domenica 4 maggio 2014

INNO PER LA VISITA DEL PAPA IN TERRA SANTA



L’inno ufficiale per la visita del papa è stato composto da un gruppo di musicisti della terra santa. Il testo è stato scritto da Rabab Zeitoun e la musica composta da Louay Zaher e Rabab Zeitoun.

Le parole dell’inno:

Rit: Con te andiamo avanti come testimoni di Cristo
Diffondendo la luce della Parola, sui passi di Francesco
  1. Con te camminiamo come Maria con la luce della natività
    custodiamo l’alleanza che abbiamo ottenuto con l’acqua del battesimo
    E la croce del nostro redentore, la sua forza, ci protegge
    La portiamo con noi mentre portiamo buone notizie per chi è in schiavitù.
  1. Con te cerchiamo il volto del redentore in ogni essere umano
    seminiamo amore che fiorirà in gioia, testimoniamo la fede
    la Chiesa del nostro redentore ci vivifica con i suoi sacramenti,
    essi ci nutrono e noi procediamo immersi nella fede.
  1. Con te indossiamo il mantello della pietà fra le genti
    diventiamo apostoli della pace fra le nazioni della terra
    il vangelo del nostro redentore è la luce che ci guida
    viviamo di questa parola e procediamo in cerca di armonia
  1. Con te alziamo la nostra preghiera dalla terra santa
    preghiamo per l’oriente che pena, che ha perso la sua strada
    l’amore del nostro redentore ci preserva e ci arricchisce
    ci rivestiamo di quest’amore e procediamo su questo cammino di liberazione
  1. Con te cantiamo la resurrezione e proclamiamo la vita
    testimoniando Pietro che incontra ancora una volta i suoi fratelli
    Gesù il nostro redentore ci chiede l’unità
    Lo ascoltiamo e procediamo con l’intento di ascoltarlo
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النشيد الرسمي لزيارة قداسة البابا فرنسيس إلى الأرض المقدسة 24 - 26 أيار 2014.
مجلس رؤساء الكنائس الكاثوليكيّة في الأرض المقدّسة. على خطى فَرنسيس
كلمات: رباب زيتون
ألحان: لؤي زهر ورباب زيتون


اللازمة:
معَكَ نَمضي قُدُماً شُهوداً للمسيحْ
نَنشُرُ نورَ الكَلِمَة على خُطى فَرَنسيسْ

1. معَكَ نَمْضي مِثلَ مَريم معَ نورِ الميلادْ
نَحفَظُ عَهْداً قَد نِلنَاهُ في ماءِ العِمادْ
وَصَليبُ فادينا قَوَّتُهُ تَحمينا
نَحمِلُهُ وَنَمْضي قُدُماً بُشْرى للعِبادْ

2. معَكَ نَنْشُدُ وَجْهَ الفادي في كُلِّ إنسانْ
نَزرَعُ حُبّاً يُزهِرُ فَرَحاً نَشهَدُ لِلإيمانْ
وَكَنسية فادينا أَسرارُها تُحيينا
نَنْهَلُ مِنها وَنَمْضي قُدُماً يَغْمُرُنا الأمانْ

3. معَكَ نَلبَسُ ثَوْبَ الرَّحمَةِ ما بَينَ الأنامْ
نُصبِحُ بَينَ شُعوبِ الأرضِ رُسُلاً لِلسَّلامْ
إنجيلُ فادينا نورُهُ يَهدينا
نَحياهُ وَنَمْضي قُدُماً نَدعو للوِئامْ

4. معَكَ مِن أرضِ الأقداسِ نَرفَعُ الصَّلاة
نَدْعو لِشَرقٍ في الآلام قَد تاهت خُطاه
فَمَحبَّة فادينا تَحفَظُنا تُغنينا
نَلبَسُها وَنَمْضي قُدُماً في دَربِ النَّجاة

5. معَكَ نُنْشِدُ لِلقِيامَةِ نَهتِفُ لِلحَياة
نَشْهَدُ بُطْرُسَ مِن جَديدٍ يَلتَقي أَخاهْ
فَيَسوعُ فادينا بِالوَحْدَةِ يوصينا
هيا نُصغي وَنَمْضي قُدُماً غايَتُنا رِضاهْ
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Vedi il sito ufficiale del viaggio di Papa Francesco in Terra Santa.

