martedì 27 maggio 2014

Papa Francesco. Conferenza stampa sull'aereo di ritorno. Trascrizione ufficiale.

Trascrizione ufficiale della conferenza Stampa di Papa Francesco nel volo di ritorno dalla Terra Santa (lunedì 26 maggio 2014)   
Sala stampa della Santa Sede
 

Ieri sera, durante il volo Tel Aviv - Roma al rientro dal Pellegrinaggio in Terra Santa, Papa Francesco ha incontrato i giornalisti a bordo dell’aereo in una lunga conferenza stampa, la cui trascrizione riportiamo di seguito:
Padre Lombardi:Intanto, ringraziamo moltissimo il Papa di essere qui: dopo un viaggio così massacrante, è a disposizione per incontrarci. Quindi, gli siamo molto grati.
Allora, ci siamo organizzati – si sono organizzati autonomamente, gli agenti dell’informazione – per alcuni gruppi principali linguistici, che presentano alcune persone che fanno le domande. Io non ho messo limiti perché so che Lei vuole lavorare a tutto campo, a meno che volesse dire Lei qualche cosa di introduzione prima… rispondiamo alle domande.
Allora, la prima domanda viene fatta per il gruppo italiano: (...)

*

«Abusare di un minore è come celebrare una messa nera»


Intervista con Francesco sull'aereo: «Tolleranza zero anche con i vescovi sulla pedofilia. Non ci saranno "figli di papà"». Libertà religiosa: «Oggi ci sono più martiri che nei primi tempi». Le mie dimissioni? «Sarà quello che Dio vorrà. Ratzinger ha aperto una strada». Sui 15 milioni perduti dallo Ior perché investiti nella Lux Vide: «È una cosa sotto studio. Siamo peccatori ma bisogna cercare che accadano meno scandali». Divorziati e risposati: «Non mi è piaciuto che uomini di Chiesa si siano focalizzati solo su quel tema della relazione di Kasper, il Sinodo è sulla famiglia»

ANDREA TORNIELLIDAL VOLO TEL AVIV - ROMA

Papa Francesco a ruota libera: nonostante il viaggio massacrante si è sottoposto per un'ora, senza rete, alle domande dei giornalisti che l'hanno accompagnato in Terra Santa.

Gli abusi sui minori
«In questo momento ci sono tre vescovi sotto indagine, di uno, già condannato, si sta studiando la pena. Non ci sono privilegi su questo tema dei minori. In Argentina dei privilegiati diciamo: questo è un figlio di papà. Ecco, su questo tema non ci saranno figli di papà. È un problema molto grave. Un sacerdote che compie un abuso, tradisce il corpo del Signore. Il prete deve portare il bambino o la bambina alla santità. E questo si fida di lui. Invece di portarlo alla santità, lui lo abusa. È gravissimo. È come fare una messa nera! Invece di portarlo alla santità lo porti a un problema che avrà per tutta la vita. La prossima settimana, il 6-7 giugno, ci sarà una messa con alcune persone abusate, a Santa Marta, e poi ci sarà una riunione, io con loro. Su questo si deve andare avanti con tolleranza zero»

I 15 milioni dello Ior dati alla Lux Vide e gli scandali finanziari
«Il Signore Gesù una volta ha detto ai suoi discepoli: è inevitabile che ci siano scandali, siamo umani e peccatori tutti. Il problema è evitare che ce ne siano di più. Nell'amministrazione economica serve onestà e trasparenza. Le due commissioni, quella che ha studiato lo Ior e quella che ha studiato la situazione economico-finanziaria di tutto il Vaticano, hanno fatto le loro conclusioni e adesso con il ministero e la Segreteria per l'economia diretta dal cardinale Pell si porteranno avanti le riforme consigliate. Ma ci saranno ancora incongruenze, ci saranno sempre, perché siamo umani. E la riforma deve essere continua. I padri della Chiesa dicevano che la Chiesa deve essere “semper reformanda”. Siamo peccatori, siamo deboli. La Segreteria dell'Economia aiuterà ad evitare scandali e problemi. Per esempio nello Ior sono stati chiusi 1600 conti, di persone che non avevano diritto. Lo Ior è per l'aiuto alla Chiesa, hanno diritto vescovi, e diocesi, dipendenti del vaticano, le loro vedove, le ambasciate, ma niente di più. Non è una cosa aperta. E questo è un buon lavoro, chiudere i conti di chi non ha diritto. Io vorrei dire una cosa: la questione di quei 15 milioni, è ancora sotto studio, non è ancora chiaro che cosa è accaduto».

