lunedì 11 maggio 2015

La marcia dei 40.000

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Oltre 40.00 in piazza, straordinario successo della Marcia per la Vita

Si è conclusa con uno straordinario successo ed un grande concorso di folla, proveniente dall’Italia e dal mondo, la quinta edizione della Marcia per la Vita, svoltasi a Roma questa domenica 10 maggio. Oltre 40 mila partecipanti, secondo il “Corriere della Sera” , Adn Kronos e di altre agenzie italiane e straniere (www.patheos.comLe Salone Beige ). Rispetto alle edizioni precedenti, maggiore è stato il numero di giovani, di parrochie, di sacerdoti, di religiosi e religiose, in un clima di grande entusiasmo e combattività.
Sono giunti da tutta Italia, da Bolzano a Palermo, da Trieste a Lecce, con oltre 60 pullman, ma molti hanno raggiunto la Capitale anche in treno od in auto. Ma sono giunti anche dall’estero: Romania, Irlanda, Francia, Olanda, Germania, Svizzera, Malta, Croazia, Slovenia, Stati Uniti, Canada, Australia e da molti altri Paesi.

La macchina organizzativa, ormai ampiamente collaudata, ancora una volta ha funzionato alla perfezione, offrendo dal punto di vista logistico supporto efficace ed assistenza efficiente. All’inizio molte sono state le testimonianze proposte: innanzi tutto il brano «Non ti avrei delusa», composto da due fratelli ventenni, Cristiano e Andrea Paolini, che han voluto così dar voce a ciò che un bimbo avrebbe voluto dire alla propria madre, se non lo avesse ucciso in grembo, praticando l’aborto. Poi don Vladimiro, parroco di S. Giuseppe al Trionfale, ha parlato del Centro di Aiuto alla Vita aperto qui due anni fa e presentato una 21enne del Nicaragua, aiutata a mantenere il proprio figlio Vidal di quasi un anno e mezzo – con lei in braccio – dal Centro per la Vita di una parrocchia romana: «Voglio dire a tutte le donne di non aver mai paura: Dio vi aiuterà». Ha preso poi la parola Pina di Roma, che ha raccontato la tragica esperienza dell’aborto cui si è sottoposta e di ciò che ne è seguito: divisioni, perdite affettive ed economiche, divorzio, solitudine; ritrovando la fede, a poco a poco, è riuscita ad abbandonarsi nell’abbraccio di Dio ed a dire, commossa, alla folla presente, avendolo sperimentato sulla propria pelle: «Non c’è nulla di più orribile dell’esser morta restando in vita nelle mani del maligno»; ha fatto seguito Daniela dall’Abruzzo, che ha raccontato la propria storia, analoga: «Avevo crocifisso il Signore – ha dichiarato – oggi Lo ringrazio per la pace che mi ha voluto donare». Ha fatto seguito la testimonianza di un giovane monaco benedettino americano, che ha parlato dell’aborto di sua madre col travaglio psicologico ed umano seguitone, ma anche della «pace ritrovata seguendo Cristo»; infine, ecco la testimonianza di Giuditta, di 20 anni, madre di un figlio malformato: i sanitari le hanno suggerito di abortire dicendole che non sarebbe arrivata al termine della gravidanza; lei invece è riuscita a far nascere Gregorio ed a farlo subito battezzare. Dopo cinque ore, il piccolo è morto. Tra le sue braccia: «Il grembo – ha detto – è stata la culla più bella dove accompagnare mio figlio fin nelle braccia del Creatore». Testimonianze a dir poco commoventi. Ed in grado di dare alla folla dei presenti, già ampiamente motivata, delle ragioni in più per marciare e per dire il proprio no all’aborto.
Il corteo, partito da via della Conciliazione-angolo via Traspontina, è proseguito per corso Vittorio Emanuele, piazza Venezia, Teatro di Marcello ed, infine, è giunto alla Bocca della Verità, dove tutti i gruppi pro-life stranieri sono saliti sul palco assieme alla portavoce nazionale, Virginia Coda Nunziante, che, nel discorso di chiusura, ha evidenziato come «i simboli, le bandiere, gli striscioni, i cartelli» sfilati nel corso della Marcia «sono il segno di vita di un popolo che non si arrende, che combatte, che vinceràGiovanna d’Arco diceva che a noi è chiesto solo di combattere: è Dio che dà la vittoria». Ha poi precisato: «Il nostro rifiuto categorico di ogni compromesso non riguarda solo l’aborto, ma si estende ad ogni forma di violazione della legge morale, perché questa legge morale, la legge divina e naturale, non conosce eccezioni, è assoluta, in quanto inscritta nella coscienza di ogni essere umano. Sappiamo bene quali e quante aberrazioni oggi ci minacciano, a cominciare dalla follia del gender, che in un certo senso è ancora più grave dell’aborto, perché l’aborto vuole distruggere la vita fisica, mentre il gender corrompe la vita spirituale dei nostri figli, distruggendo la loro innocenza ed educandoli alla perversione».
In chiusura, la portavoce della Marcia ha dichiarato: «Noi ci rivolgiamo a tutte le madri d’Italia e del mondo e diciamo loro: ribellatevi a questa cultura di morte, ribellatevi a questa dittatura del relativismo e del nichilismo. Alzate la bandiera della vita spirituale e morale. E voi, padri di queste creature innocenti, non rassegnatevi, non rendetevi complici di questo delitto, combattete con noi per cancellarlo dalla storia».
E’ già stato preannunciato il giorno della prossima Marcia per la Vita: avrà luogo a Roma la seconda domenica di maggio.
corrispondenza romana