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La preghiera speciale per il pellegrinaggio del Papa in Terra Santa
 
“Padre Celeste, tu non ti stanchi di essere amorevole e misericordioso. Il Successore di Pietro intende visitare la Terra resa Santa dalla nascita, dal battesimo, dall'insegnamento, dalla morte e dalla resurrezione di tuo Figlio. Rimani con lui, santificalo e benedicilo. Stendi il mantello della tua tenerezza su ogni passo del suo pellegrinaggio tra noi, così che ognuno possa vedere in lui un pellegrino appassionato, un maestro saggio e una guida umile”.

Inizia così la preghiera speciale che i cattolici di Terra Santa potranno recitare nelle tre settimane che precedono la visita di Papa Francesco in Giordania, Palestina e Israele (24-26 maggio), come atto di devozione personale e comunitaria, - riferisce l'agenzia Fides - per chiedere al Signore che il pellegrinaggio del Vescovo di Roma porti frutto per i cristiani di tutto il mondo e per la convivenza in tutto il Medio Oriente. “In questo mese di maggio che la Chiesa tradizionalmente dedica alla Vergine Maria”, spiega all'agenzia Fides il sacerdote Rifat Bader, direttore del Catholic Centre for Studies and Media, e incaricato dell'informazione per la visita papale in Giordania “con la benedizione dell'arcivescovo Maroun Lahham abbiamo suggerito di ripetere ogni giorno in ogni parrocchia questa preghiera, in ogni incontro ecclesiale e dopo la recita quotidiana del Santo Rosario. Sarà un modo semplice e efficace di prepararsi spiritualmente al pellegrinaggio di Papa Francesco, sia in Giordania che nelle altre parrocchie della Terra Santa”.

La preghiera affida al Signore anche la forte intenzione ecumenica espressa nel pellegrinaggio di Papa Francesco: il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I è stato il primo a suggerire al Vescovo di Roma un pellegrinaggio comune a Gerusalemme, a cinquant'anni dallo storico incontro avvenuto nella Città santa tra Papa Paolo VI e il Patriarca ecumenico Atenagora. “Signore Gesù Cristo, che hai pregato per l'unità della tua Chiesa dicendo 'che siano una sola cosa' – così recita la preghiera – fa che l'incontro tra il Santo Padre e il Patriarca ecumenico contribuisca a far crescere il nostro impegno per l'unità dei tuoi figli”.

L'orazione implora anche che gli incontri del Papa con le autorità politiche portino frutti di giustizia e di pace. E chiede soprattutto che l'incontro con il Successore di Pietro confermi nella fede i figli della Chiesa: “Buon Pastore, che sei raffigurato nella croce pettorale di Papa Francesco - si legge nella preghiera - mentre camminiamo nello spirito di umiltà che tu hai donato a lui, ravviva in noi la coscienza della nostra identità cristiana, così che, da veri discepoli, noi possiamo rendere testimonianza della tua Buona Novella e della tua resurrezione nelle nostre chiese, nella nostra società e in tutto il mondo, specialmente servendo i deboli, i poveri e i rifugiati”.
 Radio Vaticana 

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  • "Gerusalemme è la casa di Pietro"

    Il custode di Terra Santa, Fra Pizzaballa, racconta l'attesa della visita pastorale di papa Francesco