I gesti in Terra Santa e il summit con Peres e Abu Mazen
«I gesti più autentici sono quelli che non si pensano, io avevo pensato si poteva fare qualcosa, ma dei gesti concreti che ho compiuto nessuno era stato pensato così. Alcune cose, come l'invito ai due presidenti, si era pensato di farlo là, durante il viaggio, ma c'erano tanti problemi logistici, tanti, il territorio dove si doveva fare, non era facile. Ma alla fine è uscito l’invito e spero che l'incontro riesca bene. Ma i miei non erano gesti pensati, a me viene di fare qualcosa di spontaneo così. Per chiarire sull'incontro in Vaticano. Sarà un incontro di preghiera, non per fare una mediazione. Con i due presidenti ci riuniremo a pregare soltanto e io credo che la preghiera sia importante e fare questo aiuta. Poi tutti tornano a casa. Ci sarà un rabbino, un islamico, ci sarò io. Ho chiesto al Custode di Terra Santa di organizzare un po' le cose pratiche».

Populismo ed elezioni europee
«Ho avuto solo il tempo di pregare qualche Padre Nostro ma non ho avuto notizie sulle elezioni. Il populismo in Europa, la fiducia o la sfiducia, alcune tesi sull'euro.... di questo io non capisco tanto. Ma la disoccupazione è grave: siamo in un sistema economico mondiale dove al centro è il denaro, non è la persona umana. Questo sistema per mantenersi, scarta. Si scartano i bambini: il livello delle nascite non è alto, in Italia sono meno di due a coppia, in Spagna è ancora più bassa. Si scartano gli anziani, anche con l'eutanasia nascosta, le medicine si danno solo fino a un certo punto. E si scartano i giovani. In Italia credo che la disoccupazione giovanile sia circa del  40%, in Spagna è del 50%, in Andalusia del 60%. C'è tutta una generazione di persone che né studiano né lavorano. Questa cultura dello scarto è gravissima. Non è solo in Europa, ma in Europa si sente forte. È un sistema economico disumano, questo sistema economico uccide come ho detto nell'Evangelii Gaudium».

Su Gerusalemme capitale della Palestina
«Ci sono tante proposte sulla questione di Gerusalemme, la Chiesa cattolica, il Vaticano ha la sua posizione dal punto di vista religioso: una città della pace per le tre religioni. Le misure concrete per la pace si devono negoziare, magari si deciderà che questa parte diventi capitale di uno stato, l'altra dell'altro... Ma non mi sento competente per dire che si faccia questo o quest'altro, sarebbe una pazzia da parte mia, credo che si deve entrare con fratellanza, mutua fiducia sulla strada del negoziato. Ci vuole coraggio, e io prego tanto il Signore perché questi due presidenti abbiano il coraggio di andare avanti. Di Gerusalemme dico solo che sia città di pace delle tre religioni».

Celibato dei preti
«La Chiesa cattolica ha preti sposati, nei riti orientali. Il celibato non è un dogma di fede, è una regola di vita, che io apprezzo tanto e credo che sia un dono per la Chiesa. Non essendo un dogma di fede, c'è sempre la porta aperta»

Rapporto con gli ortodossi
«Con Bartolomeo abbiamo parlato dell'unità, che si fa per la strada, in un cammino, non possiamo mai fare l'unità in un congresso di teologia. Mi ha confermato che Atenagora disse davvero a Paolo VI: "Mettiamo tutti i teologi su un'isola, e noi andiamo avanti insieme". Dobbiamo aiutarci, per esempio con le chiese, anche a Roma, tanti ortodossi usano chiese cattoliche. Abbiamo parlato del concilio pan-ortodosso perché si faccia qualcosa della data sulla Pasqua. È un po' ridicolo: ma dimmi il tuo Cristo quando resuscita? Il mio la settimana prossima. Il mio invece è resuscitato la settimana scorsa. Con Bartolomeo parliamo come fratelli, ci vogliamo bene, ci raccontiamo le difficoltà del nostro governo. Abbiamo parlato abbastanza dell'ecologia, di fare insieme un lavoro congiunto su questo problema»

