...una bambina agonizzante è tornata in vita
fonte: www.aleteia.org
Era il 1957 e un focolaio di influenza aveva già mietuto centinaia di vittime in Cile. A Valdivia, la famiglia Eschmann Melero prese le precauzioni necessarie per evitare che le due bimbe piccole corressero dei rischi, ma María Soledad, che aveva appena 45 giorni, mise in allarme la mamma Alicia quando iniziò a rifiutare di mangiare.
A distanza di 57 anni, è la stessa María Soledad a raccontare alla rivista Portaluz quello che le ha riferito la sua famiglia di quei giorni in cui malattia, morte e grazia sacramentale hanno confluito per un evento straordinario che avrebbe segnato per sempre in lei e nella sua famiglia la certezza che Dio esiste e ci ama.
La diagnosi e la condanna
La diagnosi e la condanna
María Soledad afferma che poco dopo che aveva iniziato a rifiutare di nutrirsi si verificarono anche vomito, diarrea e forti pianti, segnali inequivocabili di problemi di salute. I genitori non esitarono a portarla all’Ospedale Regionale Base di Valdivia. I mezzi della struttura erano precari, come l’efficacia dei trattamenti farmacologici per risolvere i problemi che l’influenza provocava alla piccola. “Mi ricoverarono un paio di volte, e l’ultima il medico disse a mia madre: ‘Riporti sua figlia a casa perché non possiamo fare più nulla per lei’”.
Alicia salì dall’ospedale con la figlia tra le braccia. Custodita dall’abbraccio della sua mamma, la piccola aveva smesso di piangere, ma era pallida e come intorpidita. Con il passare della mattinata, María Soledad perdeva vitalità e coscienza. “Verso l’una di pomeriggio, mia madre dice che corse con me a una farmacia vicina con la speranza che lì potessero aiutarla. Io non reagivo, ero moribonda e neanche lì poterono fare nulla per aiutarmi”.
La speranza sembra crollare
Con il peso della diagnosi medica che aveva tolto ogni speranza per la piccola e vedendo che respirava appena, Alicia corse piangendo a casa dei genitori. “Sulla via passò davanti a un negozio di famiglia e avvertì i suoi fratelli, i miei zii, che ero grave, e proseguì portandomi in braccio. Poco dopo arrivarono mia nonna e mia sorella”.
La casa si riempì di vicini allertati dai lamenti delle donne vedendo che la piccola non reagiva. “In quel momento, mia madre dice che svenne. Cadde a terra, e in un attimo i vicini iniziarono a preparare un tavolo per vegliarmi e cambiarmi d’abito, dandomi per morta. Un paio di vicini sollevarono mia madre e la portarono in camera da letto, dove c’era un’immagine della Madonna di Lourdes. Mia mamma dice che chiedeva alla Vergine di intercedere presso Dio per me, perché lei non voleva che me ne andassi”.
Verso l’incontro con Dio
La casa era in preda alla confusione… Alicia, in piena crisi nervosa, gridava senza controllo, e i vicini decisero di portarla in ospedale. La piccola giaceva inerme sul tavolo del salone quando entrò nella stanza Sara, la sorella di Alicia, che aveva appena saputo cosa accadeva alla nipote e aveva solo una certezza fin dal primo istante in cui era stata informata dell’accaduto.
“Erano quasi le due del pomeriggio del 25 gennaio 1957 quando mia zia mi prese dal tavolo, corse alla parrocchia di Nostra Signora del Carmelo a Collico e bussò alla porta. Il sacerdote nordamericano Enrique Angerhaus aprì e sentì la richiesta: ‘Padre, per favore! Deve battezzare ora mia nipote perché non respira, sta agonizzando!’ Il mio corpo era totalmente gelato, non dava segni di vita. Il sacerdote allora si preparò e prese gli Olii Santi. La gente che era in casa era corsa dietro a mia zia e c’erano molte persone nella chiesa”, ha raccontato María Soledad,
La vita che fluisce nel Sacramento
Come se fosse un fatto avvenuto appena ieri, María Soledad spiega dettagliatamente che in quel momento non avevano pensato a padrino e madrina, per cui “mia zia chiese a un vicino e a un’altra signora che era lì che fossero i miei padrini”.
Quando il sacerdote unse la piccola con l’olio santo, quelli che erano più vicini furono testimoni di un fatto straordinario…
“Feci un respiro profondo, che si ripeté nel momento in cui nel fonte battesimale mi versavano sulla testa l’acqua benedetta. Il sacerdote, colpito come tutti i presenti, mi alzò e disse davanti ai presenti: ‘Il Signore ha avuto Misericordia di lei e l’ha riportata in vita’”.
“Quando ho ricevuto il Battesimo, il Signore mi ha fatta uscire dal sepolcro”, ricorda María Soledad. “Con le mie sorelle parliamo sempre di questo, e io dico che sono come Lazzaro, perché il Signore mi ha tolto dal sepolcro e sono tornata alla vita”.
Nel corso della sua vita, María Soledad Eschmann è rimasta salda nella fede e attiva nella Chiesa. Insieme al marito e ai due figli che Dio le ha affidato vive a Punta Arena, città australe del Cile, ed è membro fedele del Rinnovamento Carismatico. Lodare e ringraziare è un atto quotidiano del suo cuore grato.
“Nel Battesimo”, ha concluso, “il Signore si manifesta con una potenza d’amore che non riusciamo a comprendere”. Questa signora è senz’altro una testimone privilegiata di questa verità.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]