domenica 10 maggio 2015

Santità e peccato



Giovanni d’Ávila e la riforma della Chiesa. 

(Vicente Cárcel Ortí) Nel 1987, monsignor Juan del Río Martín, oggi arcivescovo castrense di Spagna, cominciò a pubblicare le sue ricerche sul santo apostolo dell’Andalusia, oggetto di molti studi giudicati però carenti di un’analisi teologica sulla sua ecclesiologia. L’opera, raccolta nel volume Santidad y pecado en la Iglesia. Hacia una eclesiología de San Juan de Ávila (Madrid, Biblioteca de Autores Cristianos, 2015, pagine li+391, euro 21) è stata presentata lunedì scorso a Madrid.
Il tema è originale e suggestivo perché il santo studiato è stato proclamato dottore della Chiesa universale da Papa BenedettoXVI il 7 ottobre 2012, durante la messa inaugurale della tredicesima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Da allora san Giovanni d’Ávila gode di maggiore autorità dottrinale nella Chiesa, lo studio del suo pensiero ha ricevuto nuovo impulso e la sua conoscenza è divenuta più necessaria. Papa Ratzinger ha definito così Giovanni d’Ávila nell’omelia della suddetta celebrazione: «Profondo conoscitore delle sacre Scritture, era dotato di ardente spirito missionario. Seppe penetrare con singolare profondità i misteri della redenzione operata da Cristo per l’umanità. Uomo di Dio, univa la preghiera costante all’azione apostolica. Si dedicò alla predicazione e all’incremento della pratica dei sacramenti, concentrando il suo impegno nel migliorare la formazione dei candidati al sacerdozio, dei religiosi e dei laici, in vista di una feconda riforma della Chiesa». 
Il nuovo dottore della Chiesa universale, patrono del clero spagnolo, iniziatore dell’ascetica e della mistica in Spagna, fu uno dei principali esponenti della riforma personale ed ecclesiale vissuta tra il 1525 e il 1569, periodo estremamente complesso nella storia civile, intellettuale e spirituale d’Europa.
Monsignor del Río Martín ha scelto per il suo libro il titoloSantidad y pecado en la Iglesia, come il più appropriato per analizzare la sua ecclesiologia e comprendere il suo concetto di riforma della Chiesa che nasce da elementi soprannaturali, ma allo stesso tempo esige cambiamenti strutturali, in modo da attrarre i poveri e quanti si sono allontanati. L’autore sottolinea il modo di comunicare del maestro di Ávila, basato sul suo cristocentrismo del Dio fattosi uomo, sul desiderio di riforma della Chiesa, sulle speranze di un cristianesimo in missione, sull’ideale di una teologia sempre al servizio dell’evangelizzazione. 
L’opera ha richiesto un ingente lavoro di sintesi e di sistematizzazione di dati e di elementi dispersi nell’ampia produzione del santo, in cui si mette in evidenza la santità come il grande dono di Dio alla sua Chiesa, nella consapevolezza però che il peccato dei cristiani è sempre una realtà che sfigura l’immagine del popolo di Dio. La Chiesa santa ha sempre bisogno di purificazione. Il problema è ancora attuale e il contributo di Giovanni d’Ávila continua a offrire luce nel tempo presente, anche se si sviluppò in Andalusia e lui non poté realizzare il suo desiderio di diffondere la fede nel Nuovo mondo. La sua azione apostolica si nutriva di un profondo contatto con Dio; la preghiera e l’apostolato non furono mai un’alternativa per lui. Promosse la pratica dei sacramenti e la sua preoccupazione pastorale abbracciò gli uomini e le donne di ogni condizione, senza dimenticare nessuno. Possiamo prenderlo come modello nel nostro tempo in cui tutti siamo invitati a una nuova evangelizzazione. 
Il maestro di Ávila fu un uomo della sua epoca, conoscitore dei movimenti spirituali e teologici che percorrevano l’Europa delXVI secolo. Seguì con attenzione i laboriosi sviluppi del concilio di Trento e assimilò a fondo i suoi insegnamenti. Fu prima di tutto un teologo pastorale con solidi fondamenti dottrinali e analizzò e contemplò ogni realtà creata a partire dalla manifestazione dell’amore divino in Cristo.
L’opera che presentiamo è un ampliamento e un aggiornamento della ricerca dottorale, per la quale l’autore ha avuto a disposizione l’antica edizione in sei volumi delle opere di san Giovanni d’Ávila della Biblioteca de Autores Cristianos (Bac). Da allora ha approfondito molto le sue conoscenze, con nuovi e preziosi contributi su aspetti meno noti della sua vita e del suo ministero, sul suo processo di beatificazione e di canonizzazione nel 1970, e sulla ponenza per il conferimento del titolo di dottore della Chiesa nel 2012. Negli ultimi anni la stessa Bac ha promosso una nuova edizione degli scritti di questo santo. È stato necessario un laborioso sforzo per rivedere le citazioni e adattare i riferimenti a questa più recente edizione critica. L’opera, quindi, esce ora rimodernata, aggiornata in un aspetto tanto centrale come lo è citare l’autore studiato con la massima garanzia di fedeltà ai suoi scritti e al suo spirito. 
Il testo lascia parlare san Giovanni d’Ávila e lo rende accessibile al lettore, a portata di mano. Suddivisa in tre parti, che trattano il mistero della Chiesa, i santi in Cristo e il peccato come ostacolo alla santità che sfigura la Chiesa, si conclude con alcune riflessioni sull’ecclesiologia e con alcune sue linee maestre. Termina evidenziando i valori perenni della dottrina sulla Chiesa del maestro di Ávila. Tra i meriti dell’autore, che ha saputo realizzare una riuscita sintesi della dottrina ecclesiologica del santo, vanno segnalate l’ampia bibliografia, divisa in fonti edite e inedite, e la selezionata letteratura sugli studi attorno all’apostolo dell’Andalusia.
L'Osservatore Romano