giovedì 23 aprile 2015

E' la volta buona.... per andare a sbattere.



L'argomento del "no" al divorzio breve non è un argomento "cattolico" ma specificatamente laico, di buon senso. L'amore è una costruzione che, come ogni azione umana, si dispiega nel tempo. Sposarsi non è un atto magico, neppure se lo si fa in chiesa. E' il punto di partenza di un percorso che attraversa crisi, fasi calanti, dubbi, tradimenti, riconciliazioni. Non è lineare. La stabilità gioca a suo favore, permette all'amore di trasformarsi in pane quotidiano, in famiglia. Oggi siamo convinti invece che l'amore sia sentimento, passione e che l'altro esiste perché "mi fa star bene", mi corrisponde. Questo è solo l'inizio di un amore, ma non l'amore. Se davanti alle prime difficoltà una coppia invece che aiutarla a trovarsi, a costruire, a resistere, la si aiuta a disgregarsi, a seguire la pulsione, l'egoismo dell'individualismo, condanneremo intere generazioni all'insignificanza. Adulti puerili sempre più infantili, diretti dalle emozioni, incapaci di un progetto di vita compiuto. Divorziare è impresa dolorosissima, e questo dolore dice l'importanza di ciò che si fa: non si può banalizzare il fatto che un progetto di vita è fallito! Non possiamo edulcorare un fallimento! Altrimenti saremo condannati a ripeterlo.
Stiamo progettando adulti sempre più soli e non ci rendiamo conto neppure i costi (anche economici) che la società ne pagherà. Inseguiamo una libertà che è perversamente a servizio della schiavitù. Schiavi di inconsistenze psicologiche, emotive, affettive. E applaudiamo, come utili idioti, alla "conquista" di civiltà del divorzio breve, senza sapere che stiamo applaudendo un altro tassello disgregativo dell'unica realtà che soddisfa ed educa l'uomo: il legame coniugale.

Roberta Vinerba