martedì 12 maggio 2015

Prima i poveri.



Papa Francesco celebra la messa di apertura

Con la messa celebrata a San Pietro, Papa Francesco nel pomeriggio di martedì 12 maggio apre la ventesima assemblea generale di Caritas Internationalis. I lavori dei trecento delegati di organizzazioni mondiali, riuniti a Roma fino a domenica 17 per pianificare i prossimi quattro anni di attività, sono stati presentati in una conferenza tenuta nella Sala stampa della Santa Sede e guidata dal direttore padre Federico Lombardi.
«Rispondere all’invito del Papa a costruire una Chiesa povera per i poveri, cercando di crescere nell’amore»: è questo l’obbiettivo fondamentale dell’assemblea, ha spiegato il presidente di Caritas Internationalis, il cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, il quale, dopo due mandati successivi, conclude il suo incarico. Proprio in questa occasione sarà eletto il suo successore.
Il porporato ha evidenziato l’attesa per l’imminente enciclica di Francesco sull’ambiente: «Sarebbe tragico — ha detto — che i cristiani fossero indifferenti a certi problemi». Poi, partendo dal titolo dell’assemblea, «Una famiglia umana. Cura per la creazione», ha sintetizzato i temi all’ordine del giorno: non solamente le criticità date dalle emergenze naturali — il riscaldamento globale o eventi catastrofici come i ripetuti e devastanti sismi in Nepal: saremo, ha detto, «molto vicini al mondo che soffre» — ma soprattutto la difesa della dignità umana cercando sempre di essere giusti rispetto alla creazione. «Lo scopo di Carita Internationalis — ha sottolineato — non è solo quello di rispondere concretamente ai bisogni delle popolazioni, ma soprattutto educare il cristiano alla comunione cristiana dei beni. I beni della terra vanno condivisi».
Entrando più nel dettaglio di quella che sarà la discussione dei prossimi giorni, il segretario generale di Caritas Internationalis, Michel Roy, ha individuato i cinque orientamenti strategici scelti per i prossimi anni: aiutare la Chiesa a essere sempre Chiesa per i poveri; rispondere alle emergenze salvando vite e ricostruendo comunità; promuovere un sostenibile e integrale sviluppo umano; costruire una solidarietà globale e, infine, rafforzare e rendere più efficace la confederazione di Caritas.
Dal punto di vista del concreto aiuto alle emergenze locali, è stato messo in evidenza come in tutto il mondo Caritas Internationalis possa contare sull’azione di circa due milioni di persone, per lo più volontari. Una delle lotte fondamentali portata avanti dalla fitta rete mondiale di collaborazioni — 165 i Paesi coinvolti nella confederazione — è quella contro la fame. A tale riguardo, ha spiegato Haridas Varikottil, esperto in agricoltura di Caritas India, nel corso dell’assemblea sarà dato ampio spazio alla campagna per il cibo e soprattutto ai temi dell’agricoltura sostenibile.
Filo sotterraneo della discussione dell’assemblea, come si evince dalle parole del cardinale Maradiaga, sarà dato da concetti come solidarietà e condivisione. Centrale la valorizzazione della «Chiesa povera per i poveri» auspicata da Papa Francesco. Tema molto caro al teologo peruviano padre Gustavo Gutiérrez. «Quando diciamo carità — ha detto il domenicano — diciamo anche giustizia», ed è importante che il tema della povertà sia il «centro della missione della Chiesa». Purtroppo, ha ricordato il teologo, oggi si parla di post-socialismo, di post-capitalismo, di post-industrializzazione, ma non si riesce a parlare di «post-povertà»: la giustizia, ha sottolineato, «è il centro delle questioni contemporanee».
Proprio partendo dal tema della giustizia, il teologo è stato sollecitato dai giornalisti sul tema della teologia della liberazione. «Innanzitutto — ha risposto — bisogna ricordare che la teologia ha una funzione importante solo se la intendiamo legata alla vita quotidiana delle persone»: la teologia, ha sottolineato, «è seconda (non secondaria), meno importante rispetto al vivere la fede nella carità». Facendo poi riferimento al dibattito dottrinale degli ultimi decenni, Gutiérrez ha tenuto a precisare che «non c’è mai stata una condanna della teologia della liberazione», c’è stato invece un dialogo, in certi momenti critico, ma consapevole del fatto che il novanta per cento di questa teologia è dato dalla «opzione preferenziale per i poveri». Oggi, ha detto, grazie anche a Papa Francesco, «tutto questo è molto più chiaro».
L'Osservatore Romano

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Caritas. Card. Maradiaga: da Papa approccio etico su Creato

