venerdì 25 gennaio 2013

Il dono della bellezza




ROMA, Friday, 25 January 2013.
Il legame tra i ragazzi e il mondo dell’arte può diventare una specie di ponte verso il cielo. Un modo per avvicinarsi a Dio e ringraziarlo per tutto ciò che ci ha donato. Attraverso la bellezza della musica, della pittura, della scultura, della poesia o di qualunque altra forma d’arte, i giovani possono imparare a guardare la vita con occhi diversi. Possono allontanarsi dalla trappola del materialismo imperante, che tende a schiacciarli e a rinchiuderli in un guscio di pessimismo e di abbandono della speranza.
Quando parliamo di arte, però, dobbiamo fare una distinzione. Esiste certamente un’arte vera, che può condurre i ragazzi a Dio. Ma non mancano, purtroppo, cattivi esempi di arte falsa ed ingannevole, frutto del degrado dei nostri tempi. È un’arte triste, che può esprimere soltanto smarrimento e rassegnazione.
Dal punto di vista educativo, un dramma della nostra epoca è rappresentato dalla perdita del senso dell’arte più oggettivo, inteso come capacità di riconoscere ed apprezzare l’autentica bellezza.
I giovani, oggi, sono bombardati dalla non-cultura del brutto e del disgustoso. Pensiamo, ad esempio, a ciò che è accaduto nel mondo della musica. Dopo l’avvento dei video musicali, i cantanti non possono più limitarsi a cantare. Sono condannati a costruirsi un’immagine e ad inventarsi ogni giorno un look aggressivo, per attirare l’attenzione.
Ma l’arte, se è veramente arte, non ha bisogno di ricorrere a trucchi. È talmente bella da lasciare senza fiato. Invece, oggi, i cosiddetti “artisti” hanno l’obbligo di ricorrere a qualcosa di speciale e di insolito per riuscire a farsi guardare o ascoltare.
L’idea dell’arte, perciò, finisce per associarsi a quella dell’eccesso e dell’estremo.
La tendenza a tempestare i giovani con prodotti negativi non sembra limitarsi soltanto alla musica, ma ha conquistato anche il web, il cinema, la televisione, i libri, i fumetti. Tra sangue e violenza, pare che si faccia a gara per oscurare gli animi delle nuove generazioni.
C’è bisogno di un ritorno all’arte più autentica, in tutti i sensi. Non bisogna accettare passivamente tutto ciò che piove dall’alto. Se un cantante inneggia alla violenza o al suicidio, non dobbiamo più comprare i suoi dischi. Se una ballerina è volgare, impariamo a spegnere la televisione. È necessario sviluppare un maggiore senso critico e diventare padroni assoluti e consapevoli delle nostre scelte.
Un altro aspetto importante dell’arte autentica è la cultura dell’impegno. Dietro la vera arte c’è sempre un essere umano che si sforza quotidianamente per raggiungere un miglioramento. Ci sono ore ed ore di lavoro e di dedizione. Ogni giorno.
Purtroppo l’era dell’immagine tende a dimenticare tutto questo. Fino a qualche tempo fa, essere attori, ballerini o cantanti significava essere artisti veri e completi. Oggi, invece, sembra contare soprattutto l’apparenza. Non è più necessario saper parlare, saper cantare, saper ballare o saper recitare. Basta soltanto apparire.
Per concludere, l’unica strada possibile per aiutare i giovani a raggiungere Dio attraverso la dimensione artistica è quella di non lasciarsi travolgere dalle facili mode dei nostri tempi. C’è bisogno di un’arte vera, con due caratteristiche fondamentali e irrinunciabili. La prima: deve esprimere bellezza e sensibilità. La seconda: dev’essere il frutto di studio e di impegno.
Uno strumento molto utile per i giovani, per aiutarli a comprendere il senso più autentico dell’arte, è il libro del Cardinale Carlo Maria Martini La bellezza che salva (Àncora Editrice), per cui vedi infra (*). È una splendida raccolta degli interventi che questo grande uomo di fede ha dedicato al tema dell’arte negli anni del suo episcopato a Milano.
In particolare, sono bellissime le parole pronunciate in un’omelia alla Messa per gli Artisti, nel 1984: “Voi artisti siete un tramite attraverso il quale il divino parla; la vostra opera – quando è ascolto di profonde sollecitazioni dello spirito e di attenta lettura dell’armonia del creato – può aiutare voi stessi innanzi tutto, e poi anche gli altri uomini, a percepire il mistero e addirittura la religiosità che si serve di templi, di immagini, di rappresentazioni per esprimere i suoi richiami e perfino i suoi contenuti”.
È un messaggio meraviglioso, che ci fa capire quanto l’arte sia importante per la vita di tutti noi, che abbiamo tanto bisogno di guardare al cielo con il cuore pieno di speranza.(C. Climati)
Fonte: Zenit

* * *

(*): Sul tema vedi in questo blog:

31 Ago 2012
Martini: Lettere Pastorali - "Quale bellezza salverà il mondo?" (2000). Il giorno 8 settembre 1999, in occasione della festa della Natività della Beata Vergine Maria, il Vescovo ha presentato in Duomo alla diocesi la nuova ...

14 Gen 2011
Il mondo in cui viviamo è particolarmente sensibile a questo tema, almeno da quando ha avuto conoscenza de "L'Idiota" di F. Dostoevskij, il cui protagonista, il principe, afferma appunto che "solo la bellezza salverà il mondo.