Il matrimonio all’esame della Corte Suprema statunitense.
«Il matrimonio è e può essere solo l’unione di un uomo e una donna». In previsione di un importante pronunciamento della Corte Suprema, l’arcivescovo di Louisville, Joseph Edward Kurtz, presidente dell’episcopato statunitense è tornato a sottolineare quella che viene definita una «bellissima verità» — a beautiful truth — scritta nella natura umana.
Si riferisce alla verità sul matrimonio, cioè su una «istituzione perenne», che ha contribuito a definire l’identità nazionale, nella sua cultura e nelle sue leggi.
Dalla mattina di martedì, i giudici dell’alta corte hanno cominciato le audizioni riguardanti la costituzionalità delle leggi con cui alcuni Stati vietano i matrimoni tra persone dello stesso sesso. In pratica, essi dovranno decidere se il quattordicesimo emendamento della Costituzione — quello che protegge l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge — autorizzi e di fatto obblighi ogni Stato a fornire una licenza matrimoniale alle coppie omosessuali che la richiedano e di riconoscere anche questo genere di unioni contratte fuori dai loro confini.
Attualmente sono 37 su 50 gli Stati che riconoscono le cosiddette “nozze gay”: in molti la legalizzazione è avvenuta per decisione dei tribunali federali che, alla luce di una sentenza della Corte Suprema del 2013 — che ha abolito il divieto federale a tale riconoscimento — hanno dichiarato incostituzionali le leggi fino ad allora in vigore. Solo la Corte d’appello del sesto circuito, che ha sede a Cincinnati, ha confermato lo scorso novembre i divieti esistenti in Ohio, Michigan, Kentucky e Tennessee. E, da ieri, proprio l’appello contro questa sentenza viene discusso dai giudici, la cui decisione è attesa entro il mese di giugno.
In una dichiarazione diffusa sul sito dell’episcopato statunitense, il presidente Kurtz ha sottolineato anche che la verità cattolica sul matrimonio è «inseparabile» dal «dovere» di onorare la dignità che Dio ha donato a ogni creatura umana. E riferendosi direttamente al previsto pronunciamento della Corte Suprema, ha affermato di pregare perché i giudici «sostengano la responsabilità degli Stati nel proteggere la bella verità del matrimonio». Una verità, ha aggiunto, che riguarda «il benessere essenziale della nazione», e in particolare dei minori. In questo senso, egli ha ribadito come sia «diritto fondamentale» dei bambini quello di «conoscere» e di «essere amati» dal padre e dalla madre. La Chiesa, ha assicurato, «difenderà sempre questo diritto», rivolgendosi soprattutto alle persone di buona volontà per «continuare questa discussione con carità e civiltà».
Nei giorni scorsi una trentina di leader di diverse confessioni religiose avevano sottoscritto una lettera aperta per riaffermare, oltre alla tutela della libertà religiosa, il loro comune impegno in difesa del matrimonio quale unione tra un uomo e una donna.
L'Osservatore Romano
Attualmente sono 37 su 50 gli Stati che riconoscono le cosiddette “nozze gay”: in molti la legalizzazione è avvenuta per decisione dei tribunali federali che, alla luce di una sentenza della Corte Suprema del 2013 — che ha abolito il divieto federale a tale riconoscimento — hanno dichiarato incostituzionali le leggi fino ad allora in vigore. Solo la Corte d’appello del sesto circuito, che ha sede a Cincinnati, ha confermato lo scorso novembre i divieti esistenti in Ohio, Michigan, Kentucky e Tennessee. E, da ieri, proprio l’appello contro questa sentenza viene discusso dai giudici, la cui decisione è attesa entro il mese di giugno.
In una dichiarazione diffusa sul sito dell’episcopato statunitense, il presidente Kurtz ha sottolineato anche che la verità cattolica sul matrimonio è «inseparabile» dal «dovere» di onorare la dignità che Dio ha donato a ogni creatura umana. E riferendosi direttamente al previsto pronunciamento della Corte Suprema, ha affermato di pregare perché i giudici «sostengano la responsabilità degli Stati nel proteggere la bella verità del matrimonio». Una verità, ha aggiunto, che riguarda «il benessere essenziale della nazione», e in particolare dei minori. In questo senso, egli ha ribadito come sia «diritto fondamentale» dei bambini quello di «conoscere» e di «essere amati» dal padre e dalla madre. La Chiesa, ha assicurato, «difenderà sempre questo diritto», rivolgendosi soprattutto alle persone di buona volontà per «continuare questa discussione con carità e civiltà».
Nei giorni scorsi una trentina di leader di diverse confessioni religiose avevano sottoscritto una lettera aperta per riaffermare, oltre alla tutela della libertà religiosa, il loro comune impegno in difesa del matrimonio quale unione tra un uomo e una donna.
L'Osservatore Romano