"Una sola famiglia umana, custodire il creato". È il tema della 20.ma Assemblea generale di Caritas Internationalis. In occasione dell’apertura dei lavori, da oggi fino a domenica, Papa Francesco celebra nel pomeriggio, alle 17.30, la Messa nella Basilica Vaticana. Stamani, presso la Sala Stampa della Santa Sede, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’evento che riunisce le Caritas di tutto il mondo. Sono intervenuti il cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, Michel Roy, segretario generale dell’organizzazione, il teologo padre Gustavo Gutiérrez e l’esperto di agricoltura di Caritas India, Haridas Varikottil. 
Non solo una riunione per definire piani e rafforzare vincoli, ma un’opportunità per “rispondere all'invito di Papa Francesco a creare una Chiesa povera e per i poveri”. Questo il senso dell’Assemblea generale di Caritas Internationalis - che si apre oggi con la Messa del Pontefice in San Pietr - nelle parole del suo presidente, il cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga. D’altra parte - ha proseguito il porporato che termina in questi giorni due mandati quadriennali al vertice della federazione che riunisce oltre 160 organizzazioni nel mondo e che eleggerà a breve un nuovo presidente - il tema dedicato a "Una sola famiglia umana, custodire il creato" è legato al fatto che il 2015 è un anno cruciale: il vertice sui cambiamenti climatici a Parigi, il rilancio degli Obiettivi del millennio per lo sviluppo e soprattutto la prossima Enciclica di Papa Francesco dedicata all'ecologia:
“Sappiamo certamente che l’approccio del Santo Padre non è un approccio scientifico. Faccio una parentesi: di recente sono stato negli Stati Uniti e ho già sentito critiche all’Enciclica, senza che sia stata pubblicata. L’ideologia, infatti, specialmente riguardo all’ambiente, alla Creazione, è molto fortemente legata a una visione del capitalismo che non vuole rinunciare a danneggiare l’ambiente per non rinunciare ai guadagni. E ho sentito critiche che veramente non hanno senso. Come si può criticare una cosa che non si conosce? C’è, però, tristemente questo atteggiamento in tante persone. Credo che l’approccio del Santo Padre sarà basicamente etico, dal punto di vista dell’etica, che poi è il nostro. C'è tanta discussione sul riscaldamento della terra, "è scientifico, non è scientifico". Ma basta il senso comune. Ci farà riflettere. Penso che questo non sarà un documento in più e che sarà molto importante che tutti noi lo si prenda a cuore. A proposito della globalizzazione dell’indifferenza di cui ha parlato il Papa, sarebbe tragico che - di fronte a problemi come questi - i cristiani rimanessero indifferenti”.
La questione, ha proseguito, non è soltanto quella del “riscaldamento del pianeta, ma anche avere giustizia per il Creato, difendere la dignità umana e sostenere i popoli per proteggere la Creazione”. “Non abbassiamo la guardia - ha poi esortato - sulle povertà spirituali” nelle società contemporanee. Lo sguardo, ai lavori dell’Assemblea, sarà dunque rivolto al “mondo che soffre”: è in corso - ha ricordato - “una guerra terribile, con molta indifferenza”, assistiamo a “persecuzione e morte dei cristiani”, intorno a noi persiste la fame. Quindi, non si possono dimenticare il Medio Oriente, la Repubblica Centrafricana, il Sud Sudan, l'Ucraina e, non ultimo, il Nepal scosso nelle ultime ore da un altro terribile terremoto. A guidarci nell’impegno a “proseguire uniti e conservare i poveri al centro dei nostri cuori”, ha quindi aggiunto, sicuramente quella luce “nel firmamento della Chiesa” che è mons. Oscar Arnulfo Romero: “In America Latina - ha riferito il cardinale honduregno - siamo davvero “riconoscenti” per la sua prossima beatificazione.
Il segretario generale di Caritas Internationalis, Michel Roy, ha annunciato che la federazione acquista un nuovo membro, il 165.mo: il Sud Sudan. Quindi, ha citato le altre emergenze del pianeta. Ad esempio, i 21 tifoni che hanno investito le Filippine in un anno. Tra le priorità dell’assemblea Caritas, ne ha messa in luce una in particolare:
“The first orientation is to have the Church…
Il primo orientamento è quello che la Chiesa sia una Chiesa povera per i poveri. Questo tema, in qualche modo, non è nuovo, ma è venuto molto avanti grazie a Papa Francesco. La Caritas è la Chiesa e nella Chiesa ha un ruolo speciale da giocare, per far sì che l’intera Chiesa sia coinvolta con i poveri”.
Il teologo peruviano, padre Gustavo Gutierrez, ha sottolineato che oggi ancora non siamo nell'epoca della “ post-povertà” e ha spiegato che la teologia “è una riflessione sulla pratica della carità, sulla compassione, sulla misericordia, sulla giustizia. Vista in questo modo - ha chiarito - può aiutare chi è impegnato concretamente nella pratica della giustizia e della carità”. A proposito della “teologia della liberazione” ha precisato:
“Credo che la nozione centrale della teologia della liberazione sia quella che potremmo chiamare ‘opzione preferenziale per i poveri’. Questo è il 90% della teologia della liberazione. Credo sia più chiaro adesso, grazie alla testimonianza di Papa Francesco. Ma nella questione non è tanto importante la ‘teoria della liberazione’, ma vedere l'importanza dei poveri adesso nella Chiesa e, credo, il fatto di andare di nuovo a cercare l’insegnamento dei Vangeli. È veramente ciò che conta, che è importante: questo andare verso le periferie. E questo è un tempo opportuno”.
Un esempio concreto dell’impegno Caritas è venuto da Haridas Varikottil, a proposito dell’agricoltura in India:
“One priority topic is…
Uno dei temi prioritari è la fame e la campagna ‘One human family, food for all’, cominciata nel dicembre 2013, ha l’obiettivo di radunare tutti i partner ad un solo scopo: ridurre la fame. Non fornendo cibo alle persone, ma promuovendo agricoltura, aziende agricole familiari, aziende agricole integrate. Cosa facciamo? Insegniamo alle persone come promuovere un’agricoltura sostenibile. Insegniamo loro anche come conservare, proteggere, gestire le risorse. E li guidiamo pure a mobilitare le risorse del governo”. Radio Vaticana