  • “Gerusalemme è la casa di Pietro: questa realtà deve essere compresa”. Ad affermarlo è Fra Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, in vista della visita di Papa Francesco, prevista dal 24 al 26 maggio.
    È da oltre sette secoli che i francescani sono presenti in Terra santa.  La loro presenza è ispirata dal servizio alla Chiesa, a Dio e al prossimo. La Custodia dei luoghi santi, l’accoglienza dei pellegrini e la cura dei cristiani locali, sono le loro missioni principali. Il tema è trattato nell'intervista che segue, raccolta a Gerusalemme con padre Pizzaballa.
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    Come vive la comunità cattolica l’arrivo del Santo Padre in Terra santa?
    Padre Pizzaballa: C’è molta effervescenza, molta attesa. La visita del Papa non è mai qualcosa di ordinario. Questo Pontefice, poi è molto popolare, tra tutti. Sarà una visita molto breve, quindi c’è anche un po’ di tristezza per il fatto che il Santo Padre non possa visitare molte delle realtà cristiane. I momenti di preghiera, di incontro, gli aspetti logistici sono nella loro piena attività…
    Oltre a Gerusalemme il Santo Padre visiterà anche la Giordania, Betlemme e Palestina. Considerate le differenti realtà, qual è la situazione dei cristiani in queste terre?
    Padre Pizzaballa: Sono realtà molto differenti e quindi non conviene generalizzare. I cristiani nel Medio Oriente vivono in situazioni sociali diverse. In Giordania c’è una situazione economica molto difficile, che influenza tutti. Dal punto di vista delle garanzie, la casa reale è il punto di stabilità della comunità cristiana, un riferimento importante per la difesa dei diritti e delle garanzie della comunità cristiana.
    In Palestina la situazione è molto fragile per ovvie ragioni legate al conflitto palestinese e alla questione politica. Il problema principale dei cristiani in Terra santa è il numero: sono rimasti molto pochi, soprattutto a Gerusalemme dove non arrivano a undicimila.
    Ci sono i cosiddetti “cristiani arabi” e quelli che si trasferiscono dai paesi europei. Altri, però, decidono anche di emigrare. Perché molti cristiani emigrano?
    Padre Pizzaballa: I cristiani hanno, come tutti, una famiglia e sentono il desiderio di vivere tranquillamente, avere sbocchi professionali e una prospettiva di vita tranquilla. Il Medio Oriente non garantisce questo in maniera automatica. Basta guardarsi attorno: cosa per esempio sta accadendo in Egitto, le difficoltà economiche nell’autonomia palestinese, i problemi di identità in Israele… Tutti questi aspetti aiutano la riflessione, che, forse, è meglio avere una vita più tranquilla fuori di qui.
    Cosa fa la comunità cattolica per tutelare i suoi componenti? La visita del Santo Padre può anche essere una luce, per mostrare le difficoltà dei cristiani e della popolazione in Medio Oriente…
    Padre Pizzaballa: Innanzitutto va detto che noi non possiamo risolvere tutti i problemi: ci sono problematiche più grandi che vanno al di là delle nostre possibilità perché non siamo noi che prendiamo le decisioni. Per quanto possiamo essere ben inseriti nel territorio, siamo una realtà ancora molto piccola.
    Per questo bisogna lavorare su diversi ambiti: il primo è quello dell’educazione e della formazione. La presenza cristiana deve essere formata ed educata in modo che possa, per quanto piccola, dare un contributo positivo nelle realtà nella quale è calata. Poi, bisogna essere concreti, nella creazione delle job opportunities, per esempio, nel creare della possibilità per i cristiani di raggiungere abitazioni con costi sostenibili.
    Come ha vissuto i viaggi degli altri Pontefici in Terra Santa? Ha un ricordo in particolare, che vuole condividere con i lettori?
    Padre Pizzaballa: Ho dei ricordi sui viaggi degli ultimi tre papi. Quando venne Paolo VI ero troppo giovane. Sono stati appuntamenti molto diversi l’uno dall’altro. Molto impegnativi dal lato della preparazione e importanti perché hanno portato un’energia nuova all’interno della comunità. La visita di Giovanni Paolo II ha portato energia al dialogo ebraico-cattolico. Benedetto XVI ha portato un forte incoraggiamento, sia nel viaggio in Terra Santa che in Libano. Nei suoi discorsi, nei suoi gesti, ha messo in evidenza l’importanza dell’incontro con la comunità locale. Papa Francesco è molto popolare. Sappiamo che il suo incoraggiamento alla comunità cristiana si esprimerà in qualche altro modo.
    Cosa direbbe al Santo Padre e ai nostri lettori che forse non conoscono con precisione i problemi del Medio Oriente?
    Padre Pizzaballa: Gerusalemme è la casa di Pietro, da dove Pietro è partito.  Per cui dirò sicuramente al Santo Padre che è il benvenuto, che questa è anche casa sua. Gli dirò anche che questa è una realtà molto complessa, che non va giudicata, ma compresa. È importante venire a Gerusalemme non per scegliere, ma per stare.
  • G. Innocenti
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Prière pour le pèlerinage du pape: Neuf jours de prière à Jérusalem   
PLJ
 
A l’approche du pèlerinage du Pape François, une initiative de prière propose neuf jours de préparation avant l’arrivée du Pape.Du 14 au 22 mai 2014 , les Églises de Jérusalem et les communautés chrétiennes prépareront et soutiendront spirituellement le pèlerinage et (...)