giovedì 7 maggio 2015

Abusato Papa Francesco!


Diversità

Clamoroso: il nome del Papa usato per diffondere l'ideologia di genere tra i bambini
di Gabriel Ariza*

«Ci sono bambini che hanno un padre e una madre. Uno di ciascuno. Altri, due di ciascuno. Altri, uno e due; o due ed uno; o solo uno; o una. O nessuno». Questo é il messaggio dedicato ai più piccoli attraverso un racconto infantile della collezione “Con Francesco vicino a me”, venduta ogni domenica dal giornale spagnoloEl mundo: ci sono diversi tipi di famiglie e sono tutte accettabili. La frase, che induce il lettore a pensare che sia del Papa, è accompagnata da un disegno di alcune bambine prese per mano da due madri. 
La fiaba si chiama “Diversità” ed appartiene ad una serie di racconti infantili promossi dal giornale argentino Clarín con la collaborazione speciale di “Scholas Ocurrentes”, lente educativo promosso e fondato da Papa Francesco quando era arcivescovo di Buenos Aires, con il quale continua a mantenere un rapporto stretto. 
La pubblicazione di questi racconti in Spagna è curata dal giornale El Mundo, che ogni domenica vende un episodio della raccolta con l´obbiettivo di «avvicinare le delicate parole del Papa ai bambini» così come annunciato dalla pubblicità. 
Tra le idee che ipoteticamente il Santo Padre trasmette ai bambini, c’è quella di non farsi condizionare dalle nostre caratteristiche biologiche. Nel racconto intitolato “Autostima” si parla di un gatto che afferma di essere un cane mentre tutti gli dicono che non è possibile, fino a che un asino gli dice di sì, che lui è un cane e lo difende. La morale della favola sta nella libertà di poter scegliere ciò che vogliamo essere e di ricevere lappoggio altrui per far sì che la nostra autostima non venga danneggiata.

Guida per genitori


Ma l'ideologizzazione dei più piccoli non finisce qui. Alla fine dei racconti esiste una “Guida per genitori ed educatori” nella quale si offrono le chiavi di lettura per capire il valore che si promuove in ogni racconto. In “Diversità” è riportata questa affermazione: «La diversità va oltre il gruppo sociale o la cultura alla quale apparteniamo e possiede delle caratteristiche che non possiamo cambiare: l'età, il fisico, il genere e l'orientamento sessuale». 
Il fatto di non associare il sesso al genere e all'orientamento sessuale è una delle caratteristiche principali dell'ideologia secondo la quale il genere rientra nell’ambito della cultura e della libertà, ed è autonomo rispetto al dato biologico; in questo modo essere uomo o donna è una questione sociale e culturale e non biologica, ed è indipendente dall'orientamento sessuale di ognuno di noi.
É stato usato il nome di Francesco e della fondazione “Scholas Ocurrentes” per promuovere idee che appartengono ad una vera ideologia di genere ed i promotori sono riusciti ad avere una foto del Santo Padre con uno dei libri per la promozione della collezione. 
I responsabili di “Scholas Ocurrentes”, nelle dichiarazioni rilasciate a INFOVATICANA, hanno assicurato che tutto è nato dal fatto che il Papa «aveva un grande interesse nel promuovere un concorso di disegni infantili». Il Clarín si é offerto di collaborare con l’iniziativa creando contemporaneamente anche la collezione di libri infantili sui valori. 
Secondo i responsabili di “Scholas”, la fondazione del Papa «ha solo collaborato ad una pagina dei libri», quella riguardante “L'insegnamento di Scholas” mentre il resto del contenuto è opera del giornaleClarín e dell'editrice Sol 90. Un dato importante: diversi di questi libri, inclusi i due menzionati in questo articolo, sono stati pubblicati precedentemente dalla casa editrice Edebé nella sua collezione “I miei racconti preferiti del Treno Blu”. 
La fondazione “Scholas Ocurrentes” ha dichiarato di essere estranea ai racconti della collezione “Con Francesco vicino a me”, anche se il suo logo appare stampato nelle copertine di tutte le fiabe e «chiede scusa per la diffusione». I responsabili di Scholas affermano di «non aver avuto l'opportunità di vedere i libri prima della pubblicazione né di poterne valutare il contenuto» e hanno voluto rendere noto che non sono d’accordo con la linea editoriale della raccolta e affermano che quella della collaborazione con Clarín è un'occasione persa. 

