mercoledì 11 settembre 2013

Francesco, l'esempio di una Chiesa povera



Chiesa fraterna e povera

Il vescovo di Roma testimonia in prima persona quale sia la missione dei cristiani: una conversione chiesta a tutte le comunità cattoliche

ANDREA TORNIELLI

Per Papa Francesco i poveri, gli ultimi, i sofferenti, non sono lo spunto per infarcire qualche omelia. Sono «la carne di Cristo». E per questo continua a ricordare ai cristiani che bisogna andare verso i poveri per «toccare la carne» di Gesù. Anche ieri Bergoglio ne ha dato testimonianza, visitando i rifugiati assistiti dal Centro Astalli dei gesuiti, nel cuore di Roma. Con la sua presenza e con la sua vicinanza, prima ancora che con la potenza delle parole pronunciate.


Colpisce innanzitutto lo stile del nuovo vescovo di Roma che si muove nella «sua» città. Arriva con la solita utilitaria blu, senza auto di scorta e senza alcun seguito. Non c'è neanche il segretario particolare al suo fianco. Anche questo al Centro Astalli, come tanti altri appuntamenti e udienze, l'ha fissato lui, telefonando di persona, perché «dobbiamo imparare a essere normali». E colpisce che questo esempio concreto di «normalità» e sobrietà, da parte del Papa, stenti ancora ad essere compreso e assimilato anche attorno a lui: in presenza di Francesco senza scorta ci sono cardinali che arrivano con la scorta...

Dirompenti, per tutta la Chiesa, sono le parole dedicate ai conventi:«Carissimi religiosi e religiose i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati». Le strutture di assistenza, di solidarietà della Chiesa cattolica fanno tanto. Ma bisogna fare di più, con coraggio. Francesco non fa la predica sulla solidarietà agli altri, inizia da casa propria.


«È un Papa che veramente fa sentire Dio vicino agli ultimi e ai bisognosi», ha detto sorridendo una ragazza africana uscendo dal Centro Astalli. «Penso che il cambiamento più radicale sia legato alla sua personalità - ha detto l'altra sera a Mantova l'arcivescovo di Milano Angelo Scola parlando di Francesco - è un testimone immediato della fede. I suoi gesti esprimono cosa sia la fede e diventando di per sé un insegnamento. Uno è testimone quando è coinvolto in prima persona in quello che dice e diventa autorevole».


Così, solo il pregiudizio o un cuore indurito possono scambiare questa vicinanza ai poveri come «pauperismo» (termine negativo utilizzato anche un certo mondo ecclesiastico per giustificare il perpetuarsi atteggiamenti e stili agli antipodi di quelli proposti da Bergoglio). «Parlare dell'importanza del povero, dell'impegno, della solidarietà con i poveri… questo viene dal Vangelo. C'è nel Vangelo! E il Papa è molto evangelico, il suo modo di fare lo dimostra», ha detto il teologo Gustavo Gutierrez.


Fra meno di un mese il Papa sarà ad Assisi, nella città del Poverello, e visiterà la «sala della spoliazione» di san Francesco. Anche in questo caso Bergoglio ha chiesto esplicitamente di incontrare i poveri nei luoghi in cui vengono aiutati. Sarà una nuova occasione per parlare della «Chiesa povera per i poveri», e di quella «spoliazione» che una testimonianza credibile ed efficace oggi richiede.

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E' stato toccante e intenso l'incontro di Papa Francesco con i rifugiati al Centro Astalli. Il Pontefice è arrivato alla mensa del Centro Astalli (Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia) e ha salutato con affetto e semplicità le persone che, come ogni giorno, erano in fila per (...) 
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Il Papa: rifugiati nei conventi chiusi   
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(Gian Guido Vecchi) La sua forza è la credibilità. Papa Francesco arriva nel pomeriggio, poco prima delle tre e mezzo, con la sua Ford Focus targata «Scv00919», una normale macchina blu che sfila nel traffico romano senza staffette né segretario personale né scorta, solo (...) 
Rassegna stampa del sito Incontri di "Fine Settimana"  
- Il Papa: "I conventi chiusi usiamoli per i rifugiati" (Enrico Fierro in il Fatto Quotidiano) 
- «I rifugiati nei conventi chiusi» (Jolanda Bufalini in l'Unità)
- L'appello del papa: «Aprire ai rifugiati i conventi vuoti»(Franca Giansoldati in Il Messaggero)
- Il Papa: aprire i conventi vuoti ai rifugiati (Andrea Tornielli in La Stampa)

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Bergoglio, cura dimagrante per la Chiesa.   
Panorama
 
(Ignazio Ingrao) L'appello a dare i conventi vuoti ai poveri. E la promessa di ridurre di numero dei cardinali e delle diocesi italiane. La Cei si metterà di traverso? -- «Carissimi religiosi e religiose, i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi (...)