Viaggio in Sri Lanka e Filippine, libertà religiosa
«In Asia ci sono in programma due viaggi, in Sud Corea e a gennaio prossimo viaggio di due giorni in Sri Lanka e poi nelle Filippine, nella zona dove c'è stato lo tsunami. Il problema della non libertà di praticare la religione, non è soltanto in alcuni paesi asiatici, ma anche in altri. La libertà religiosa è qualcosa che non tutti i paesi hanno. Alcuni esercitano un controllo, altri prendono misure che finiscono in una vera persecuzione. Ci sono martiri oggi, martiri cristiani, cattolici e non cattolici. In alcuni posti non puoi portare un crocifisso, avere una Bibbia, o insegnare il catechismo ai bambini. E io credo che in questo tempo ci siano più martiri che nei primi tempi della Chiesa. Dobbiamo avvicinarci in alcuni posti con prudenza, per andare ad aiutarli, pregare tanto per queste Chiese che soffrono, soffrono tanto, e anche i vescovi e la Santa Sede lavorano con discrezione per aiutare i cristiani di questi Paesi, ma non è una cosa facile. Per esempio in un paese è proibito pregare insieme. I cristiani che sono lì vogliono celebrare l'eucarestia, e c'è un signore che fa l'operaio ma è sacerdote, e va lì al tavolo, con gli altri: fanno finta di prendere il tè e fanno l'eucarestia. Se arrivano i poliziotti, nascondono i libi e risulta che stiano prendendo il tè»

La mia eventuale rinuncia
«Io farò quello che il Signore mi dirà di fare. Pregare, cercare di fare la volontà di Dio. Benedetto XVI non aveva più le forze, e onestamente, da uomo di fede, umile qual è, ha preso questa decisione. Settant'anni fa i vescovi emeriti non esistevano. Cosa succederà con i Papi emeriti? Dobbiamo guardare a Benedetto XVI come a un'istituzione, ha aperto una porta, quella dei Papi emeriti. La porta è aperta, ce ne saranno altri o no, Dio solo lo sa. Io credo che un vescovo di Roma se sente che le forze vanno giù deve farsi le stesse domande che si è fatto Papa Benedetto».

Beatificazione di Pio XII
«La causa è aperta, io mi sono informato e ancora non c'è alcun miracolo. Così è ferma e non può andare avanti. Dobbiamo rispettare la realtà di quella causa. Ma non c'è miracolo, è necessario almeno che ce ne sia uno per la beatificazione. Io non posso pensare se lo farò beato o no».

Divorziati risposati
«Il Sinodo sarà sulla famiglia, sul problema della famiglia e sulle sue ricchezze e situazione attuale. L'esposizione preliminare fatta dal cardinale Kasper aveva cinque capitoli, quattro dei quali sulle cose belle della famiglia e sul loro fondamento teologico. Il quinto capitolo era sul problema pastorale delle separazioni e sulla nullità matrimoniale e qui c'è anche il tema della comunione ai divorziati in seconda unione. A me non è piaciuto che tante persone, anche di Chiesa, abbiano detto: il Sinodo è per dare comunione ai divorziati risposati, come se tutto si riducesse a una casistica. Oggi lo sappiamo, la famiglia è in crisi, è una crisi mondiale, i giovani non vogliono sposarsi, o convivono. Non vorrei che noi cadessimo in questa casistica: si potrà o non si potrà dare la comunione? Il problema pastorale della famiglia è molto largo, molto largo. Si deve studiare caso per caso. Torno sempre a una cosa che Papa Benedetto ha detto già tre volte: bisogna studiare le procedure di nullità matrimoniale, studiare la fede con cui una persona va al matrimonio e chiarire che i divorziati non sono scomunicati. Tante volte sono trattati come scomunicati. Scegliere il tema del Sinodo sulla famiglia è stata un'esperienza spirituale molto forte, lentamente si è finito a parlare della famiglia. Sono sicuro che è stato lo Spirito del Signore a guidarci fino a questo punto».

Ostacoli alla riforma della Curia
«Il primo ostacolo sono io! Siamo a buon punto, abbiamo consultato tutta la Curia, si cominciano a studiare le cose, per alleggerire l'organizzazione ad esempio accorpando dei dicasteri. Uno dei punti chiave è stato quello economico: il dicastero dell'Economia deve lavorare con la Segreteria di Stato. Adesso a luglio abbiamo quattro giorni di lavoro e poi a fine settembre altri quattro, ma si lavora. I risultati ancora non si vedono tutti, ma la parte economica è quella che è venuta fuori prima, c'erano alcuni problemi di cui la stampa parlava abbastanza. La strada della persuasione è tanto importante. Ci sono alcune persone che non vedono chiaro. Ma io sono contento, si è lavorato abbastanza».

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"Io faro' quello che il Signore mi dira' di fare. Pregare, cercare di fare la volonta' di Dio. Benedetto XVI non aveva piu' le forze, e onestamente, da uomo di fede, umile qual e', ha preso questa decisione". Papa Francesco risponde cosi' a una domanda su una sua possibile rinuncia al Pontificato. "Io credo - confida - che un vescovo di Roma se sente che le forze vanno giu' deve farsi le stesse domande che si e' fatto Papa (...)