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E adesso arriva l'assegno lesbico di mantenimento
di Tommaso Scandroglio

Gesuino sposa Maria. I due poi si separano. Il marito vuole addebitare alla moglie la separazione perché è venuta meno ex lege ai suoi doveri coniugali e conseguentemente non vuole pagarle l’assegno di mantenimento, così come la legge consente di fare. Perché la donna sarebbe venuta meno ai suoi doveri di moglie? Perché, a dire del marito e così come riportano i giudici di Cassazione, «la signora nonostante il rapporto non fosse in crisi, si era semplicemente stancata di comportarsi da moglie fedele e da madre preferendo accompagnarsi ad altre donne con cui intratteneva relazioni omosessuali». 
Da notare che il pregiudizio subito dai figli proveniente dalla condotta del genitore e l’infedeltà coniugale sono i primi criteri che il giudice deve tenere in considerazione per valutare l’esistenza della mancata soddisfazione dei doveri coniugali. E qui abbiamo un comportamento omosessuale fedifrago e una condotta omosessuale della madre che può eccome provocare simile pregiudizio a danno della prole. Insomma, a motivo dell’omosessualità della donna questa non si comportava da brava moglie. Giusto dunque l’addebito della separazione e il rifiuto di continuare a pagarle l’assegno di mantenimento. E dunque il giudice di primo grado dà ragione al marito, non così il tribunale di appello. La vertenza finisce presso la Prima sezione civile della Corte di Cassazione la quale, in una sentenza depositata il 29 aprile scorso, conferma la decisione dei giudici di appello argomentando così. In primo luogo, il marito si deve prendere cura del coniuge separato perché questa lavorava in nero e quindi non è tutelata dalla legge. E così pare che i giudici chiedano di tutelare oltre al lavoratore irregolare anche il lavoro in nero.
In secondo luogo, continua la sentenza, la separazione non può essere addebitata alla donna perché lei se ne era andata anche perché omosessuale. Per usare le parole dei giudici, la separazione non trova colpa nella donna «attesa la ancor maggiore evidenza dell’intollerabilità della convivenza matrimoniale per una persona omosessuale» Quindi l’omosessualità della lei di coppia non solo non è un motivo di addebito, ma al contrario è motivo giustificante la separazione. Il giochino messo in campo dalla Cassazione, giochino non nuovo, è il seguente. Se si verifica prima «l’intollerabilità della convivenza» tu sei poi giustificato a venire meno ai tuoi doveri coniugali, perché ormai di fatto il matrimonio è bello che è morto. Se invece vieni meno ai tuoi doveri e questa tua condotta provoca l’intollerabilità della convivenza e quindi la separazione, sei colpevole della separazione e non meriti l’assegno di mantenimento. È l’indovinello della gallina e dell’uovo in versione giuridica.
I giudici di Cassazione citando i loro colleghi in una sentenza del ’92 così scrivono: «Ove talesituazione d'intollerabilità si verifichi, anche rispetto ad un solo coniuge, deve ritenersi che questi abbia diritto di chiedere la separazione: con la conseguenza che la relativa domanda, costituendo esercizio di un suo diritto, non può costituire ragione di addebito». In breve, tu signora Maria non ne potevi più di stare con tuo marito Gesuino anche perché avevi cambiato orientamento sessuale e perciò hai tutto il diritto di abbandonare lui e i tuoi figli e nessuno può venirti a chiedere alcunchè. Quindi marito e moglie devono rispettare i doveri coniugali finchè se la sentono? Sì, ci dice la Cassazione perché i tempi sono cambiati. «In una doverosa visione evolutiva del rapporto coniugale», così scrivono i giudici, tale rapporto deve essere «ritenuto, nello stadio attuale della società, incoercibile e collegato al perdurante consenso di ciascun coniuge». Insomma, la legge obbliga a comportarsi da marito e moglie solo chi lo vuole. In questa prospettiva non esiste infedeltà, cambio di orientamento sessuale, abbandono del tetto coniugale e dei figli che possa legittimare un addebito.
La sentenza della Cassazione in buona sostanza ci dice che tu marito sei cornuto e mazziato. Cornuto perché tua moglie ti ha tradito e ti ha tradito con una donna. Mazziato perché dovrai pagarle, giudici benedicenti, pure un assegno di mantenimento lesbico per continuare a tradirti e per continuare sulla strada della sua omosessualità.