminile che riprende gli spazi all’uomo non sarebbe una soluzione, anzi, consisterebbe in “un disastro per le donne”. E la strada giusta non è neanche quella delle “quote rosa”. Dove invece occorrerebbe una presenza femminile più determinante sarebbe nell'"assise in cui si prepara l'elezione del papa". Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, in un’ampia intervista sul numero di Città Nuova – a cura di Paolo Lòriga - in uscita questa settimana, riflette e avanza proposte sulla  presenza femminile all’interno della Chiesa.

L’avvicinarsi del primo concistoro di papa Francesco, fissato per il 24 febbraio, ha suscitato particolari attese, partendo dal presupposto che il primo Pontefice sudamericano e gesuita ha abituato a significative novità – e a volte sorprese - in vari ambiti. Sebbene queste attese siano diventate prive di fondamento dopo la smentita ufficiale comunicata dal Vaticano, sono prodighi di commenti, previsioni e interventi a sostegno della creazione di una donna cardinale anche quotidiani come l’inglese Sunday Times, lo spagnolo El Pais, lo statunitense Washington Post, che esprimono pure nomi.

La presidente dei Focolari, considerata una delle donne più influenti della Chiesa, ritiene invece che in realtà “c’è bisogno che tutta la compagine ecclesiale sia disposta ad accogliere l’autorevolezza di persone di sesso femminile anche laddove si prendono le decisioni più importanti della Chiesa”.

“La donna deve essere riconosciuta prima di tutto come donna, non come sacerdote o vescovo, perché non è quello che ci interessa”: la constatazione di Voce è che “la donna è scarsamente considerata nel suo contributo di pensiero”.

Partendo dallo stile del Papa, ritenuto dalla Voce frutto di “contatti profondi e autentici con le donne”, la figura che nel 2008 ha raccolto l’eredità di Chiara Lubich auspica che Francesco “si affidi a quelli, oggi, per tirare fuori il meglio dalle donne nella Chiesa”.

“E’ poco considerata nel suo contributo di pensiero – analizza Voce - anche perché ha avuto scarse possibilità di svilupparlo. Solo di recente è stata ammessa nei collegi pontifici, dove si studia la teologia. Certo, è vero che ci sono state donne sapienti e donne che hanno dato un contributo di pensiero, ma qualche volta più per ispirazione diretta dello Spirito Santo – come le grandi donne che sono state fatte dottori della Chiesa – che non per aver sviluppato il loro pensiero attraverso lo studio e il confronto con altri pensatori. La donna ha dovuto sempre ricoprire altri ruoli nella Chiesa e nell’umanità”.

Alla domanda su un’ipotetica iniziativa del Pontefice per dare vita a un comitato permanente, un “F8”, formato da donne con grandi responsabilità nella Chiesa, la presidente risponde: “Reputo che ci sia ancora da aspettare per vedere uncorpus solo femminile a disposizione del magistero della Chiesa. Preferisco comunque che la donna stia insieme con gli uomini, non staccata a manifestare la propria differenza. Serve perciò entrare negli organismi di consultazione, di pensiero o di decisione, che piano piano si stanno sviluppando nella Chiesa e far ascoltare la sua voce femminile”. La Presidente focolarina non pensa dunque “a un F8 ma a un 8 di qualche tipo dove siano rappresentati uomini e donne, perché ognuno ha la sua peculiarità, ed è quella peculiarità che serve alla Chiesa. Un organismo del genere – dice - mi entusiasmerebbe”.

Ecco poi il tema Conclave e la relativa possibilità auspicata da molti in queste settimane di una presenza di superiori e superiore generali di ordini religiosi e di presidenti di aggregazioni ecclesiali internazionali alla scelta ed elezione del pontefice: “Vorrei distinguere il Conclave come assise in cui si prepara l’elezione del papa e il Conclave come momento di votazione per l’elezione del papa. Mi sembrerebbe particolarmente utile se nella prima fase ci fosse la presenza anche di persone che svolgono un ruolo nella Chiesa e possono apportare il contributo della loro esperienza, sicuramente diverso ma non meno importante di quello dei cardinali”.

Voce sottolinea che “da quello che riferisce papa Bergoglio, le riunioni precedenti l’elezione si sono rivelate determinanti per le sue attuali prese di posizione e per il suo modo di condurre la Chiesa verso determinati traguardi. Allora – argomenta - se quelle analisi fossero maturate in un contesto ecclesiale più vasto di quello limitato ai soli cardinali, sono sicura che sarebbero stati offerti all’attuale Papa contributi più preziosi. Poi, che queste persone siano ammesse a votare per l’elezione del papa, è al momento secondario”.

Ipotizzando un dialogo con Francesco su donna e Chiesa, Voce immagina quali priorità metterebbe in evidenza al Papa: “Proprio a lui che ci ha parlato della sua nonna e di sua mamma, chiederei se questa esperienza con le donne della sua famiglia non lo aiuti a ispirare anche un’apertura alle donne nel magistero della Chiesa”; alla Voce “piacerebbe se si rifacesse a quegli esempi domestici per mettere in luce che le donne possono avere un’influenza pure maggiore di quella di un direttore spirituale o di un professore. Inoltre, nel suo lungo servizio pastorale in Argentina avrà pure conosciuto tante donne, anche responsabili di ordini religiosi. Il suo tratto, infatti, il suo modo di relazionarsi e di comportarsi mi fanno ritenere che abbia avuto contatti profondi e autentici con le donne. Si affidi a quelli oggi – è il suo appello – per tirare fuori il meglio dalle donne nella Chiesa”.

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Crescente numero di focolarini tra i diplomatici e in segreteria di Stato 
di S. Magister


Con la nomina del piemontese Aldo Giordano come nunzio apostolico in Venezuela si accresce il numero dei rappresentanti pontifici che appartengono ai Focolari.

Sono seguaci del movimento fondato da Chiara Lubich gli attuali nunzi in Polonia (Celestino Migliore, già vice-ministro degli esteri vaticano e rappresentante all’ONU), in Giordania e Iraq (Giorgio Lingua) e a Panama (Andres Carrascosa Coso). Mentre è da poco diventato prelato di Pompei il focolarino Tommaso Caputo, già nunzio a Malta e prima ancora capo del protocollo in segreteria di Stato.

Sempre focolarino è il rappresentante pontificio in Lituania Luigi Bonazzi, per il quale è già pronta però una nunziatura più importante.

Senza contare che in segreteria di Stato sono focolarini anche due dirigenti di primo piano: gli arcivescovi Giovanni Angelo Becciu, "sostituto", e Luciano Suriani, delegato delle rappresentanze pontificie, cioè capo del personale non solo della diplomazia vaticana ma di tutta la curia romana. Entrambi fanno parte della ristretta commissione che valuta e propone al papa le nomine e i trasferimenti dei capimissione della rete diplomatica vaticana.